la memoria dispersa

TURPILOQUIO...CHE TRISTEZZA!


  Il turpiloquio è di moda, non solo. Se hai l'ardire di contrastarlo e farlo  educatamente notare passi per il più becero conformista quando non per un ipocrita incallito, osservatore di regole e stilemi di comportamento falsi e ingannatori. Marco Pannella, accusato di usare un linguaggio triviale,  ebbe a dire una volta che la  menzogna è  l'unica forma di violenza e su questo nulla da eccepire ma le sue argomentazioni, esposte attraverso un linguaggio volgare e sconcio,  avrebbero potuto  essere  senz'altro più convincenti se espresse educatamente  con la sola forza delle idee. Lo stesso Sgarbi che dell'uso della parolaccia è maestro,  nell'esprimere concetti  spesso elevati e di grande spessore culturale, ricorrendo all'ingiuria e a un linguaggio offensivo, continua a dimostrare  tutti i suoi limiti di uomo prima che di intellettuale e di essere il primo nemico di sé stesso e della propria intelligenza. Per non parlare della scuola di Grillo che per raccogliere consensi di pancia si è ingabbiato in un ruolo che lo inchioda all'uso del turpiloquio sistematico come unica forma di libertà,  quella sì pretestuosa e ingannatrice. Ritenere che l'uso di un linguaggio volgare  mutuato dalla strada,  rispondente a istintuali impulsi dettati dalle circostanze sia il più efficace e diretto veicolo di libertà significa fraintendere il significato di  genuinità orale che nella sua accezione più ampia significa esprimere ed esprimersi nella piena libertà di tutti e non è questione di livello di istruzione, classe o ceto di appartenenza, anzi.   Mi sembrerebbe profondamente classista ritenere che la coloritura verbale fosse appannaggio unico delle classi meno abbienti. Eppure siamo subissati,  grazie anche all'analfabetismo di ritorno,  non solo di una caterva e varietà infinita di parolacce, facebook e social in genere in primis ma da un linguaggio sempre più povero e svilito mascherato e giustificato dalla libertà di espressione che di fatto ne ha decretato la morte. E se ritenere che un linguaggio consono legato ai vari contesti  significhi  un'educazione bigotta e ipocrita legata a uno scarto generazionale, l'anticonformismo della libertà di turpiloquio diventa la più becera forma di conformismo quando è indirizzata verso coloro che si sottraggono a tali regole.