la memoria dispersa

C'é poca aria di stelle


Nel grembo umido, scuro del tempiol'ombra era fredda, gonfia d'incenso;l'angelo scese, come ogni sera,ad insegnarmi una nuova preghiera:poi, d'improvviso, mi sciolse le manie le mie braccia divennero ali ,quando mi chiese "conosci l'estate"io, per un giorno, per un momento,corsi a vedere il colore del vento.Volammo davvero sopra le caseoltre i cancelli, gli orti le strade:poi scivolammo tra valli fioritedove all'ulivo si abbraccia la vite.Scendemmo là, dove il giorno si perdea cercarsi, da solo nascosto tra il verde,e lui parlò come quando si prega,ed alla fine d'ogni preghieracontava una vertebra della mia schiena.... e l'angelo disse "Non temere, Maria, infatti hai trovato grazia pressoil Signore e per opera Sua concepirai un figlio..."Le ombre lunghe dei sacerdoticostrinsero il sogno in un cerchio di voci.Con le ali di prima pensai di scapparema il braccio era nudo e non seppe volare:poi vidi l'angelo mutarsi in cometae i volti severi divennero pietra,le loro braccia profili di rami,nei gesti immobili d'un'altra vitafoglie le mani, spine le dita.Voci di strada, rumori di gente,mi rubarono al sogno per ridarmi al presente.Sbiadì l'immagine, stinse il colore,ma l'eco lontana di brevi paroleripeteva d'un angelo la strana preghieradove forse era sogno ma sonno non era"lo chiameranno figlio di Dio"parole confuse nella mia mente,svanite in un sogno , ma impresse nel ventre.E la parola ormai sfinitasi sciolse in pianto, ma la paura dalle labbrasi raccolse negli occhisemichiusi nel gestod'una quiete apparenteche si consuma nell'attesad'uno sguardo indulgente.E tu, piano, posasti le ditaall'orlo della sua fronte:i vecchi quando accarezzanohanno il timore di far troppo forte.
...- Mi avevi detto - osservò il bue - che era la festa della serenità, della pace. - Già - rispose l'asinello. - Una volta infatti era così. Ma, cosa vuoi, da qualche anno, sarà questione della società dei consumi... Li ha morsi una misteriosa tarantola. Ascoltali, ascoltali. Il bue tese le orecchie. Per le strade nei negozi negli uffici nelle fabbriche uomini e donne parlavano fitto fitto scambiandosi come automi delle monotone formule buon Natale auguri auguri a lei grazie altrettanto auguri buon Natale. Un brusio che riempiva la città. - Ma ci credono? - chiese il bue - Lo dicono sul serio? Vogliono davvero tanto bene al prossimo? L'asinello tacque. - E se ci ritirassimo un poco in disparte? - suggerì il bovino. - Ho ormai la testa che è un pallone... Sei proprio sicuro che non sono usciti tutti matti? - No, no. È semplicemente Natale. - Ce n'è troppo, allora. Ti ricordi quella notte a Betlemme, la capanna, i pastori, quel bel bambino. Era freddo anche lì, eppure c'era una pace, una soddisfazione. Come era diverso. - E quelle zampogne lontane che si sentivano appena appena. - E sul tetto, ti ricordi, come un lieve svolazzamento. Chissà che uccelli erano. - Uccelli? Testone che non sei altro. Angeli erano. - E la stella? Non ti ricordi che razza di stella, proprio sopra la capanna? Chissà che non ci sia ancora. Le stelle hanno una vita lunga. - Ho idea di no - disse l'asino - c'è poca aria di stelle, qui.  Alzarono il muso a guardare, e infatti non si vedeva niente, sulla città c'era un soffitto di caligine e di smog. Racconto di Natale di Dino Buzzati. "C'è poca aria di stelle."Quella caligine che oggi ci si è appiccicata addosso,  si è infiltrata dappertutto impedendoci persino di  respirare,  soffocando sul nascere gioie  e allegrezze legate al Natale.Le piazze affollate e assediate non da spostati ma da gente normale che invoca giustizia e la dignità di un lavoro non può  predisporci a piacevolezze e festeggiamenti e  diventa difficile anche trovare le parole giuste per non scivolare nei soliti luoghi comuni.Un Italia mortificata, umiliata che ha perso la sua identità di Paese dinamico, vivace, con un invidiabile Stato Sociale e un sempre più lontano benessere diffuso.Dov'è quell'Italia? Dove stiamo andando?Quali chine pericolose stiamo  percorrendo stremati da  una situazione divenuta ormai insostenibile a causa di governi parassitari che uniti ai danni della globalizzazione,  autoritarismi bancari, un massacrante modello "Europa"  hanno  fatto sì che la corda si spezzasse con ben pochi margini di cucitura?Il Natale alle porte, per molti, troppi,  a tasche vuote, non può che acuire contrasti e conflitti e l'annunzio della prossima buona novella  me ne porta alla mente un'altra, quella di Fabrizio De André che in un album di altissima  poesia, coi toni che appartenevano al suo essere unico racconta il  '68 e gli anni di piombo secondo una coraggiosa lettura non oleografica dei Vangeli dove la violenza e  l'arroganza del potere hanno  sempre lo stesso volto.