la memoria dispersa

Carlotta Nobile. Quando la nobiltà viene dal nome


“Non c’è nulla di più importante di ciò che non si dice, che non si afferra, che si tiene celato, nascosto sotto il velo di polvere dell’oblio, del timore. Dell’indifferenza, a volte. Siamo mostri perfetti. Deformi sublimi. Nessuno sa cosa ci sia dietro la maschera della nostra quotidianità. Noi siamo gli unici a saperlo. Gli altri non comprenderebbero. Neppure se dietro la maschera si celasse la più perfetta delle anime. Forse la perfezione fa ancora più paura della deformità. Perché è rara. Perché non la si conosce. Perché non la si sperimenta. (…) Come nel momento esatto in cui ti svegli. Quando per un istante non sei ancora tu. E non è ancora oggi. Non più ieri e non ancora domani. Quando non è ancora il mondo. Non è ancora la vita. E’ questo il silenzio delle parole nascoste. Così vero. Così nostro. Così udibile.”Carlotta Nobile (Il silenzio delle parole nascoste)  In questi giorni di mezza estate, arroventati dal caldo e dalla  bagarre politica che vede  i problemi degli italiani ancora  in subordine rispetto alle intemperanze, imbecillità e pressapochismo dei nostri politici mi ha colpito un’altra tristissima notizia, la morte di Carlotta Nobile, violoncellista di fama internazionale, che a soli 24 anni, bellissima, colta e sensibile se n’è andata, per un male incurabile, lasciando tutti ammutoliti. “Ci sono battaglie che non abbiamo scelto. Poi c’é la vita. E io quella non smetterò mai di sceglierla” diceva, soltanto qualche mese fa, quando, pur minata dal male, si divideva tra terapie, concerti e corse in ospedale. Penso a lei, alla sua grazia, al suo talento, ai suoni e alle armonie che sapeva imporre al suo violino con magistrale bravura. 
 Penso a quell’ideale di bellezza non solo esteriore che pure c’è, e lei ne è stata  la dimostrazione vivente. Quella bellezza, un’intuizione, che mi permette di non fermarmi alle parole oscene di un Ministro  che distinguendosi  per rozzezza e grossolanità dimostra di avere maturato un unico concetto, quello della forza bruta.