La grotta dell'anima

KRIEG (12)


© Copyright 2013 Michele Porcaro Tutti i diritti riservati"Finley, quanto tempo ancora dobbiamo aspettare? Io sono stanco". "Tutto il tempo che ci vorrà, anche un secolo se non ti si dice il contrario, Alex" gli rispose Said. Non lo sopportava più quell'incompetente! Era colpa sua se si trovava in quel guaio. La droga era il suo affare. Basta con i sequestri, basta con lo sperperare i soldi corrompendo giudici per salvarsi dall'estradizione. Certo, il colpo al grattacielo della Fujima era stato fantastico! Si era divertito tanto in quei giorni. L'aveva fatta in barba a tutti, anche ai suoi compagni fanatici. Sette milioni di dollari erano tanti e gli era sembrato ingiusto separarli. Stavano così bene tutti insieme. Inoltre erano più simpatici di Alì e Ahmed, che volevano far saltare il grattacielo. Eh, sì!, l'architetto della Fujima non meritava una tale offesa. "Sta bene, Aisha?" Il grosso fazzoletto a scacchi asciugò il sudore sulla fronte del corpulento collega."Sì, grazie, signor Kaspar! Lei vuole qualcosa?" Quegli occhi neri davano uno strano brivido a Kaspar Dhiel, agente dell'Unione. Sperava tanto di fare in fretta con quella missione e così godersi la semifinale di coppa. In fondo doveva solo scortare da Londra alla base una bella ragazzina di venti anni e una grossa valigia da viaggio. Invece all'improvviso scoppia una sparatoria sullo sportello dell'aereo e tutti vengono sequestrati da degli spacciatori di droga. Non era il suo giorno fortunato. "Stia tranquillo, tutto finirà bene" lo rincuorò Aisha. "Morale della favola, una bambina deve preoccuparsi per me", si rimbrottò Kaspar. Uno dei sequestratori gli passò vicino.