la memoria dispersa

Casualità o destino?


Robert Doisneau «Quella strana convinzione che le vicende che mi capitano abbiano un senso ulteriore, significhino qualcosa; che la vita con le sue vicende racconti qualcosa di sé, ci sveli gradatamente qualche suo segreto, stia davanti a noi come un rebus il cui senso è necessario decifrare, e le vicende che viviamo siano la mitologia della nostra vita e in questa mitologia stia la chiave della verità, e del mistero. Si tratta forse di un inganno? È possibile, è addirittura probabile, ma non riesco a sbarazzarmi del bisogno di decifrare continuamente la mia vita». Milan Kundera, "Lo scherzo" E' così strana la vita...e così ingannevole. Tu pensi di essere il protagonista assoluto delle vicende, dei fatti che ti riguardano quando in realtà é tutto costruito secondo un piano prestabilito, un copione che qualcuno o qualcosa ha deciso per te. Ma il caso, il destino, sono due cose diverse o due facce della stessa medaglia? Spesso mi sono trovata a ragionarvi sopra,  a passare ai raggi x gli eventi della mia vita per scoprirvi coincidenze, analogie, casualità che mi potessero far pensare se gli effetti e le conseguenze di certe scelte fossero dettate dal libero arbitrio o scaturissero da un disegno che stava a monte.  Paul Auster parla della  meccanica della realtà  ma quelli che lui definisce  fattori accidentali   altri  li considerano  segni del destino. Quante volte ci siamo chiesti se un incontro, un fatto determinante nella nostra vita sì da cambiarne il corso possa essere attributo a una semplice casualità o non sia  scritto nel grande libro del destino? E tutta quella dinamica relazionale,  scelte, decisioni che costellano il nostro vissuto,  come poter affermare con certezza che conseguenze ed effetti dipendano esclusivamente dai nostri comportamenti o non siano invece collegati  da un filo invisibile,  quello che gli antichi chiamavano fato? Niente succede per caso e nessun incontro è un caso...    Amore a prima vistaSono entrambi convinti che un sentimento improvviso li unì. E' bella una tale certezza ma l'incertezza è più bella Non conoscendosi, credono che non sia mai successo nulla tra loro. Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi dove da tempo potevano incrociarsi? Vorrei chiedere loro se non ricordano - una volta un faccia a faccia in qualche porta girevole? uno "scusi" nella ressa? un "ha sbagliato numero" nella cornetta? - ma conosco la risposta. No, non ricordano. Li stupirebbe molto sapere che già da parecchio tempo il caso stava giocando con loro. Non ancora del tutto pronto a mutarsi per loro in destino, li avvicinava, li allontanava, gli tagliava la strada e soffocando una risata si scansava con un salto Vi furono segni, segnali, che importa se indecifrabili. Forse tre anni fa o lo scorso martedì una fogliolina volò via da una spalla a un'altra? Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto. Chissà, era forse la palla tra i cespugli dell'infanzia? Vi furono maniglie e campanelli su cui anzitempo un tocco si posava sopra un tocco. Valigie accostate nel deposito bagagli. Una notte, forse, lo stesso sogno, subito confuso al risveglio. Ogni inizio infatti è solo un seguito, e il libro degli eventi è sempre aperto a metà.Wislawa Szymborska