Creato da fessure il 18/08/2008

Attraverso

Dove Donna Ombra diventa Fessure

Fessure.
Che lasciano colare il piacere.
Che fanno grondare il dolore.
Che suturano lacrime.
Che ci dipingono di sole
Che ci accarezzano di ombra.
Che filtrano la luce.
Che urlano il buio.
Che soffiano il vento.
Che ti modellano di creta e melodia.
Come il mare gli scogli.
Che ti rendono unico.
P
er ogni istante che ti hanno regalato.

 

 
 
 

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Il "Postomoltoficocafè"

Post n°11 pubblicato il 24 Ottobre 2008 da fessure
 

Dopo una serata passata arrancando sui tacchi, seppur ammirando gli affreschi di Palazzo Marino,                  ( pare…dicono…chissà…che sia la sede del comune di Milano…Anche se di BelliCapelli non c’era traccia… ), alla collega glamour dell’altrettanto catena alberghiera glamour viene in mente l’APERITIVO. Io che di glamour ne ho avuto sempre poco, ma di pragmatismo non mi faccio mancare nulla penso in maniera arcaica:  ore 21 = fame= gli aperitivi a Milano sono molto rinforzati= bene, si cena! 

Di conseguenza il mio animo,pieno di brochure e agende gadget si è rallegrato e con le altre tre colleghe ci siamo sedute sugli sgabelli del : “Oh-vi-porto-in-un-posto-un-sacco-fico-cafè”

Il posto è molto bello, luci calde su uno stile minimalista, il bancone del bar è il centro del locale con accenni vaghi di deliri di onnipotenza.

Ovviamente quattro donne bellissime ( chi ha le prove per dire il contrario? ) in un postomoltoficocafè, fanno subito Sex & The City, per cui ci siamo litigate il ruolo di Carrie, perché nessuna di noi aveva il coraggio di ammettere che in verità voleva quello di SamantHa Jones, e mentre le altre tre si assegnavano quello della romantica Charlotte, ho approfittato per guardare la fauna del locale: l’unico Uomo presente in sala ( Uomo= esemplare di sesso maschile senza gel, fard, mascara ,tacchi, pantaloni di serpente, ancheggiamento paripatetico, ecc, ecc ..) ha la spilletta del WWF. 

Gli mando un messaggio telepatico: “Ma hai la spilletta del WWF perché sei amico del panda o perché sei stato adottato in quanto specie a rischio d’estinzione?”

Mi manda una risposta telepatica: “ Visto che sono l’Unicouomopresente in sala, mi permetto il lusso di non parlare con donne alte meno di un metro e settanta e che pesano più di cinquanta chili.”

“Devi essere uno stronzo, e gli stronzi non si estinguono mai, ciò mi rassicura.” perché l’ultima parola dev’essere mia, anche telepaticamente. 

Arrivano gli aperitivi. Il mio Bloody Mary è decorato da sfoglie di cetrioli e carote sadicamente infilzate su brevi stuzzicadenti di legno di wenge. Come accompagnamento, al posto della carrellata di pizzette, salatini, lasagne, bombe a mano e tricchetracche che di solito servono negli happy hour nella città della Madonnina, arrivano due grissini, tre taco, e delle spianatine di parmigiano del peso di due o tre grammi. Al Negroni, al Margarita ed al Martini delle mie colleghe di passione tocca la stessa ingrata ed affamata sorte. Nessuna novità al secondo giro, a parte la  modesta obiezione della nostra ospite: non potremmo avere qualcosa in più da mangiare?

“ Il parmigiano è finito..” ci dice il camerierino col grembiulino nero, con un tono stizzoso, come se in quattro ci fossimo mangiate tutta la forma. 

Resto in silenzio e comincio a contare: uno, due, tre , quattro….

“ Beh, abbiamo preso quattro aperitivi….” ( leggi: pezzenti!) incalza la mia amica.

“ Non è policy di questo locale, servire la cena.” Ribadisce l’omino, sull’orlo di una caldana da menopausa. 

Resto in silenzio, cinque, sei ,sette…Aggiungo dei respiri profondi…otto, nove, dieci…. 

“ Ma su, la mia collega deve mangiare! E’ incinta….” Insiste la collega, indicando me. ( ma perché la parte di quella incinta è sempre mia??? ) 

“ Mi potrei permettere di dire che non sono stato io?” Risponde vezzoso il colibrì listato a lutto.

Oddio, lo sapevo, so’ finiti i numeri!

“ Questa battuta da taverna, potevo aspettarmela da un facchino della stazione centrale e non da lei, in un posto come questo.”

Lo dico con un tono morbido, senza increspature stridule, come se stessi ordinando il terzo Bloody Mary e lo ordinerei pure se non fosse arrivato il conto.

Di ottantaquattro euro.

“L’hai massacrato.” Sghignazzano le colleghe, che mi conoscono poco e non sanno di quanto sarei stata capace ancora.

Sorrido e penso a chi dico io. Se fossi Papa Woitla bacerei il pavimento della città per la serata di due giorni prima, dove niente è stato lesinato ed ogni senso ha avuto il suo pezzetto di paradiso ed il cuore la sua fetta di pace.

Meglio prendere un taxi e tornare a casa, e ancora come Sexy & The City, lo chiamo al volo col cenno della mano: Tango 69.

...E allora ditelo!

 

 
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