la memoria dispersa

2/11/1975


 Quel due di novembre uccisero il tuo corpo. Ti presero a calci, ti calpestarono, schiacciarono, trascinarono, e ti abbandonarono maschera di sangue, Cristo in croce, vili assassini liberi fra noi, nell’ombra delle loro coscienze. Pino fu un dettaglio ma confermava la tua colpa comoda, risolutiva che spiegava e giustificava l’orrendo crimine. Quel due di novembre uccisero il tuo corpo. Per farti tacere per sempre, e per esserne sicuri lo ripassarono con le ruote dell’auto fino a farti scoppiare il cuore. Ti uccisero sì, e ci restituirono lo strazio delle tue carni impietosamente esibite come i tuoi occhi al cielo. Quel due di novembre uccisero il tuo corpo. E tirarono un sospiro di sollievo. Il tuo pensiero cominciava a pesare, era diventato un macigno i tuoi 'io so' iniziavano ad inquietare. Gentilezza di modi ed educazione non t’impedivano di urlare il tuo sdegno analizzare, ragionare, andare a fondo. Stavi diventando un testimone scomodo di poteri occulti e colossi d’argilla. Quel due di novembre uccisero il tuo corpo. I tuoi strali non risparmiavano nessuno Destra, sinistra, pari erano quando confondevano moralità e moralismo, E le tue lucciole scompaginavano piani prestabiliti e irreversibili. Il nuovo fascismo insediatosi da poco si sentiva assediato dai tuoi discorsi ma non riusciva a blandirti con voci di sirena. Quel due di novembre uccisero il tuo corpo. Dove attaccarti? La tua arte? Il tuo genio? Impossibile! Censura e processi non cancellarono la tua voce. Trovarono il tallone d’Achille e cavalcarono il tuo segreto per distruggerti in un colpo solo. Assecondarono le tue inquietudini e ti tesero un tranello su quell’unica vulnerabilità che vivevi con profonda lacerazione. Quel due di novembre uccisero il tuo corpo. Ma la forza delle idee è più viva che mai. Il tuo volto scarno e volitivo non si è sbiadito nel tempo, perso nelle nebbie della dimenticanza. I tuoi occhi lucidi ed intelligenti continuano a parlare esortare, confortare. Il tuo genio assoluto, non è stato scalfito dall’ignavia l’ignoranza, la volontà denigratoria, ciò che di te è rimasto non potrà mai morire. Quel due di novembre uccisero il tuo corpo.lf