Praia do Forte IGiovedì 08/03/2007 (Quinta-feira)È il giorno dell’escursione a Praia do Forte, e anche, incidentalmente “la festa delle donne”, che dalle nostre parti è diventata anche una festa per i fiorai, dato che si usa regalare mimose, orchidee ecc. alle proprie amiche, fidanzate, spose, ecc. Ma trovandomi qui a Salvador, per quest’anno sono esentato dal rituale omaggio.Nella hall dell’albergo attendo l’ora della partenza. Un giornale nazionale, nel celebrare la ricorrenza, raccomanda l’uso della camizinha per scongiurare l’AIDS e altre infezioni da contatto sessuale. Arriva Mirro, un ragazzo che studia all’università e arrotonda facendo la guida turistica: è simpatico; parla portoghese e spagnolo, l’italiano molto poco. Raccoglie i pochi partecipanti alloggiati all’hotel invitandoli a prendere posto sul pullman parcheggiato in strada. Ennesima delusione: l’allegra comitiva si compone di quattro persone in tutto compreso il sottoscritto. C’è un tipo di nazionalità (argentina ?), corporatura e tratti grossolani; non bello ma socievole. Assomiglia moltissimo ad un mio amico: lo stesso naso, il corpo massiccio e la pancia. Sale anche una coppia di ragazzi di carnagione bianca, appena un po’ colorata. Probabilmente sono turisti di un altro stato del Brasile. Lei ha i capelli scuri e l’aria soddisfatta; “morbidosa”, non alta, sorride spesso e dolcemente. Per quanto buoni i miei compagni di viaggio sono troppo pochi. Per fortuna il pullman si ferma a raccogliere altre persone in un paio di alberghi della zona. Sfortunatamente, sono quasi tutti uomini. Salgono due ragazzi poi una strana “coppia” maschile: un tipo eccentrico, magro ma stagionato, apparentemente quasi sessantenne; i capelli sale e pepe raccolti dietro, a coda di cavallo; un paio di baffetti nerissimi, arricciati all’insù, tipo “Salvador Dalì”; braccialetti, un orecchino e un anello alla mano sinistra.
Post N° 96
Praia do Forte IGiovedì 08/03/2007 (Quinta-feira)È il giorno dell’escursione a Praia do Forte, e anche, incidentalmente “la festa delle donne”, che dalle nostre parti è diventata anche una festa per i fiorai, dato che si usa regalare mimose, orchidee ecc. alle proprie amiche, fidanzate, spose, ecc. Ma trovandomi qui a Salvador, per quest’anno sono esentato dal rituale omaggio.Nella hall dell’albergo attendo l’ora della partenza. Un giornale nazionale, nel celebrare la ricorrenza, raccomanda l’uso della camizinha per scongiurare l’AIDS e altre infezioni da contatto sessuale. Arriva Mirro, un ragazzo che studia all’università e arrotonda facendo la guida turistica: è simpatico; parla portoghese e spagnolo, l’italiano molto poco. Raccoglie i pochi partecipanti alloggiati all’hotel invitandoli a prendere posto sul pullman parcheggiato in strada. Ennesima delusione: l’allegra comitiva si compone di quattro persone in tutto compreso il sottoscritto. C’è un tipo di nazionalità (argentina ?), corporatura e tratti grossolani; non bello ma socievole. Assomiglia moltissimo ad un mio amico: lo stesso naso, il corpo massiccio e la pancia. Sale anche una coppia di ragazzi di carnagione bianca, appena un po’ colorata. Probabilmente sono turisti di un altro stato del Brasile. Lei ha i capelli scuri e l’aria soddisfatta; “morbidosa”, non alta, sorride spesso e dolcemente. Per quanto buoni i miei compagni di viaggio sono troppo pochi. Per fortuna il pullman si ferma a raccogliere altre persone in un paio di alberghi della zona. Sfortunatamente, sono quasi tutti uomini. Salgono due ragazzi poi una strana “coppia” maschile: un tipo eccentrico, magro ma stagionato, apparentemente quasi sessantenne; i capelli sale e pepe raccolti dietro, a coda di cavallo; un paio di baffetti nerissimi, arricciati all’insù, tipo “Salvador Dalì”; braccialetti, un orecchino e un anello alla mano sinistra.