Fidati Attimi

"IL CACCIATORE DI AQUILONI - IL FILM"


Sono andata al cinema con Stefano, ieri sera. Abbiamo assistito alla proiezione de "Il cacciatore di aquiloni", tratto dall'omonimo meraviglioso libro di Khaled Hosseini.Avevo letto questo volume un paio di mesi fa e me ne ero innamorata, e tra poco leggerò il secondo libro del medico afghano rifugiatosi negli U.S.A., "Mille splendidi soli". Come ho scritto altre volte, in genere il libro é sempre migliore del film, ed anche in questo caso la regola é confermata: la pellicola mi ha preso moltissimo, é un film davvero fatto bene, che comunque "rende" le emozioni del libro, e lo racconta in modo semplice ma sentito e chiaro. Sicuramente, per chi non ha letto le pagine, questo film sarà bellissimo comunque.A Stefano, che non ama andare al cinema a vedere films drammatici, é piaciuto decisamente.A me pure: la sceneggiatura era ben sviluppata e scritta, paesaggi veramente splendidi, che ti catturano (l'Afghanistan é bello sul serio!!!), gli attori bravi ed intensi, partecipi (bravissimo l'attore che impersona Baba... Poi io ho avuto un debole per l'attore che impersona Amir adulto: molto carino e bravo), i bambini che recitavano la parte di Amir e Hassan commoventi, dolcissimi e di talento. La gara degli aquiloni é impressionante: favolosa, accidenti: tutti questi colori che volano ne cielo di Kabul, la maestrìa con la quale i bimbi governano questi "uccelli di carta" variopinti, l'impegno, le aspettative ed i sogni che portano a questa gara... La gioia di aver vinto... La delusione di chi invece ha perduto... Bellissimo. Come é ricco di sensazioni il rapporto tra il pashtun Amir ed il piccolo hazara Hassan. Commovente la totale disinteressata amicizia e sottomissione del piccolo servo al suo padroncino. E poi la partenza di Ali e Hassan, l'invasione russa, il corllo del mondo in cui avevano vissuto i due ragazzini fino ad allora. La vita in America, il matrimonio con la dolce Soraya, il senso di colpa provato da Amir che torna in Afghanistan per trovare e portarsi a San Francisco il piccolo Sohrab, figlio di hassan, ucciso dai talebani che dominano il Paese.Un film che va visto, così come consiglio il libro a chi ancora non l'ha letto.Le sole pecche di questa pellicola, per ovvi motivi di tempo, sono quelli di una condensazione della storia: vengono a mancare o sono poco sottolineate certe parti che nellle pagine invece risaltano: il rapporto tra Amir e sua moglie, il feroce senso di colpa di Amir (presente in tutto il libro), la malattia di Baba, la fuga  verso il Pakistan, l'introversione di Sohrab e il rapporto difficile con Soraya, ad esempio. Una bellissima narrazione, che ci fa porre il punto anche sul mondo islamico, su Paesi lontani da noi, ma con una storia attuale, che si dipana nel tempo e ci arriva accanto.Le sue abitudini, i suoi costumi, il loro credo. Ci mette a confronto,  non si può restare indifferenti. Emblematica la frase di Baba: "Questo é un Paese (l'Afghanistan) che non sopporta per lungo tempo gli invasori". E voi? L'avete visto questo film o letto il libro? Cosa mi dite in proposito?Ed ancora: questo film fa riflettere anche sul tema delle invasioni, degli scontri: il mondo dell'Afghanistan prima dell'invasione russa, poi l'occupazione talebana, poi l'arrivo degli U.S.A. e dei loro alleati (anche noi)  a cacciare i talebani stessi... Per poi stazionare loro stessi in questo Paese (per la pace, per altri motivi). Cosa ne pensate?