OSTERIA..

Poff, poff, poff.. il segreto di una goccia..


 Dieci minuti, tempo di un caffè, tanto per parlare di quel rumore che fa la pioggia, quel rumore che viene prodotto da tutte quelle gocce che scendono una dopo l’altra.. Più che una pioggia fitta, mi piace osservare quelle gocce che cadono da una tettoia, magari dentro un secchio.. prima una, poi un’altra, poi un’altra ancora.. Poff.. Poff..
Poff.. A volte, le cose migliori riescono proprio così, quando si fanno piano piano.. Non a caso il detto dice chi va piano va sano e va lontano.. Nello studio, nella politica, nella vita, nell’amore, nelle piante.. Pensate alle piante: voi provate a mettere poca acqua, e vedrete il terreno come la assorbe subito. Mettetene tanta: resterà in superficie.. Provate a studiare una materia in una settimana, che vi resta? Provate a dividere il lavoro: poco al giorno, ma dopo l’esame la materia vi resterà dentro.. Provate nell’amore: vi piace una ragazza o un ragazzo, voi fatevi conoscere piano piano, col contagocce.. un po’ alla volta, fatevi desiderare, scoprite piano piano il carattere di chi vi sta davanti, meccanismo che a volte si rivela migliore, dato che non sempre bellezza interiore vuol dire bellezza esteriore o viceversa. Non subito, come il contagocce, un giorno scopri una cosa, n’altro giorno ne scopri un’altra, poi un’altra ancora.. Senza accelerare i tempi: provate a mettere un freno, chi vi vorrà veramente s’interesserà di voi, o almeno ve lo farà capire. Di certo, se si parte con un molto romantico “Minchia chi ssi bona” l’effetto quasi sicuramente non sarà quello desiderato. Quindi anche in politica ci vuole pazienza. In fin dei conti ci possiamo inventare tutti politici, in pochi la passione la conservano negli anni, sarà questa a distinguere gli uni dagli altri. E così anche nella corsa: tu vai col tuo ritmo. Se acceleri e non sei allenato, alla fine ti vedrai superato da chi ha optato per un ritmo più lento ma costante. Magari preferisco essere così, costante, perché non ho fretta. L’obiettivo che ho voglio sia innaffiato un po’ alla volta. Se già in partenza non riesco a gestirlo, non posso pretendere di poterlo amministrare bene un domani. Bisogna gestire anche la fretta: si vuole tutto e subito, e si rischia di fare la fine dell’atleta. E allora prendo il contagocce, nella speranza il terreno risponda parallelamente con dei germogli, puliti e solari come il suo sorriso.Alessandro Marcianò, autore del blog "Osteria... del vecchio pazzo"