Metodo Feldenkrais

La tua schiena è dolente? Hai difficoltà a concentrare la tua attenzione? Hai smesso di praticare attività di tuo interesse?Il Metodo Feldenkrais® è per chiunque voglia riconnettersi con le proprie naturali abilità di muoversi,pensare e sentire. Se vuoi essere più comodo a star seduto davanti al computer, a giocare con i bambini e i nipotini, oppure a compiere un passatempo preferito,seguendo processi organici simili a quelli del bambino che impara per la prima volta a muoversi nel campo gravitazionale, il Metodo Feldenkrais ci permette di svincolarci da schemi posturali e di movimento meccanici e ripetitivi, divenuti inadeguati e inadatti a rispondere ai nostri bisogni, o addirittura dannosi per noi. Offrendo opzioni diverse e alternative al nostro abituale modo di muoverci, e stimolando l’autoconsapevolezza, il Metodo Feldenkrais permette la ripresa della crescita delle strutture nervose e aumenta la nostra capacità di scegliere più liberamente come agire e come essere. Il metodo offre la possibilità di imparare attraverso lezioni di gruppo e lezioni individuali. Nelle lezioni collettive, chiamate Conoscersi attraverso il movimento® o Consapevolezza attraverso il movimento®, ad ogni allievo è concesso tutto il tempo necessario per assimilare ed esplorare l’idea del movimento e per abituarsi alla novità della situazione. Nelle lezioni individuali, dette di Integrazione Funzionale®, il processo di apprendimento è guidato dalle mani dell’insegnante in un dialogo prevalentemente non verbale. Attraverso questa comunicazione l’allievo scopre la propria struttura e il suo più intimo funzionamento.Contattatemi principe100@libero.

 

METODO FELDENKRAIS

IL video mostra una lezione C.A.M. e una Integrazione Funzionale

 

 

"Se sarete in grado di insegnare alla gente a stare in piedi sulle proprie gambe e a piacersi così, sarete richiesti in tutto il mondo"

Moshe Feldenkrais

 

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Analisi Transazionale

Post n°257 pubblicato il 10 Novembre 2006 da dalilavis



LE TRE PERSONALITA'

Durante la fase iniziale dell'elaborazione dell'Analisi Transazionale,
Eric Berne ebbe modo di notare come le persone cambino il loro
atteggiamento più volte nel corso di una giornata. Sembrava quasi che in
loro si alternassero dei diversi stati mentali, proprio come se delle
"persone diverse" prendessero il controllo della loro personalità. Iniziò
perciò a definire questi stati, che in ogni istante, controllano il
pensiero e le azioni di ognuno di noi, con il nome di: "Genitore", "Adulto"
e "Bambino".

Le indagini, fatte in seguito, hanno confermato che ogni persona porta in
sé questi tre stati, che rappresentano la sua personalità ed suoi genitori,
nei primi cinque anni della sua vita.
Pertanto, nel corso del nostro studio, le parole "Genitore", "Adulto" e
"Bambino" non indicheranno un papà, un uomo che ha compiuto i 21 anni ed un
bambino piccolino, bensì delle condizioni mentali che ora andremo ad
analizzare.


IL "GENITORE"
Gli
strumenti della mente diventano ceppi,
quando
l'ambiente che li ha resi necessari
ha
cessato di esistere. Henry Bergson

Il "Genitore", può essere considerato un grande registratore a nastro
magnetico dove, nei primissimi anni di vita, sono stati memorizzati i
messaggi (amorevoli, critici, invalidanti, lusinghieri, ecc.) ricevuti da
parte dei genitori ed educatori.

Alcuni di tali messaggi, dal profondo della mente, hanno ancora un effetto
quando la persona diventa adulta e possono alterarne il comportamento ed il
modo di vedere le cose.
Solitamente i messaggi di papà tendono ad essere registrati come "Genitore
Critico" e quelli di mamma come "Genitore amorevole", pertanto i messaggi
che abbiamo registrato si possono classificare in queste due grandi categorie:

a) Genitore Critico (ordini o invalidazioni): Sei uno stupido - Non sei
capace di far niente - Stai attento - Evita di parlare - Mangia la minestra
che fa bene - Gli uomini non piangono mai - Sei apprezzato solo se sei
ricco - ecc.

b) "Genitore amorevole" (supporto amorevole): Hai ragione, tua sorella è
proprio cattiva. - Poverino, cosa c'è che non va? - Quando stai male ti
voglio più bene - Non andare con i compagni, non vedi che rimango sola? -
Come farò senza di te? - ecc.
Se stiamo attenti a ciò che generalmente diciamo ai nostri figli scopriremo
che, tutto sommato, usiamo le stesse frasi che sono state dette a noi tanti
anni fa. E' la parte "Genitore" in noi che le ripete inalterate nel tempo.

E' da sottolineare che tutto ciò che una persona pensa di negativo sul suo
conto gli è stato detto da altri, infatti, se una persona fosse sola al
mondo non penserebbe certamente di avere qualche aspetto negativo. Pertanto
ogni idea di questo tipo ha le sue radici nel Genitore Critico e non
dovrebbe essere ascoltata. Questo è un fatto su cui dovrebbero riflettere
tutti coloro che soffrono per qualche complesso di inferiorità.


IL BAMBINO
Se



mi tocchi dolcemente
Se



mi guardi e mi sorridi
Se



qualche volta mi ascolti prima di parlare
Allora



io crescerò, veramente crescerò.
Bradley



(9 anni)

Il "Bambino" è la parte pura ed istintiva in ciascuno di noi. E' la parte
che, nello stato libero e naturale, desidera affetto, ama giocare e
inventare. Il Bambino allo stato naturale è anche capace di esternare i
suoi sentimenti in piena libertà: ride, piange, si lamenta, corre, gioca,
inventa qualcosa o fa il sentimentale in modo del tutto privo da timori o tabù.

Ogni bimbo che nasce è interamente nello stato "libero e naturale". Questo
comporta che, crescendo, dovrà necessariamente scontrarsi con gli adulti
che non accetteranno tutto ciò che lui vuol fare od avere. Da questo fatto
nasceranno pianti, urli e magari capricci. Questo modo di agire,
ovviamente, dovrà essere corretto perché nella vita sociale non ci si può
comportare in modo selvaggio. Subentrerà, perciò, l'azione del "Genitore"
che porrà dei limiti alla libertà del "Bambino naturale".

Questi limiti, all'inizio, sono generalmente posti con dolcezza. Purtroppo
però, non sempre la dolcezza risulta efficace, subentreranno allora minacce
e punizioni. Tutto questo, seppur criticabile, è necessario per educare il
bimbo a comportarsi "bene" nell'ambiente sociale e famigliare. Il risultato
di questa educazione, come si chiama normalmente, è un adattamento del
bambino agli schemi sociali.

Risulta ovvio come, dopo questo adattamento, solo una parte del Bambino
sarà rimasta libera e naturale perché alcune sue azioni o modi di
esprimersi saranno stati limitati. Possiamo perciò dire che in ognuno di
noi vi è un "Bambino libero" ed un "Bambino adattato".

Il Bambino libero è ancora capace di agire in piena libertà mentre il
Bambino adattato, nelle sue azioni, segue degli schemi ben precisi che, in
altri termini, potremo chiamare "condizionamenti". Questi condizionamenti
sono tanto maggiori quanto più i suoi genitori sono stati severi ed autoritari.
Molte persone potrebbero applicarsi con successo ad attività artistiche se
il loro Genitore Critico non avesse bloccato il loro Bambino mentre, nella
prima infanzia, si esprimeva in modo libero e naturale.

Uno dei modi peggiori di condizionare un bimbo consiste nel "doppio
vincolo": un'azione che, qualora ripetuta, è in grado di creare un
conflitto assai profondo nella sua personalità. Il "doppio vincolo"
consiste di una frase in cui vengono affermate due cose di cui, la seconda
è in netta contraddizione logica con la prima. Esempio: "Ti voglio molto
bene, per questo ti punisco", "Se lo fai ancora ti punirò duramente, ma non
dovrai considerarla come punizione".


L'ADULTO

Tra la parte "Bambino" di una persona ed i messaggi del "Genitore", si
sviluppa nel tempo un mediatore logico e razionale che prende il nome di
Adulto.

In ogni individuo compaiono queste differenti stati mentali o personalità,
che possono essere più o meno sviluppate. Vi sono persone con un Genitore
Critico molto grande ed un Bambino Naturale molto piccolo (sono serie,
critiche, dure e autoritarie). Ve ne sono altre con un Bambino Naturale
molto grande, un Genitore Critico piccolo ed un Adulto inesistente (sono
gli irresponsabili che corrono dietro ad ogni tipo di desiderio).

Le persone equilibrate hanno un Bambino Naturale abbastanza grande, un
Adulto che funziona ed un Genitore che offre messaggi utili per affrontare
responsabilmente la vita quotidiana. Questi individui sono capaci di vedere
come stanno realmente le cose e comportarsi di conseguenza.


COME SI ESPRIMONO LE TRE PERSONALITA'

Genitore critico:
Devi, Non devi - Se io fossi in te... - Non farlo mai più - Continua così
e andrai all'inferno - Tu sei cattivo (stupido, ignorante, ecc.) - Non
disturbare - Tu sei una maledizione per tutti noi - ecc..

Genitore amorevole:
Che cosa penseranno i vicini? - Attento al freddo! - Senza di te non so che
cosa farei? - Tu si che sei bravo, invece tua sorella... - Tu sei una
benedizione per tutti noi - ecc.

Bambino Naturale:
Non voglio! - E' mio! - Ho paura! - Non l'ho fatto io! - Lo voglio! -
Dammelo! - E' colpa sua! - Raccontami una storia. - Voglio guardare la
televisione. - ecc.

Bambino Adattato:
Per favore, mi presti la penna? - Buona sera come sta? - La maestra mi ha
dato un brutto voto, ha fatto bene perché non avevo studiato. - Non mangio
le caramelle perché lo zucchero guasta i denti. - "Potrei guardare la
televisione per mezzora?" - ecc.

Adulto:
Quali sono i fatti? - Fammi capire bene come stanno le cose - Quali sono le
ragioni? - Hai fatto i dovuti controlli? - L'incontro è martedì alle 14.00,
vedrò di non mancare. - ecc.


OPINIONI A CONFRONTO

Si supponga che in un ufficio arrivi un ragazza con la minigonna.
Bambino Naturale: "Però... guarda che gambe!"
Genitore Critico: "Dovrebbero proibire certi vestiti in un ufficio."
Genitore Amorevole: "Poverina, chissà come soffre il caldo."
Adulto: "Penso che una gonna un po' più lunga sarebbe più adatta".


I CONFLITTI

Secondo l'Analisi Transazionale, i conflitti non sono altro che la
conseguenza di un'azione che il Bambino Naturale vuole intraprendere e che
il Genitore Critico blocca con messaggio generalmente intimidatorio. Questo
Genitore, alto quasi due metri, è ancora lì, come tanti anni prima ad
intimorire, il "piccolo" bambino. Pertanto è ovvio che nell'animo di questa
persona nascano delle paure che si possono riassumere con le frasi: "chissà
cosa mi faranno", "chissà cosa mi diranno", "e adesso cosa faccio?", "devo
stare attento perché, se sbaglio, me la faccio pagare!", ecc.

Questo spiega perché alcune persone vanno in crisi quando devono prendere
una o più decisioni.
In una vita sana ed equilibrata, i messaggi del Genitore non dovrebbero mai
arrivare direttamente al Bambino ma passare per il filtro dell'Adulto. E'
solo l'Adulto, che può fare un'attenta valutazione e decidere al di fuori
dei timori che risalgono alla primissima infanzia. La comprensione di
queste paure è necessaria affinché l'Adulto possa fare un attento esame
della situazione attuale. Le paure di un tempo, se non comprese ed
eliminate, creano pericolosi pregiudizi e possono portare ad azioni o
giudizi fuori luogo.

I messaggi provenienti dal Genitore, sia esso Critico o Amorevole,
andrebbero sempre analizzati, T. Harris ha detto che non vale la pena di
basare la propria vita su un Genitore non analizzato, potrebbe avere torto.

Commenti al Post:
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"Generalmente i miei allievi vengono da me perché sentono una qualche specie di limitazione, qualcosa che interferisce con la loro vita quotidiana o che ostacola il loro progresso o le loro prestazioni. Il mio lavoro consiste nel capire come loro si muovono e come questo è in relazione col problema che loro sentono di avere, e come possono imparare a muoversi diversamente cosicché quel problema cessi!"

 
 

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