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Lodi - Brescia!


22/09/07Ieri (21) e oggi (22) sono stati due giorni molto intensi. L'analisi del testo, discussa e ampliata con Fabio, tra i due quello incaricato di scrivere, lo scavare approfondito dentro di me, sotto la guida di Marisa, che ha generato un sogno meraviglioso e ristoratore, la scoperta del significato di un titolo, Il Raggio Verde,  che da molti anni mi accompagnava senza un apparente perché. Per il momento credo che valga la pena condividere con voi il sogno. Il resto devo ancora metabolizzarlo e so che l'esperienza di gruppo di oggi pomeriggio mi aiuterà a farlo.Il sogno.Sono in auto con tre persone. Sono i tecnici di uno spettacolo teatrale al quale partecipo come attore. Nel portabagagli abbiamo alcuni oggetti che dobbiamo consegnare per la messa in scena ma non sappiamo dove, non siamo della zona. Ad un certo punto incomincio a dare delle indicazioni. Qualche svolta e conduco i miei compagni direttamente dentro un cortile sul quale affaccia un acensore, o meglio un montacarichi. Increduli gli altri si rendono conto che si tratta del retro del teatro. Scaricano gli oggetti che vengono messi sul montacarichi. Io entro e vado a provare per lo spettacolo. Il regista mi accoglie con paricolare affetto. Con naturalezza e senza stupore mi rendo conto che sono sempre io, anche se qualche anno più anziano. Il teatro è organizzato in modo anomalo, con spazi scenici sparsi tra il pubblico che siede anche sul palco. La scenografia è essenziale. Tutto è un gioco di luci circoscritte attraverso le quali osservo i movimenti di una ballerina vestita di bianco. Poi entra in scena l'attore: sono io e mi sto osservando attraverso il me stesso regista. Stiamo rappresentando una piece tratta dai "Frammenti di un Discorso Amoroso" di Barthes. Le prove diventano spettacolo davanti al pubblico in sala, senza soluzione di continuità. Petali rossi completano ora la scenografia, sparsi ovunque. Torno ad essere il me attore, lo spettacolo finisce in una vera e propria ovazione. Il me stesso regista mi si avvicina e fiero e compiaciuto si congratula dicendomi che ce l'abbiamo fatta.Mi sono svegliato felice, anche se stanco, come se avessi calcato le scene tutta la notte. Ora vediamo che cosa porterà l'incontro di oggi pomeriggio.E' appena terminato l'incontro... Vorrei parlarne ma non è ancora il momento. Toppo si agita dentro, ancora. Ma posso anticipare che è stato meraviglioso, terribile ma meraviglioso!Brescia 23/09/07Ieri è stata l'ultima notte, per ora a Corte PAlasio. Abbiamo chiacchierato ancora. Valutazioni dell'esperienza fatta nel pomeriggio, un po' di lavoro sul testo, con Fabio, dopo di che a nanna, perché stamattina (23) saremmo partiti alla volta di un luogo dedicato alla Rosa Mistica. Una cosa importante prima di proseguire il racconto; sabato, nel pomeriggio prima dell'incontro ricevo un'altro dono, oltre a tutti quelli già ricevuti: Paola, una ragazza molto vicina ad Anna ed ai miei amici mi dona una specie di croce/angelo, che pur non essendo nel mio stile - ma qual era poi il mio stile?! - indosso immediatamente. Stamattina dopo i preparativi Marisa mi dona una pietra in un sacchetto: è una pietra praticmente nera. La metto con tutto il sacchetto accanto alla croce/angelo ricevuta da Paola e ad un altro dono arrivatomi via posta prima della partenza da Torino... e il tutto appeso al collo. Con l'essenza legata al Raggio Verde, ricevuta da Anna e che porto nella borsa che indosso sul petto, mi sento come Frodo, che riparte dopo aver fatto tappa dagli Elfi.Ma torniamo alla cronologia. Dopo il dono partiamo verso Fontanelle, l'equipaggio è composto da MAriasa e Fabio, Anna, Paola e ovviamente il sottoscritto; oltre che un buon numero di altre presenze che si palesano attraverso il nostro discorrere. Lì, dopo la visita ci commuoviamo nel lasciarci, ma lasciarci liberi di andare è senza dubbio il modo più giusto per amarsi e epr restare davvero insieme... e così parto nonostante l'alletante invito a fermarmi qualche altro giorno; parto non senza voltarmi più volte. Ma devo andare... non avrò un nello da gettare nel monte Fato ma il cammino fisico mi chiama. In una letter ho sintetizzato la mia permanenza con i miei amici lodigiani attraverso un parallelismo che ora non è esaustivo ma che ha rappresentato bene uno stato d'animo ricorrente. Mi sentivo come Neo del primo Matrix, in visita all'oracolo, solo che anziché tramite il biscotto, la quiete passava da una tazza di caffè al gingsen. Si tratta ovvio della punta dell'iceberg.Parto quidni,e  in 4 ore senza pause copro i 25 km che mi separano da Brescia. Lungo il percorso automobilisti esortanti, sole caldo dentro e fuori e la certezza di avere un altro importantissimo "luogo" alle spalle al quale fare ritorno...Stay Tuned,Demetrio