La grotta dell'anima

La spada e le maschere - La dama di Esen (8)


© Copyright 2013 Michele Porcaro Tutti i diritti riservatiLo sguardo ceruleo di re Vladimir si posò sul volto impassibile di Toro Nero. "Le tue obiezioni, Raoul Tauro, sono valide e legittime. Le richieste ci giungono da uomini fedeli alla memoria di Callinico e alla sua famiglia. Alcuni di loro ci hanno spedito missive e ambasciate in segreto e, a volte, tramite i nostri ambasciatori e nostre spie. Il generale Thalassione è malato, sta morendo. I suoi tre figli, Ermarco, Fanias e Iseo sono in lotta tra di loro. In più parecchi capitani scalpitano per prendere il governo. Thalassione, l'usurpatore, ha regnato con eccessivo rigore e durezza militare, inimicandosi il popolo e molti personaggi importanti. Ora si bramano rivolgimenti e stabilità nelle terre di Esen. È nostro dovere agire a favore di nostri amici e alleati". "In speciale modo quando l'Esen confina con i monti Egui e i popoli del Magran e gli Scarati", intervenne Porfirio. "Thalassione è stato impegnato su quei confini contro bande di Magran. Inoltre ha stipulato accordi per fare entrare in Esen una banda di Magran detti Bodoi, al servizio di un venturiero di nome Fiordas. È troppo pericoloso!" Giacomo annuì. "Noi che cosa dobbiamo fare?", chiese, fissando negli occhi Mirna. "Aiutarmi come avete già aiutato il vostro signore"."Avrete appoggi, avrete denaro e armi, avrete nomi e informazioni con cui agire. L'usurpatore e i suoi devono morire, ma prima di tutto voi dovete farci entrare ad Esenist e Reasa, i due centri maggiori", spiegò il re. "Sarete ricompensati con oro e terre", aggiunse. "Noi serviamo il nostro signore e il reame", rispose Monforte. "Padre, miei cari gentiluomini, vi prego, ora godiamoci il giusto riposo. Dopo questi giorni di festa si agirà", parlò Lucrezia. Incontrò lo sguardo del padre, che assentì con un sorriso.