Ricordare

2010.08.07 - Lettera dai beni culturali


Ricevo, chiedo di pubblicare, ricevo assenso, pubblico, non commento:Assenso alla pubblicazione"Caro Paolo, sono davvero contento di essere riuscito a farti arrivare il mio pensiero prima dell'incontro di oggi. Volevo soprattutto incoraggiarti nel lavoro che stai portando avanti per tutti noi. Mi sembra che condividi correttamente il "beniculturalese" , anche se ho l'impressione che ci sia un dialetto diverso per ogni architetto, storico dell'arte, archeologo etc. del nostro Dipartimento Mi fa piacere se pubblichi la mail e, se ti sembra opportuno, lasciaci pure il mio nome e cognome. Non credo di dovermi preoccupare perchè sono convinto di avere raccontato solo fatti che ognuno di noi vive ogni giorno e, in fondo in fondo, noi dei BBCC siamo tutti dei gran narcisi, a tutti i livelli... Vorrei aggiungere che forse sarebbe stato più proficuo se tutti fossimo stati convocati al Dipartimento, in quelli che qualcuno ha già chiamato gli "Stati Generali dei Beni Culturali". E che in quella sede, magari con  le tecniche dei convegni (tutor, tavole rotonde, commissioni tematiche, etc) ai quali partecipiamo sia da ascoltatori che da relatori e che spesso organizziamo, ci fosse data l'opportunità di riflettere insieme su questa riforma, non per respingerla a priori, ma per comprenderla, per studiarne le criticità e opportunità. Perchè è questo il nostro lavoro, perchè parecchi di noi hanno  scelto questo mestiere da ragazzi, perchè in fondo  condividere e motivare dovrebbe essere  la vera arte del dirigente, anche di quello generale. Ancora un incoraggiamento,"La mail per la quale ho chiesto l'assenso alla pubblicazione"Caro Paolo, oggi ti incontrerai con il nostro dirigente generale e, vista l’importanza dell’argomento per il destino di molti di noi e, in definitiva, per i BBCC della Sicilia, riletto quanto hai opportunamente sottolineato nel comunicato sulla “concertatio interrupta”, vorrei aggiungere  alcune riflessioni. Noi dirigenti dobbiamo individuare obiettivi specifici e operativi, in sintonia con quelli strategici dell’amministrazione, dobbiamo condividerli con il personale affidatoci (che dobbiamo coordinare e motivare), dobbiamo creare programmi attuativi, essere bravi a favorire le riorganizzazioni dell’amministrazione, aggiornarci e adeguarci ai cambiamenti della società e della tecnologia e a quelli imposti dal machismo del brunetta di turno. Su questo, siamo o dovremmo essere valutati.Allora, oggi discuterete degli obiettivi dei servizi? Della pianificazione specifica e operativa dei neonati parchi archeologici-che-forse-diventeranno-parchi-culturali? E su quali obiettivi condivisi, su quali motivazioni dovremmo scegliere di dirigere unità operative a cento-duecento chilometri da casa nostra, su quale pianificazione strategica della Regione Siciliana e dell’Amministrazione dei Beni Culturali dovremo dirigere i nostri colleghi???? Perché stamattina si parlerà di Servizi e Unità operative definite da quattro parole messe in fila, di Parchi Archeologici per i quali già sono partiti i bandi sui servizi aggiuntivi, ma nessuno ha indicato con atti formali quali competenze, quali beni, quale personale, quali risorse finanziarie, quali attrezzature si trasferiranno da una struttura all’altra. E allora noi per cosa concorrerremo, per quale sede chiederemo il trasferimento, quale indirizzo daremo alla nostra carriera (e alla nostra vita)? Questo bando del Cheshire uscirà prima o poi, certo, faremo le nostre istanze, certo, pregheremo i nostri politici di darci la solita mano, certo, ci siederemo nella nostra poltrona, certo, saremo più o meno lontani da casa, certo, e a quel punto ci manderanno note roboanti e  diffide feroci, promettendo punizioni e reprimende che non arriveranno mai, ci verranno chiesti programmi e valutazioni che da un anno all’altro verranno puntualmente e precisamente dimenticati. E allora, stamattina, prima di arrivare a discutere del numero di unità operative o della loro collocazione, qualcuno stabilisca davvero, una volta per tutte, quale lavoro dovrà fare ogni singola U.O. Vorrei in calce aggiungere che ho parecchia stima per il nostro dg (sinceramente e senza ironia), perché mi ha diretto per otto anni e ne conosco limiti e virtù e ritengo si possa applicargli il detto andreottiano “poco se lo misuro, molto se lo comparo”, soprattutto se ripenso ai nostri ultimi sei dg (tre o quattro nell’ultimo anno), che non distinguevano un bene culturale da un montarozzo di sterro. Sono certo che lui ha in mente tutte le risposte alle domande che lunedì tu e io stamattina abbiamo posto su chi fa che cosa e, anzi, ritengo che per la sua storia personale e professionale sia tra i più titolati in Sicilia a ricoprire oggi il suo ruolo. La domanda allora è, come si dice, di metodo e se vogliamo anche politica. Ancora una volta in sicilia la scelta è tra due atteggiamenti diversi, tra passato e futuro di questa come di altre regioni del mondo. Con questo bando, cosa ci chiederanno, una adesione cieca e senza domande ad un uomo, al presidente o al dg di turno, disposti a tutto perché coperti dal “capo”, secondo la logica della banda, della cricca, come sempre si è fatto qui??? oppure da dirigenti non improvvisati avremo la possibilità di scegliere, di aderire motivati e con entusiasmo ad un progetto autentico e concreto, per costruire un futuro possibile? Chiedigli questo stamattina, perchè credo che la tua e la nostra sia non solo una questione sindacale. Credo che aspirare ad un progetto condiviso sia soprattutto una domanda di civiltà.Ti ringrazio e ti mando i miei incoraggiamenti per il tuo lavoro Rosario Vilardo"