OSTERIA..

"Dove siamo?" "Uhm.. siamo ad Uscita.."


Quello di oggi è stato sicuramente un sogno ad occhi aperti, da ripetere al più presto. La Città di Paola la sento un po’ come una seconda casa, o forse una terza, dopo ovviamente Guardia Piemontese. Un ambiente che vivo solo poche volte l’anno, ma
che mantiene un fascino incredibile. Non so cosa mi spinge ad amare questo luogo, ma molto ha fatto la vicinanza con la città termale, situata un po’ più su quella di San Francesco. Una o due volte l’anno passiamo dal Santuario, tappa obbligatoria durante le due settimane di cure. Poi la Paolana, la Pallavolo Paola, la Scuola Volley Paola: la mia avventura da inviato mi ha permesso di conoscere questi ambienti, mi ha permesso di conoscere i personaggi che lavorano al loro interno. Oggi non ho fatto in tempo a dire ad un amico che salivo su, che subito lui si è messo a disposizione, facendomi girare Paola e permettendomi di trovare la cassiera, oltre che farmi visitare il Santuario. Non credevo facesse quest’effetto, quasi da farmi tornare bambino. Prima tappa da lei, mi ha riconosciuto subito, beato chi se la prende, davvero una bella ragazza. Lì vicino le palestre e il campo da gioco: mi hanno riconosciuto subito, mi hanno pure spiegato dove ci siamo visti. Una volta sola, non di più, magari avrò lasciato un bel ricordo. Magari! Ma di certo, sono stati loro ad avermi regalato dei piccoli momenti che porterò per sempre dentro me. Se non fosse stato per la Paolana, io non ero qui a scrivere su un quotidiano calabrese. Vero! Credo però di aver intuito delle qualità che mi permetto di citare, ma delle quali tengo rispetto quanto paura. La lealtà, la semplicità e l’umiltà sono delle caratteristiche che rendono grandi, e di cui bisogna averne cura se possedute. Non ritengo di essere un vanitoso o un egoista di prima classe, ma ho paura di diventarlo. Di certo, farò il possibile questo non avvenga, e la mia paura forse è più futura che presente, dato che sono davvero poche le persone che mi conoscono. Ho sentito i complimenti che hanno fatto ad un dirigente per un’intervista pubblicata oggi sul quotidiano dove scrivo, ma chi era a fare i complimenti non sapeva di avere davanti anche il tizio che ha scritto l’articolo. Questo a significare come alcuni giornalisti siano sconosciuti visivamente parlando, magari se dicevo il mio nome sarebbe stato diverso, ma io preferisco così. Sono sul treno, il mio portatile bianco ha ancora un filo di batteria, e voglio sfruttarlo per tornare a scrivere così sul mio blog, tralasciando la questione Berlusconiana, di cui i giornali saranno pieni nella giornata di domani. Da molto non ci scrivevo, e qualche motivo c’era. Spero di essere definitivamente tornato, l’esigenza di scrivere è forte, e sono tante le cose di cui vorrei parlare. Oggi dedico questo mio post a Paola e ai Paolani: confidavo al mio amico una sensazione di particolare attrazione verso le paolane, eheh oh, so uomo pure io eh.. Le ragazze, quest’estate è stata strana in tal senso. Dopo aver dato il rosso diretto alla ragazza rincorsa per un anno, dopo due giorni mi sono ritrovato abbracciato da un’altra. E poi da un’altra ancora, passando per quella che è stata la grande delusione Shinarf, grandissima delusione, ma comunque già annunciata. Ho sperimentato qualcosa di nuovo, in giro per le spiagge, tornando quello che ero prima. Ecco, questa è stata la notizia più importante dell’intera estate, sono davvero tornato quello di prima, quel pazzo, pieno di energia a volte coinvolgente. A volte mi chiedo se ne valeva la pena, se davvero ho perso un anno prezioso della mia vita, chiudendomi a riccio inseguendo un obiettivo poi risultato non tanto impossibile, quanto realmente sbagliato in partenza. Ma vabbè, l’errore è tutto da attribuire alla mia persona, di certo non mi aspettavo alcuni comportamenti, come di persone conosciute da almeno un decennio che, invece di aprire gli occhi, si son fatte i fatti loro. E’ vero,2 non si finisce mai di scoprire le persone, ma se ho sventolato il rosso anche a loro. Come ad alcuni miei familiari. Già, non guardo in faccia nessuno, proprio nessuno. Di questo parlavo qualche giorno fa con un mio carissimo amico, e di cui parlerò qui tra qualche giorno. Credo che la dignità non vada mai calpestata, che l’amicizia vera si vede anche quando c’è da aprire gli occhi, soprattutto se la verità può fare male. E ritengo che la vita è troppo importante per lasciare spazio a persone false quanto sfruttatrici, che ci tolgono la possibilità di scoprirne di altre, magari più mature e con più personalità, ovvero di quelle che ti fanno crescere. Mi chiedo se le persone d’oggi hanno paura di crescere, se hanno paura di chi ha gli attributi. Vedo troppe persone che rincorrono obiettivi facili o da sottomettere, e me ne dispiace. Sapete che non so dove sono? L’unica cosa che leggo è un cartello con scritto “Uscita”, ma non credo ci sia un paese che si chiama così. Alessandro Marcianò, autore del blog "Osteria... del vecchio pazzo"