La grotta dell'anima

La spada e le maschere - La dama di Esen (5)


© Copyright 2013 Michele Porcaro Tutti i diritti riservatiRoberto strizzò l'occhio a un gruppo di giovani dame che parlottavano tra di loro, destando le loro risatine. Toro Nero, così tutti chiamavano Raoul Tauro, per la sua forza e la sua possanza fisica, camminava al suo fianco, insensibile alla bellezza del luogo e alle civetterie delle giovani dame. Giacomo invece parlava con il gran cancelliere e spiegava quello che avevano fatto contro i Palien. Sprecavano una splendida occasione! Si fermò. I loro occhi si incrociavano, quelli di lui neri e quelli di lei, belli come un daino in fuga! Era ferma su un ampio balcone, da dove scrutava il giardino e i giri dell'acqua della fonte. Al suo passaggio aveva levato il capo e ora lo fissava con intensità. Restavano immobili, seguendo la carezza di ogni respiro, mentre il sole rischiarava i loro volti tra gli svolazzi di una nidiata di piccoli passeri. "Roberto!" La voce dura di Toro Nero li destò bruscamente. "Ah, sì!", balbettò Monforte. Portò la mano chiusa sulle labbra, baciò le punte delle dita e poi l'aprì verso la ragazza. Quindi si affrettò dietro i due compagni e il vecchio gran cancelliere. Le risatine di ragazze giungevano alle tue spalle. "Sofia, lascia stare, ti vogliono", sentì. Memorizzò quel nome.