Sodo?…mah Domenica 11/03/2007- Mattina (Domingo - amanhã) La mattina seguente a quella notte di sesso in cui io non avevo granché dormito per eccesso di stanchezza o per l’eccitazione non sfogata, Bete mi rivolge tenere parole d’amore, mi accarezza, mi bacia, mi dice che “eu gosto muito você” (io le piaccio molto) ma è un po’ triste perché ritiene di non piacere altrettanto a me. Si riferisce probabilmente al fatto che non sono riuscito a venire, evento che lei ha interpretato come uno scarso gradimento nei suoi riguardi. La rassicuro su questo:– Non è colpa tua, anzi, sei una caldissima amante. Sono io ad avere dei problemi: mi sento particolarmente fiacco; ho la pressione bassa, la circolazione al minimo. Ci vorrebbe il Viagra… -.– No, non occorre – replica – ci vuole solo un po’ di pazienza e presto tornerai in forma –.È lì, distesa sul letto con i capelli sciolti e un po’ ondulati, il corpo rilassato e invitante, la pelle color cacao lucente e tonica: come non approfittarne? Le propongo un massaggio, rilassante per lei, eccitante per me. È in posizione supina; le salgo sopra appoggiando le ginocchia ai lati del corpo in modo che i miei genitali le accarezzino il solco della schiena e le natiche. L’uccello rialza la testa. Appoggio le mani sulle spalle della mia partner, massaggiando i deltoidi, il trapezio, i fianchi. Scendo lentamente, con voluttà, lungo la schiena, ora scivolando sulla pelle morbida come seta, ora soffermandomi per esercitare una certa pressione sulle vertebre.Il membro vibra e oscilla in risposta ai miei movimenti, strofinandosi con libidine sul corpo della femmina, così come l’anima di legno del violino, a contatto con la tavola armonica, trasmette le vibrazioni delle corde all’intero strumento. È un’operazione piacevole che cerco di portare a termine con impegno. Mi sposto verso il basso seguendo le curve del corpo, ben rilassato e a mia completa disposizione. Evento raro, per non dire impossibile che una donna delle mie parti si abbandoni così completamente nelle tue mani, docile ai tuoi voleri, sollecita ai tuoi desideri come la mia Bete…Perlomeno, a me non è mai capitato… Affondo le mani nella torbida fenditura tra le cosce per massaggiarle dall’interno, sfiorando maliziosamente il pube. Con molta professionalità, mi impegno a non deviare dal programma che mi ero imposto. Esercito la mia arte sul sacro, sui glutei, le gambe e i piedi.Finalmente, è giunto il momento di spogliarmi della fredda e distaccata veste professionale – si fa per dire, giacché, al pari della mia morbida paziente, sono completamente nudo – per concedermi uno svago di reciproca soddisfazione.Le accarezzo le natiche con gesti ampi e sempre più profondi. La vulva, verso cui scorrono le mie dita impazienti, è già umida. Introduco senza indugio l’indice e il medio e le sollevo il sedere per rendere più agevole il movimento a stantuffo. Mi abbasso per titillare con la lingua il punto di congiunzione delle grandi labbra, senza trascurare rapidi passaggi sul buchetto soprastante. La zona è perfettamente pulita e la fica gustosa e fragrante. Ormai ho scoperto che la signora gradisce la penetrazione anale, cosicché, lubrificando il piccolo pertugio con il solito sistema, mi faccio strada entro di esso lavorando a due mani: una per la vagina, l’altra per il secondo canale.
Post N° 104
Sodo?…mah Domenica 11/03/2007- Mattina (Domingo - amanhã) La mattina seguente a quella notte di sesso in cui io non avevo granché dormito per eccesso di stanchezza o per l’eccitazione non sfogata, Bete mi rivolge tenere parole d’amore, mi accarezza, mi bacia, mi dice che “eu gosto muito você” (io le piaccio molto) ma è un po’ triste perché ritiene di non piacere altrettanto a me. Si riferisce probabilmente al fatto che non sono riuscito a venire, evento che lei ha interpretato come uno scarso gradimento nei suoi riguardi. La rassicuro su questo:– Non è colpa tua, anzi, sei una caldissima amante. Sono io ad avere dei problemi: mi sento particolarmente fiacco; ho la pressione bassa, la circolazione al minimo. Ci vorrebbe il Viagra… -.– No, non occorre – replica – ci vuole solo un po’ di pazienza e presto tornerai in forma –.È lì, distesa sul letto con i capelli sciolti e un po’ ondulati, il corpo rilassato e invitante, la pelle color cacao lucente e tonica: come non approfittarne? Le propongo un massaggio, rilassante per lei, eccitante per me. È in posizione supina; le salgo sopra appoggiando le ginocchia ai lati del corpo in modo che i miei genitali le accarezzino il solco della schiena e le natiche. L’uccello rialza la testa. Appoggio le mani sulle spalle della mia partner, massaggiando i deltoidi, il trapezio, i fianchi. Scendo lentamente, con voluttà, lungo la schiena, ora scivolando sulla pelle morbida come seta, ora soffermandomi per esercitare una certa pressione sulle vertebre.Il membro vibra e oscilla in risposta ai miei movimenti, strofinandosi con libidine sul corpo della femmina, così come l’anima di legno del violino, a contatto con la tavola armonica, trasmette le vibrazioni delle corde all’intero strumento. È un’operazione piacevole che cerco di portare a termine con impegno. Mi sposto verso il basso seguendo le curve del corpo, ben rilassato e a mia completa disposizione. Evento raro, per non dire impossibile che una donna delle mie parti si abbandoni così completamente nelle tue mani, docile ai tuoi voleri, sollecita ai tuoi desideri come la mia Bete…Perlomeno, a me non è mai capitato… Affondo le mani nella torbida fenditura tra le cosce per massaggiarle dall’interno, sfiorando maliziosamente il pube. Con molta professionalità, mi impegno a non deviare dal programma che mi ero imposto. Esercito la mia arte sul sacro, sui glutei, le gambe e i piedi.Finalmente, è giunto il momento di spogliarmi della fredda e distaccata veste professionale – si fa per dire, giacché, al pari della mia morbida paziente, sono completamente nudo – per concedermi uno svago di reciproca soddisfazione.Le accarezzo le natiche con gesti ampi e sempre più profondi. La vulva, verso cui scorrono le mie dita impazienti, è già umida. Introduco senza indugio l’indice e il medio e le sollevo il sedere per rendere più agevole il movimento a stantuffo. Mi abbasso per titillare con la lingua il punto di congiunzione delle grandi labbra, senza trascurare rapidi passaggi sul buchetto soprastante. La zona è perfettamente pulita e la fica gustosa e fragrante. Ormai ho scoperto che la signora gradisce la penetrazione anale, cosicché, lubrificando il piccolo pertugio con il solito sistema, mi faccio strada entro di esso lavorando a due mani: una per la vagina, l’altra per il secondo canale.