Il volo verso...

LIII Piuma - L'anima (Atto III)


Avevo vinto il nemico una volta, come potevo soccombere davanti alla mia stessa potenza? Che senso aveva ardere e sfoggiare la mia natura, se ero ugualmente condannato ad una morte, forse ancor più atroce della prima? La soluzione venne da sé, in modo assolutamente naturale e non poteva essere altrimenti: rinacqui dalla scintilla, mi librai ancora una volta nell'aria e ricominciai il lungo volo verso mio padre. Non avevo più paura di un eventuale conflitto interiore , perché mi risolsi per una non-vittoria, un sottile punto di equilibrio fra mente e cuore, con la serenità di dover rinascere sempre e comunque, quasi fosse una dolce condanna.Man mano che mi avvicinavo al Sole, le fiamme s'infervoravano sempre più e sentivo l'impellente desiderio di coglierne la verità. Però, nonostante tutti i miei sforzi, non riuscivo a sollevare il capo per osservare, perché il peccato originale m'aveva reso insopportabile la vista di mio padre, forse per la vergogna che ancora provavo o forse perché lui era ancora adirato con me. Solo una volta ho avuto l'opportunità di contemplarlo; una minuscola frazione di tempo e niente di più.Un battito di palpebre per sognare la bellezza e la verità del mondo.Tanto m'è bastato per trovare te al mio fianco, anima solitaria.E tanto ce ne vorrà per chiederti, con uno sguardo, se hai sognato anche tu e se vorrai viaggiare con me...