la memoria dispersa

FORSE...


  "ll forse è la parola più bella del vocabolario italiano, perché apre possibilità, non certezze. Perché non cerca la fine, ma va verso l'infinito».    Questa frase attribuita a Leopardi è di una tale potenza interpretativa che scava e trova ragioni e spiegazioni nel  mio modo di essere da sempre. Quel forse, linguisticamente un semplice avverbio dubitativo, mi ha accompagnata sin dai primi anni in un faticoso cammino di conoscenza dove i forse dell'infanzia, ritenuti titubanze giovanili, in seguito diventarono i miei punti di forza, fragilità che col tempo mi apparvero sempre più caratteristiche della mia personalità aperta alla ricerca di possibilità piuttosto che di certezze e dati acquisiti. All'inizio li attribuivo alla timidezza e a una sorta di pudore che accentuavano  le mie insicurezze ma non furono mai atti di sottomissione o di mancanza di carattere, anzi. Mi accorsi col tempo che addirittura  i miei dubbi, riserve, domande, erano diventate un terreno interlocutorio molto stimolante dove venivano affrontati temi e problemi contingenti in un'ottica di grande rispetto soprattutto nei confronti di chi, indifeso, le certezze non se le poteva neanche permettere e fu un modo di pormi con umiltà dubitativa soprattutto davanti ai  grandi temi della vita. Mi ha sempre affascinato il so di non sapere di Socrate che partendo da questo assunto già metteva in discussione la certezza come valore assoluto stimolando la riflessione e la criticità intorno alla scoperta della  limitatezza e finitezza umana. E' che la certezza assoluta, quella degli stolti per intenderci,  mi ha sempre fatto paura. Ne ho incontrata di gente siffatta,  gente con la verità in tasca, mai lo sfioramento di un dubbio, un tentennamento, una riflessione, gente forte della sua sicumera, convinta che avere certezze significhi anche avere ragione e che non esista l'una senza l'altra. Ed è così che si spiegano fondamentalismi e integralismi che affondando le radici in una verità assoluta, indiscutibile, hanno prodotto i tanti  crimini  che tutti conosciamo. Avere dubbi, peraltro,  non significa mancanza di determinazione, volontà,  debolezza ma capacità di valutare in uno scambio relazionale, che può essere confuso apparentemente col compromesso,  idee e opinioni altrui rispettando la libertà e il diritto di pensiero di tutti. Un modo per aprirsi alle infinite possibilità che presuppongono la capacità illusoria di astrarsi dalla realtà rifugiandosi in quella partorita dalle proprie facoltà di autosuggestione che non significa stravolgere la realtà presente ma pensarla così come la si vorrebbe.