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Clandestini: sanità gratis


L’afflusso di clandestini presso i nostri servizi di pronto soccorso, il loro ricovero negli ospedali, la fornitura agli stessi di cure gratuite da parte dei nostri volenterosi medici di base, hanno numerosi effetti negativi.Si accrescono le code presso le strutture pubbliche, si incrementa il fenomeno dei posti letto in corsia, le spese per farmaci e diagnosi contribuiscono al deficit pauroso della sanità nazionale. Ma Vendola e il Presidente della Regione Piemonte puniscono chi applica la legge. Secondo loro bisogna curare tutti, senza rendersi conto che così si fa esplodere la spesa sanitaria. Ciò incentiva i clandestini a venire nella nostra Italia. Essi sostengono che la Costituzione Italiana garantisce il diritto dei clandestini a essere curati gratuitamente in Italia restando nell’anonimato,in quanto l’art.32 recita che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. Ma lor signori dimenticano che questo articolo è compreso nel titolo II della Costituzione (rapporti etico-sociali), che dev’essere letto sulla scorta dell’art.3 dei principi fondamentali che stabilisce che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge”. Dunque il diritto all’assistenza sanitaria spetta solo ai cittadini. Vendola sostiene che curando i clandestini senza informare l’autorità di P.S. si fa l’interesse della collettività, perché si previene la diffusione delle malattie infettive. Ma è vero il contrario, perché così si incentivano i portatori di malattie infettive a venire in Italia clandestinamente per farsi curare gratis. Nel nostro Paese, in cui i soldi scarseggiano, ma la demagogia abbonda, occorre dire ai vari Vendola, governatori di Regioni o sindaci che non possono farsi una Costituzione ad hoc per dare i soldi dei contribuenti nazionali a chi pare loro. Se vogliono farlo non li possono chiedere allo Stato, cioè a tutti noi, ma ai propri elettori. Questa è la prima lezione di FEDERALISMO FISCALE, tanto caro alla Lega