Nataieri73

La destra all’attacco di “Blunotte”


di Toni Jop, da l'Unità, 22 settembre 2008Tocca a Lucarelli fare la fine di Biagi, di Luttazzi, di Santoro, di Sabina Guzzanti? Speriamo di no, ma giusto in questi giorni la sua trasmissione Blunotte è sotto il tiro della destra. Per chi non segue, ricordiamo che l'autore e scrittore affronta su Raitre una quantità di temi «pesanti», che hanno cioè una ricaduta sensibile sulla coscienza di questo paese.Lucarelli lavora sulla storia, e siamo già in area critica. In aria di scomunica, Blunotte ha ficcato il naso nelle vicende del G8 di Genova, negli anni Settanta, sempre nel tentativo di garantire nuova luce, nuove informazioni in un racconto che non risparmia niente e nessuno. Piace al pubblico che segue con buona fedeltà la trasmissione, i suoi «viaggi», dispiace a pochi, ma quei pochi contano. È recente il fatto che il sottosegretario alle comunicazioni, Paolo Romani, si sia sentito di formulare, nei confronti del programma, il giudizio di «faziosità». Non dice dove e perché Lucarelli avrebbe sbagliato, o ceduto a una lettura distorta degli argomenti trattati, dice «fazioso», ossia non equilibrato, tutto da una parte. Infatti, Romani trova eco nelle parole di Enzo Raisi, esponente di An, che bolla il lavoro di Lucarelli come «privo di equilibrio e di ogni verità».Ce n'è abbastanza, anche perché gli appunti non sono circostanziati e, per esperienza, non c'è accusa più pericolosa di una freccia generica. L'autore non sembra colpito: «Per quanto mi riguarda - commenta - mi sento in obbligo di tenere presente il pubblico della mia trasmissione: un paio di milioni e passa se la guarda da casa, altri tre milioni su Internet. Poi, ogni critica è bene accetta, ovviamente. Ciascuno è libero, e ci mancherebbe, di pensare e di criticare come gli pare e piace. Semmai mi dispiace che le osservazioni non siano scese in profondità, che nessuno mi abbia detto “hai sbagliato qui, non hai tenuto presente questo, hai travisato quest'altra cosa”. Come faccio a prendere in considerazione un giudizio così generico, così totale? Ma a parte queste uscite, mi sembra che non si muova altro; nessuno, in Rai, mi ha fatto capire che la cosa non va, tutto tranquillo, insomma, non ho paura». Stiamo parlando del Paese che si è visto decapitare intelligenze, conduzioni e contenitori in tv in virtù di un «editto bulgaro» pronunciato dall'attuale presidente del Consiglio sulla base di giudizi che non andavano poi tanto lontano dal senso delle parole di Romano e Raisi. Per Riccardo Villari, senatore Pd nella commissione di vigilanza Rai, quelle accuse sono gravi e dimostrano che «la libertà di stampa in Italia è di nuovo nel mirino di Berlusconi e della destra». «Romani - prosegue Villari - invitato dall'opposizione a fare i nomi e non minacciose allusioni, ha individuato in Blunotte il nuovo obiettivo del governo. Siamo arrivati alla censura preventiva con liste di proscrizione che vanno addirittura oltre l'attacco alla libertà di stampa, giungendo persino alla censura delle sentenze della magistratura e della semplice cronaca? La storia si ripete da un governo Berlusconi all'altro».D'accordo su questa lettura Sandro Curzi, del consiglio di amministrazione Rai per il quale siamo già di fronte a un piccolo «editto bulgaro». «Ci sarebbe da seppellirli tutti con una grande risata - spiega - Dicono che la politica deve fare dei passi indietro ma poi gli stessi politici intervengono addirittura nel merito delle trasmissioni che peraltro non si capisce nemmeno perché vengano prese così di mira». Secondo Giuseppe Giulietti siamo di fronte «a quello che accadrà». «Nei giorni scorsi Romani ha annunciato che bisognerà ripulire Raitre, covo dell'informazione militante. Siamo solo all'aperitivo - insiste Giulietti - l'obiettivo è quello di costruire un polo mediatico omogeneo e di espellere tutte le diversità, quello che stanno facendo con la Cgil. Non c'è niente di casuale, vogliono ripulire le piazze mediatiche da tutto ciò che buca il loro schema. L'opposizione stia attenta al finto dialogo con questa gente».