OSTERIA..

Un asteroide ha colpito il mio pianeta


 Cosa succede quando iniziamo a scrivere un libro? Prima di tutto ci troviamo di fronte ad un insieme di pagine bianche, anche se non saranno le prime pagine che andremo a scrivere. Ognuno di noi possiede una libreria personale nella quale custodisce ogni libro che, fino al momento, ha scritto. Senza presunzione, ogni libro ha la sua dedica, ogni libro è sottolineato da colori diversi, colori diversi a seconda del periodo che hanno evidenziato quanto di buono scritto e quanto da ricordare nella stesura dei prossimi libri. Insegnamenti, attori principali o nomi di semplici ma tanto importanti
comparse, errori da non commettere o, semplicemente, piccoli episodi. Tutto questo da non dimenticare: c’è sempre qualcosa che dobbiamo portarci per sempre con noi. L’ultima volta che ho visto Nerina la sera tornavo da un pub: la gelosia quella sera mi stava quasi accecando. Per la quarta volta, tornando a casa, trovavo Nerina: a lei i racconti, le speranze, i dubbi, le paure, gli stati d’animo di una situazione che, da tempo, non stavo più vivendo bene. Pianta secca, senz’acqua avevo perso quella vivacità iniziale, e così ero pronto alla morte. Stasera mi è capitato di rivedere Nerina, al buio. Gatta nera, bene si nasconde nei colori della sera, ma è spuntata fuori con eleganza quando mi ha sentito arrivare: aveva sete, mamma Nerina. Tra qualche giorno sarà mamma nuovamente, è ingrassata ma è bella come ogni madre prima di dare nuova vita. “C'è uno zingaro felice dentro il cuore di ogni donna, quando la natura esplode e ti chiameranno mamma”, mi suona in mente questa frase della canzone di Britti, una lacrima mi scende ogni volta l’ascolto, è impossibile fermarla. Non c’è cosa più bella di una mamma, quella mamma che doveva diventare mamma una seconda, una terza volta, e il destino così non ha voluto, la mia, proprio il 15 marzo di 25 e 24 anni fa. Se c’è una giornata nera in una famiglia, questa data per noi è il 15 marzo. Non riesco a capacitarmi ancora, come un vortice che ti ha preso di forza, fatto star male fino a svenire e portato via lontano: ogni 15 marzo riapro gli occhi, ma resto stordito. Nerina invece sarà mamma, ma ha degli occhi che mi ricordano qualcuna: Shinarf mi guardava così, con quegli occhietti timidi, paurosi quasi vogliosi d’affetto. Aveva bisogno delle sgridate per capire, forse la sua scelta però è stata delle più giuste: proprio in quel momento avevo preso carta e penna, messo il braccio sulla scrivania e buttato tutto giù, avevo un’esigenza strana quanto soprannaturale di vederci chiaro. Adesso è tutto diverso. Ma non riesco a guardare Nerina, mi ricorda troppo Shinarf. Ma non riesco neanche a posare l’ultimo libro, forse il più bello scritto finora. Mai ho avuto una forza così, ho scoperto un nuovo io, mi sono misurato, seduto a ragionare, camminato mano in tasca mentre il vento soffiava sul mio viso in attesa di partorire un nuovo pensiero. Da quando un asteroide ha colpito il mio pianeta ho cambiato direzione, velocità e spostato asse: è giusto prendere un altro libro e iniziare a scrivere un nuovo racconto.Alessandro Marcianò, autore del blog "Osteria... del vecchio pazzo"