la memoria dispersa

UN GIORNO COSI'


Sono davanti al monitor dopo una giornata intensa in cui il corso degli eventi, le tante incombenze non mi hanno permesso di ritagliarmi  quello spazio tutto mio dove posso dare libero sfogo al mio immaginario contrapposto alla realtà di tutti i giorni che non sempre  si presenta su un piatto d’argento. Mi sono svegliata storta, quando succede è difficile che qualcosa riesca, almeno nell’immediato,  a raddrizzare il tiro di una giornata che si prospetta difficile. Tra l’altro l’umore incide non poco nell’evoluzione positiva o negativa di relazioni, incontri, mansioni, perché viene a mancare quella forza dal di dentro che ti permette di aprirti al sorriso, alla sdrammatizzazione, alla conciliazione.  Ecco perchè ho evitato di girare per uffici ben sapendo che la mia maldisposizione avrebbe potuto attirarmi   le ire di impiegati in attesa solo di gente sull’orlo di una crisi di nervi.Ho optato quindi per la spesa, solito supermercato, solito affollamento, solito giro. Erano le  11.30 ora di punta. In genere mi muovo tra i vari stand ad occhi chiusi, sapendo esattamente dove andare. Dopo aver fatto una brevissima coda al banco dei salumi  mi infilo nella corsia degli scatolami, tra pelati, tonno in scatola, sgombri e affini. Vicino a me una donna che non si accorge che la sto guardando mentre con la massima naturalezza sta infilando un pacco di tonno, non nel cesto che tiene in mano ma direttamente nella borsa che porta con sé. E dopo il tonno ci infila pure una busta di minestra liofilizzata sempre con quell’aria assorta, estranea a tutto ciò che la circonda. Non posso crederci! Sta rubando mi dico, con un senso di sgradevolezza. La guardo meglio. Avrà una settantina di anni, il soprabito dignitoso all’apparenza, a un più attento esame appare liso, manca un bottone ed è come minimo di una taglia in più, come pure le scarpe, sformate e dall’aria consumata. Pianto gli occhi nel suo viso. E’ senza espressione, persa in una battaglia quotidiana contro la povertà. Mi avvicino alle casse, aspetto il mio turno, poggio i vari articoli che scorrono sul nastro. Lei è davanti a me. Il lettore ottico registra un sacchetto di pane. Paga un euro e 10 centesimi ed esce.