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Post N° 77

Post n°77 pubblicato il 22 Giugno 2007 da feroce.saladino
 

Una storia ferrarese (parte V)    

            

Il rapporto “strettamente confidenziale” della mia ospite a tavola si era concluso, mentre terminava anche la cena. Il concerto era a metà. Risalimmo al piano di sopra prendendo posto nel tavolino riservato.

Non mi ero lasciato toccare da quella triste storia, né ero rimasto particolarmente sorpreso: non si trattava affatto di un caso isolato. Sono cose che succedono in una ambiente di antica matrice contadina, chiuso e repressivo, come quello di Ferrara. Anche la mia giovinezza è stata segnata da fortissime inibizioni sessuali che hanno lasciato un segno indelebile nelle mie successive (non) relazioni con le donne; e l’abitudine a trattenere e nascondere le emozioni, a vergognarsi di ciò che procura piacere perché inconsciamente percepito come peccaminoso, è una grave sciagura a me ben nota.

Tornando a Silvana, avevo compreso le necessità di lei, ma non intendevo soddisfarle. Il suo desiderio era evidentemente quello di trovare una persona seria e affettuosa, di età compatibile, che le stesse accanto, sostenendola nella vecchiaia incombente: il risvolto erotico-sessuale, l’attrazione dei sensi, coerentemente con quanto mi aveva rivelato, non era previsto nei suoi programmi, quando invece nei miei sogni di un improbabile riscatto, l’amore fisico sta ai primi posti. Non mi sento di condividere questa vocazione al prepensionamento e al disarmo totale, distaccandomi volontariamente, dopo una vita di mortificazioni e rinunce, proprio da ciò che non ho mai goduto. Mi ero identificato con l’ex compagno di Silvana e cinicamente, come aveva fatto lui, la abbandonavo al suo destino.

Visto l’andamento della serata, avrei voluto godermi senza ulteriori distrazioni la seconda metà del concerto.

Seduti al tavolino, mi guardavo d’attorno: c’erano giovani sui 30-40 anni con le loro ragazze o amiche, fresche, carine, ben curate e con l’aria di non aver mai avuto problemi di disadattamento sociale, sessualità repressa, difficoltà di relazione, disistima, che sono sempre stati il mio pane quotidiano. E il raffronto con la mia stagionata “amante” accresceva la mia sensazione di estraneità e i rimpianti: ecco ciò che il tempo mi riservava nel prossimo futuro: l’amore settembrino, l’agonia degli ultimi fuochi di una passione mai veramente divampata, per mancanza di ossigeno o di alimento, il liquido dissolversi di una candela di cera ormai consumata…

Il rientro dei tre musicisti mi riscosse da quei torvi pensieri. C’era il contrabbasso, il pianoforte e il bandoneon (una piccola fisarmonica quadrangolare con i pulsanti su entrambe i lati, il cui suono dona un caratteristico colore al tango argentino). La musica era molto gradevole e intrigante, ma non riusciva a “prendere” la demi-vièrge che mi stava a fianco poiché ogni tanto questa interrompeva il suo imbarazzato silenzio con qualche commento fuori luogo. Si trovava evidentemente in un ambiente a cui non era per nulla abituata; le sue osservazioni si concentravano soprattutto sulle buffe smorfie del leader del gruppo, il pianista, il quale, come spesso succede a certi artisti quando sono completamente posseduti dalla musica che loro stessi stanno creando, muoveva la testa, roteava gli occhi, biascicava come una cammella in calore, insomma, “accompagnava” con tutto il suo corpo i suoni prodotti dallo strumento; e il pianoforte, “l’oscuro oggetto del desiderio” con cui in quel momento aveva intimi e ritmici contatti, era la sua donna. Tutti quei gesti, le comiche espressioni del viso, l’abile e carezzevole movimento delle dita, erano verosimilmente la conseguenza di un prolungato, intenso orgasmo musicale. Ma Silvana, forse inconsciamente turbata da tale manifesta sensualità, così impudicamente esibita e goduta, anziché lasciarsi sedurre dal ritmo del tango – un ballo che, come noto, possiede una forte carica erotica, dove la coppia mima l’atto sessuale e le cui torbide origini si perdono fra i sobborghi e i bordelli di Buenos Aires del primo ‘900 - non trovava di meglio che fare delle battutine circa la sanità di mente dello “scandaloso” musicista.

Io, più avvezzo a quelle situazioni di voyeurismo musicale, non avendo avuto nemmeno la consolazione di un bacio estorto alla mia pudica ospite, ero comprensibilmente infastidito dai suoi inopportuni interventi. Tuttavia non potevo zittire la mia amica come una qualunque estranea.

Commenti così scioccamente naif, pur nella loro genuina naturalezza, la dicono lunga sulla sensibilità artistica di colui o colei che li pronuncia e corrispondono alle affermazioni di certe persone che non apprezzano la pittura moderna poiché nelle opere contemporanee non sono chiaramente individuabili figure, visi, corpi, oggetti, elementi del paesaggio oppure, se anche vi si trovano forme familiari, sono i colori o gli accostamenti a lasciare perplessi in quanto stravolti rispetto alla consuetudine.

Per fortuna, dopo qualche altra ingenua osservazione a cui rispondevo laconicamente con un sorriso di circostanza, evitando di dare risposte che avrebbero potuto innescare nuove curiosità e richieste, Silvana si acquietò, essendo ormai priva di argomenti.  [segue] 

 

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Commenti al Post:
monnalisa100
monnalisa100 il 09/07/07 alle 13:09 via WEB
nel mio profilo ti notai e subito una mia traccia ti lasciai..ciao buona giornata
 
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