La grotta dell'anima

La spada e le maschere - La dama di Esen (4)


© Copyright 2013 Michele Porcaro Tutti i diritti riservatiAvrebbero voluto che la vita fosse solo quel bacio, le schermaglie amorose e i piaceri su un arcipelago accarezzato dal mare. Invece non era sempre possibile. Nei loro nomi, nei loro titoli erano tracciate vie diverse. La nave con la sua vela gonfia di vento si avviava verso l'interno del golfo.I soldati osservavano gli stallieri portare via i cavalli dei tre guerrieri appena entrati nella cinta muraria del Castello dell'alba. Erano volti noti, già chiamati alla presenza del sovrano. Un uomo anziano, con i lunghi capelli bianchi che scivolavano sulla veste rossa, coperta da un mantello bianco, andò loro incontro. Era il gran cancelliere Porfirio Alefis. Si reggeva ad un bastone di rovere e procedeva con molta calma. "Oh, avete compiuto una stupenda impresa, carissimi gentiluomini! Il nostro re è molto lieto della vostra virtù. Siete stati molto validi per lo Stato""Signore, è stato un vero piacere poter essere utili allo Stato e servire il nostro re", rispose Giacomo, facendosi avanti. Il grancancelliere gli sorrise con benevolenza. "Prego, seguitemi ora", disse incamminandosi. Superarono il primo cortile e la prima cinta muraria, poi entrarono in altri tre cortili, alla fine salirono verso una torre. Giunti all'estremità passarono su un ponte di pietra coperto. Entrarono in un giardino pensile. Il fiato mancò ai tre guerrieri! Intorno ad una fonte che zampillava fresca da uno sperone di roccia, creando un piccolo lago, si estendeva un giardino di piante esotiche, palme rose e alberelli da frutto. Un muro con un camminamento avvolgeva il giardino. Lo percorsero, avendo sempre il mare alla sinistra. Il canto degli uccelli che svolazzavano tra i rami o sui merli del camminamento li accompagnavano passo dopo passo. Un gruppo di ragazze, in vesti colorate e intessute d'oro, cicalavano tra di loro allegramente. Altre, dal Torrione oltre il giardino, osservavano il paesaggio dai balconi e lanciavano occhiate curiose o maliziose ai tre giovani che passavano.