la memoria dispersa

Ferragosto


Ferragosto anni '70, alla Centrale l'assalto ai treni per le vacanze “L’Italia – e non solo l’Italia del Palazzo e del potere – è un Paese ridicolo e sinistro: i suoi potenti sono delle maschere comiche, vagamente imbrattate di sangue: «contaminazioni» tra Molière e il Grand Guignol. Ma i cittadini italiani non sono da meno. Li ho visti, li ho visti in folla a Ferragosto. Erano l’immagine della frenesia più insolente. Ponevano un tale impegno nel divertirsi a tutti i costi, che parevano in uno stato di «raptus»: era difficile non considerarli spregevoli o comunque colpevolmente incoscienti.” (P.P.P., Lettere luterane, Torino, Einaudi, 1976) Qualcosa è cambiato. I ferragosto non sono più quelli di una volta, non perchè siano cambiati gli italiani, sarebbero gli stessi descritti acutamente da P.P.P. ma la crisi economica, politica e sociale paventata dallo scrittore in tempi non sospetti ha prodotto quelle modifiche impensabili allora ma che alla luce dei fatti di oggi, in piena recessione, sguardo attonito al futuro acquistano un significato amaro per la scarsa considerazione di cui furono oggetto.