la memoria dispersa

AUTORITRATTO


 “Ascolta: sai per me quand’è che si diventa vecchi davvero, al di là delle rughe e dei reumatismi? Quando si smette di cambiare. Infatti, quando non cambi proprio più, vuol dire che sei morto.E allora?E allora sai perché mi sento giovane? Perché ho fatto mille sbagli, errori su errori che mi hanno costretta a cambiare di continuo. Quindi, ti sembrerà strano, ma la mia medicina contro la vecchiaia si chiama fallimento.”Timira, Romanzo meticcio Allora diventerò molto vecchia perché non ho mai finito di sbagliare.Sono una  incorreggibile ripetente e soprattutto in continua evoluzione. Quando cerco di ricomporre il quadro di me stessa attraverso le  variazioni fisionomiche nel tempo mi chiedo che cosa abbia a  che fare la donna di oggi con quella  bimbetta, fazzoletto in bocca che mi sorride dalla foto  e in quanti fiumi mi sono bagnata non percependo il cambiamento che pure è avvenuto dentro e fuori, istante dopo istante. Non me ne accorgo  ma una  folla di pensieri attraversa la mia mente alla velocità di un treno mentre cerco di fermare le immagini che sfuggono ai miei occhi incollati al finestrino.Lo specchio riflette un’istantanea del mio corpo, a occhio sempre uguale, eppure i cambiamenti ci sono stati,  quelli maggiori dentro, a volte impercettibili, contrassegnati da rovinose cadute, che il tempo ha messo a bilancio facendo quadrare i conti.Considero gli errori una risorsa, li ho ordinati in un cassetto, nei miei viaggi a ritroso continuo a pensare che inciampare è vita