la memoria dispersa

PENSIERI...


Sensazione …..Sono un bevitore dei miei pensieriL' essenza dei miei sentimenti inonda la mia anima.. La mia volontà vi si impregna. Poi la vita ferma un sogno e fa sfiorire la bellezza nel dolore dei miei versi F. Pessoa   Non sto pensando a niente,  e questa cosa centrale, che a sua volta non è niente,  mi è gradita come l'aria notturna,  fresca in confronto all'estate calda del giorno. Che bello, non sto pensando a niente! Non pensare a niente  è avere l'anima propria e intera.  Non pensare a niente è vivere intimamente il flusso e riflusso della vita...  Non sto pensando a niente.  È come se mi fossi appoggiato male.  Un dolore nella schiena o sul fianco,  un sapore amaro nella bocca della mia anima: perché, in fin dei conti,  non sto pensando a niente,  ma proprio a niente,  a niente... F. Pessoa Sto rileggendo questa poesia del grande Pessoa, poeta a me molto caro perché ogni sua parola, riflessione, analisi provoca un’immersione nel mio io più profondo, tanto da lasciarmi la sensazione di cose già vissute. La sua non vita, portata a livelli estremi attraverso il racconto di sé, della sua vita esteriore che lo copre come una corazza, impossibilitato a vivere quella dentro,  evidenzia tutto il dramma di un uomo che si sentiva abitato da inquilini sconosciuti, i tanti eteronimi che rappresentavano l’altrove dentro di sé. Sapeva simulare e dissimulare così bene tanto da riuscire a confondere persino sé stesso quasi a non voler dare importanza alle sensazioni che lo pervadevano e sulle quali si interrogava ogni istante. E ancora una volta faccio mie le sue mille sensazioni  dando corpo  al flusso inarrestabile dei pensieri che invece di annullarsi si moltiplicano, aggrovigliano  contraddicendo il senso di apparente  leggerezza   sottolineato dalla sua  forzata euforia. I miei  pensieri vanno, vengono si allontanano, ritornano come le nuvole cantate da De Andrè  e in questo andirivieni a volte vorticoso mi sento risucchiata e in balia di forze soverchiatrici.   Impossibile domarli e dominarli,  soprattutto quelli negativi, si impongono prepotenti e indugiano,  riempiono ogni anfratto del mio  essere e se qualche timido  guizzo di  felicità fa la sua comparsa si dissolve in un cielo minaccioso e torvo. “ Quello che ci circonda diventa parte di noi stessi, si infiltra in noi nella sensazione della carne e della vita. Un raggio di sole, una nuvola il cui passaggio è rivelato da un’improvvisa ombra, una brezza che si leva, il silenzio che segue quando essa cessa, qualche volto, qualche voce, il riso casuale fra le voci che parlano: e poi la notte nella quale emergono senza senso i geroglifici infranti delle stelle. Alla fine di questa giornata rimane ciò che è rimasto di ieri e ciò che rimarrà di domani; l’ansia insaziabile e molteplice dell’essere sempre la stessa persona e un’altra." da “Il libro dell’Inquietudine” F. Pessoa Come vorrei non pensare a niente!  Annullare  la ricorrenza di pensieri  fuorvianti, talvolta ossessivi, così lontani da me e dal mio intimo sentire.  Riuscire a placarli nella tranquillità del silenzio, immobilità  della mente  che come un flusso rigeneratore riuscisse a sgombrare  il pieno lasciandomi in compagnia soltanto di pensieri leggeri come un battito di ali.