Fidati Attimi

"UN RACCONTO DEI MIEI NONNI"


Incoraggiata dalla mia carissima Francesca (TI VOGLIO BENE!!!), voglio scrivere dei miei nonni materni: o meglio, voglio scrivere un fatto che e' accaduto loro, perche' e' importante, i loro racconti sono importanti. Ora mio nonno che amavo come mio padre (e non faccio un torto a papa', dicendo questo, davvero) non c'e' piu' da tre anni e mezzo, mia nonna abita con noi e soffre di demenza senile, la memoria la sta abbandonando. Anche per questo voglio raccontare una loro storia, per viverli.I miei nonni si sono conosciuti ad una festa nel paese in cui vivevano. Si sono parlati come si usava allora, e mio nonno dopo poco chiese al mio bisnonno Leo  di potersi fidanzare con mia nonna. Si sposarono nel 1942, lui era gia' al fronte, ottenne una licenza speciale e torno', per poi ripartire, lasciando mia nonna in attesa di mia zia, la prima delle tre figlie che avrebbero avuto (mia mamma e' l'ultimogenita).Nonno fu inviato in Albania e Grecia, dove mi racconto' che con i suoi compagni riuscirono a salvare un delfino, che si era arenato sulla spiaggia. Si commuoveva sempre qando me ne parlava: lui amava moltissimo gli animali, forse piu' degli uomini.Durante i combattimenti in Grecia, mio nonno ed altri suoi commilitoni furono catturati e portati in Lorena, per costruire i binari di una ferrovia. Mi disse che soffri' pene indicibili... Non me le racconto', forse per timore di turbarmi... Mi disse soltanto che mangiavano una volta al gorno, ed il pasto erano bucce di patata, un pezzetto di pane duro, ed acqua sporca. Molti si litigavano questa roba, avevano fame, le forze venivano meno, perche' li facevano lavorare come bestie. Dormivano in baracche di legno... Insomma, i campi di lavoro, no? E poi mi diceva che li deridevano dicendo che non sarebbero mai tornati a casa, che le loro mogli non le avrebbero mai piu' riviste. Io ascoltavo attenta e sgomenta, indignata. Lui allora sorrideva, ma sorrideva triste, mi accarezzava e mi diceva: " Adesso basta, Stella d'oro, tu non devi sapere di piu', un bambino queste cose non le deve piu' sentire". Ed io invece volevo, perche' le ingiustizie non mi sono mai piaciute, nemmeno da piccola.Andavo dalla nonna e mi facevo raccontare anche da lei: ed allora nonna Maria iniziava a dirmi che il nonno Ermanno alla fine riusci' a scappare con altri ragazzi come lui dal campo di lavoro in Lorena, e da quella terra, a piedi e sempre con la paura che li prendessero e fucilassero, riusci' a tornare in Italia nell'Agosto del 1944, camminando attraverso la Germania e l'Austria. A Bassano del Grappa una compagnia di partigiani lo aiutarono a tornare a Ferrara, dalla sua famiglia. Arrivo' in condizioni pietose, malato gravemente con una febbre altissima e il corpo coperto di chiazze rosse (forse morbillo, forse rosolia), e non si poteva chiamare il medico, nessuno doveva sapere che Ermanno era li': i fascisti lo avrebbero catturato come disertore. Lo nascosero nel granaio, lui febbricitante e delirante: nonna dice che sembrava stesse per morire. A quel punto sua cognata le disse di andare a chiamare una donna che sapeva "segnare" i malati: chissa' che non potesse aiutare il nonno. Mia nonna era molto scettica, ma ando' a chiamare questa signora, era del nostro paese. La donna corse da mio nonno, disse delle preghiere, e poi chiese a mia nonna la sua fede nuziale e le disse: "Maria, credi in questo anello, credi in Dio?", e mia nonna rispose di si'. Si misero a pregare, mentre la signora segnava delle croci sul viso e sul cuore di mio nonno usando la fede nuziale che la nonna le aveva dato. Il mattino dopo il nonno non aveva piu' la febbre, e si rimise in poco tempo. Rimase nascosto in granaio fino alla Liberazione, scampando anche ad una bomba caduta sul granaio stesso, che ne distrusse la meta' ed uccise alcuni vitellini. Poi ha lavorato, lavorato, lavorato, ed amato la nostra famiglia sopra ogni altra cosa.Quanto mi manca, io non lo so dire. Ma quando la sua mancanza mi prende, io ricordo questi racconti ed altri ancora, e lo sento, qui... Che accarezza di nuovo la mia guancia, e mi dice che la guerra e l'odio fra le persone sono le cose piu' brutte che possano accadere fra uomo e uomo.