la memoria dispersa

IL VIAGGIO


 
 Non esistono due viaggi uguali che affrontano il medesimo camminoAleph, Paulo Coelho  “Mamma, voglio vedere la lomocotiva”così mi diceva Carlo, tre anni, storpiando il nome di quella che di lì a poco si sarebbe materializzata davanti ai suoi occhi, tutto eccitato nella febbrile attesa della vista dei treni. Ci sedevamo  su una panchina e lì passavamo il tempo a osservare quel viavai di gente,  treni, suoni, odori che da sempre caratterizzano le stazioni ferroviarie piccole o grandi che siano.Rimaneva incantato a guardare il capostazione mentre  paletta verde e fischio deciso dava il via alla partenza del treno. Lo stridio dello stantuffo, la lucentezza delle rotaie, il rumore sordo delle porte che si chiudevano,  il vociferare della gente affacciata ai finestrini in attesa della partenza, tutto l’attirava  e più di una volta, per farlo contento, siamo saliti in treno per  una piccola corsa, andata e ritorno, giusto per fargli assaporare il gusto del viaggio. Per la verità piaceva anche a me e ancor oggi il treno mi fa pensare al viaggio come  metafora della vita. Quanti treni  presi, treni persi, treni in ritardo, treni visti sfumare in lontananza, treni mai passati… quel momento diventava una lettura  della mia vita dove ora con nostalgia, ora con rimpianto vedevo passare il mio treno ed io ero sempre con la mano tesa nel tentativo di raggiungerlo. Un desiderio inafferrabile fatto probabilmente di sogni troppo ardui o non insistentemente rincorsi ma col tempo ho imparato a valutare altri aspetti del viaggio, non meno trascurabili e forse più significativi al fine di un’attenta valutazione del cammino percorso. Un viaggio costellato di  incontri, separazioni, salite e discese dal treno per tappe più o meno lunghe che hanno dato succo e sostanza alla mia vita, un viaggio non ancora  concluso.