la memoria dispersa

LA RANA E LO SCORPIONE


 Uno scorpione doveva attraversare un fiume, ma non sapendo nuotare, chiese aiuto ad una rana che si trovava lì accanto. Così, con voce dolce e suadente, le disse: "Per favore, fammi salire sulla tua schiena e portami sull'altra sponda." La rana gli rispose "Fossi matta! Così appena siamo in acqua mi pungi e mi uccidi!" "E per quale motivo dovrei farlo?" incalzò lo scorpione "Se ti pungessi, tu moriresti ed io, non sapendo nuotare, annegherei!" La rana stette un attimo a pensare, e convintasi della sensatezza dell'obiezione dello scorpione, lo caricò sul dorso e insieme entrarono in acqua. A metà tragitto la rana sentì un dolore intenso provenire dalla schiena, e capì di essere stata punta dallo scorpione. Mentre entrambi stavano per morire la rana chiese all'insano ospite il perché del folle gesto. "Perché sono uno scorpione..." rispose lui "E' la mia natura". E’ il mio carattere dice lo scorpione alla rana morente, che gli chiede ragione dell’insensatezza di quella puntura a causa della quale periranno entrambi.  Contro la natura è impossibile combattere è in fondo la morale  di questo aneddoto che ben si presta ad analizzare i fatti avvenuti negli ultimi giorni con l’uccisione  a Bengasi dell’ambasciatore americano in Libia Chris Stevens e di altri tre funzionari a ridosso delle commemorazioni per l’11 settembre. Il pretesto ufficiale è stato l’uscita del film di un regista di origini israeliane “L’innocenza dei musulmani” in cui Maometto viene dipinto come un pazzo e che appare come una diretta e forte provocazione verso quel mondo islamico che l’Occidente ha creduto di poter gestire, quando non piegare,  rimanendo vittima, come l’Apprendista Stregone della sua stessa presunzione.