melassa p. 100 post

Lei:

data: 20/10/2005  Oggetto: Risposta a “Colpito ma non affondato”

Ciao Dino... mi piace, come sempre, l'analisi che fai dei miei scritti... in fondo credo che tu abbia ragione... forse ho omesso di comunicarti il titolo dello scritto: "UNA VOCE NEL CORO - acuti di donna"... Come vedi non ti sei scostato dalla realtà. L'apparente ironia nasconde l'ancóra cocente amarezza... Urlo solo un vissuto visto dal mio modestissimo e piccolissimo punto di vista... Vita vissuta di quella che è umilmente solo un essere umano.

A presto caro amico. Arianna

Lui:

data: 20/10/2005  Oggetto: Commenti

Eccomi di nuovo Arianna.

Non ho avuto tue notizie: spero tu abbia ricevuto la mia prima mail successiva all’invio del tuo elaborato (a proposito: la tua dissertazione è uno sfogo intimo o hai intenzione di divulgarla, sotto forma di blog o pubblicazione?). In ogni caso ti ringrazio per la fiducia (e il grande sprezzo del pericolo) che hai dimostrato consegnando il tuo cuore, la tua anima e la tua testa al più crudele dei sultani.

Ho terminato di leggere la prima parte dello scritto (“l’Essere”) in cui ho notato qualche parola che sembra essere uscita dalla mia tastiera (il maschio spargitore di seme e la femmina predestinata a ricevere; le virtù di Madre Teresa di Calcutta; ecc.), ma l’impostazione, dietro un velo di ironia che indulge sulla sofferenza delle donne dovuta al fatto che il loro uomo non “sente” e non si comporta come loro si aspetterebbero, è piuttosto squilibrata dalla “vostra” parte ed evita una riflessione veramente obiettiva dei rapporti fra i due sessi.

Tu stessa dici che esiste una quantità di libri sull’argomento: saresti così gentile da fornirmi un dettagliato elenco della “bibliografia” da te consultata per redigere la tua “tesi”? Non so su quali libri ti sei “formata”, ma sicuramente avrai notato che buona parte di essi sono stati scritti da donne. Già perché l’amore e il mondo delle relazioni uomo-donna è un tipico interesse femminile, di cui “voi” ritenete di avere l’esclusiva, o comunque avete la convinzione più o meno conscia che il vostro punto di vista sull’argomento sia il più importante o avanzato e quasi coincida con la Verità assoluta…Ogni credente, di qualsiasi fede, è convinto che il proprio Dio sia l’Unico, il Vero, il Giusto e tutti gli altri siano dèi falsi e bugiardi…

Sorvoliamo… Ho solo l’imbarazzo della scelta per attuare le mie “contromosse” e cercare di arrivare insieme ad un giudizio più equilibrato su questi scottanti argomenti. Eccone alcuni alla rinfusa.

·    L’anima gemella o le due parti della mela che si completano a vicenda.

Ma vogliamo smetterla con queste scempiaggini? La fortunata immagine utilizzata nel “Simposio” di Platone ha la bellezza di 2400 anni e ancora la utilizzano editorialisti privi di idee e di fantasia oppure imprese di marketing che ripropongono la solita retorica romantica per vendere la loro merce caratterizzata da inverecondo o squallido sentimentalismo strappalacrime: si tratta di agenzie matrimoniali a pagamento, di siti Internet che offrono i loro “servizi” a carattere oneroso ai singles, di rotocalchi, soap opera, fictions televisive che somministrano i loro stucchevoli polpettoni ad una folla di bulimici affamati di emozioni preconfezionate.

Platone riporta fedelmente l’intervento di Aristofane, noto commediografo contemporaneo che ovviamente, da par suo, usa l’ironia e la satira nel coniare l’immagine grottesca di mostruosi esseri primigeni con 4 braccia, 4 gambe e 2 sessi (maschile e femminile) i quali provvidenzialmente vengono separati da Zeus, ma da allora, sentendosi incompleti, cercherebbero di ritrovare la propria metà per ricostruire lo spaventoso essere bisex di partenza. Questa singolare metafora dell’amore nasce nell’ambito di una cultura pagana non ancora filtrata ed edulcorata dalla Chiesa la quale ha cercato di “addomesticare” il pensiero degli antichi adattandolo alla sua morale monogamica, quella della indissolubilità del matrimonio, espressa nella formula: “L’uomo non divida ciò che Dio ha unito” che ha determinato tutta l’etica borghese, puritana, perbenista fino ai giorni nostri.

Se vogliamo illuderci che possa esistere una metà, un’anima complementare alla nostra, che si adatta perfettamente a noi, ci completa e che il destino magnanimo forse ci farà incontrare, allora dobbiamo anche accettare l’idea che quell’altra metà non la troveremo mai. Ci sono circa 6 miliardi di persone al mondo e per comodità di calcolo si può ipotizzare che ogni uomo dovrà cercare la sua anima gemella fra i 3 miliardi circa di donne che costituiscono l’altra “metà del cielo”, e viceversa (è più probabile azzeccare un “6” al Superenalotto: “solo” una probabilità su 600 milioni…). Ammesso che la rintracci, questa creatura femminile potrebbe trovarsi in Mongolia, o nel fitto della foresta amazzonica, o tra i ghiacci polari; potrebbe avere solo 5 o 10 anni di età o essere ottuagenaria; potrebbe parlare una lingua per lui incomprensibile o potrebbe trovarsi in carcere, rinchiusa in un manicomio o in un convento, oppure essere vecchia, decrepita, invalida, deficiente, orripilante, o irriducibilmente lesbica. C’è solo una probabilità su oltre 3 miliardi di casi che la nostra metà della mela sia proprio la ragazza della porta accanto… Dobbiamo quindi accettare dei compromessi per relazionarci con un’altra persona, e questo è la base di tutto.

Non ho più tempo per proseguire con le mie disincantate riflessioni. Ti bacio. A presto.   Dino                    

PS: leggo ora il tuo messaggio: se mi autorizzi, farò polpette delle tue rancorose rivendicazioni.