OSTERIA..

Il prosciutto e gli idioti.


 La lasciai andare. Non perché lo volli io, ma perché lo volle lei. Non sono uno che corre dietro, a me serve la ragazza sicura, e la ragazza sicura non ti manda via per vedere se torni. Così come sono io, non ho bisogno di dimostrare più volte il mio affetto. Se per voi il post è troppo lungo, non lo leggete e cambiate blog: scrivere scusandosi che non si legge mi dà fastidio, se si è disposti ad ascoltarmi o a leggermi ci si siede,
sennò non vi ho visto, non c’è alcun problema. Ma il contenuto è per me importante. Me ne andai, chiusi la porta e me ne andai. Non tornai più indietro, tornò lei a distanza di mesi. Ma oramai me n’ero fatto una ragione della sua assenza, lei impegnata con un altro. Rimasi parecchio senza una compagna, non ne feci una malattia. Io, figlio dell’ “ognuno sa il fatto suo”, andai avanti per la mia strada, conoscendo altre ragazze. E’ tornata diverse volte, come sono tornate altre. E’ la seconda che torna indietro nel giro di due settimane, è andata bene ad entrambe, perché fossero tornate un mesetto fa la porta era chiusa. Poi il rifiuto della ragazza dagli occhietti da cerbiatta, l’unica capace di entrare dentro me in tutto e per tutto, per tutto questo tempo e credo per molto altro tempo ancora. Non ho un dvd disinstallante e, come per rimuovere un grande file dal pc serve parecchio tempo, per rimuovere il suo sorriso avrò bisogno di tanti altri giorni ancora. Mesi? Non lo so, ma so che sarà dura. C’è chi, a quanto pare, forse non ha mai dimenticato me: a distanza di sei anni è tornata, ha fatto chilometri per rivedermi pochi minuti. Mamma, moglie. Per nulla contenta. Avrebbe dovuto ascoltarmi tempo fa, quando le parlai facendole comunque capire che non ero egoista, ora si ritrova a non sapere più che fare. Ho cercato di darle consigli, spero non risultino vani. Mi ha fatto capire che non m’ha mai dimenticato, sul telefono un sms, “ti amo”. E’ il secondo “ti amo” che ricevo in pochi giorni, ma io non sento di provare nulla né verso la prima né verso la seconda. Entrambe ex, portano lo stesso nome. Ma sono state loro stesse a voler cancellato il loro nome dal mio destino: avevano lingua e mani da poter utilizzare a tempo dovuto, e un cervello col quale ragionare. Oramai è troppo tardi.. Ho fatto di tutto per farmi odiare, per rendermi antipatico una volta allontanato. Sapevo sarebbero tornate, ma sapevo m’avrebbe dato fastidio. E così via al piano B, farmi vedere come non ero, cercando di farle capire che si sbagliavano sul mio conto. Le ho provate tutte per farmi odiare, serve essere attori, bravi attori per recitare cosa non sei. Ma non c’è stato nulla da fare, son tornate lo stesso. Troppo tardi, e ancora con la mente impegnata. Amici? Mai, mai con una persona che hai amato. Sono situazioni dove si è dentro o si è fuori: il privilegio di essere state scelte, di avere l’esclusiva, è più grande di un privilegio di grande amicizia. Soprattutto quando hanno scelto loro, facendo la prova delle angurie. Ma siccome o restano nel buio o appaiono tutte in una volta, ecco la terza: da un amico ho saputo che, dopo avermi lasciato, si è incazzata perché non mi sono più fatto sentire. Questa qui non aveva capito proprio un cazzo di me: che mi dovevo fare sentire a fare? Per giunta io per primo? E perché? Perché avrei dovuto fare io il primo passo? Ragioniamo, è come andare al supermercato e guardare il prosciutto. Se lo vuoi lo prendi. Ma se lo vuoi e invece di prenderlo te ne vai pretendendo che il prosciutto si metta le gambe e t’insegua chiedendoti di comprarti, sei una perfetta idiota. Lo vuoi? Invece di lamentarti e farti complessi, manda a fanculo l’orgoglio, torna indietro e prendilo, prima che altri lo prendano al posto tuo. Alessandro Marcianò, autore del blog "Osteria... del vecchio pazzo"