la memoria dispersa

Essere imprevedibile...


 
René Magritte, Golconda (1953 ....é bene quando una persona contraddice le nostre aspettative, quando è diversa dall'immagine che ce ne siamo fatta. Appartenere a un tipo significa la fine dell'uomo, la sua condanna. Se non si sa invece come catalogarlo, se non è "caratteristico", allora possiede già la metà dei requisiti desiderabili, è libero da se stesso, con un granello in sé di assoluto. Borìs Pasternàk- Il Dottor Zivago Bella questa immagine verbale di Pasternak. Corrisponde al desiderio anche inconscio di relazionarci a persone che sfuggono a codici comportamentali prevedibili, che se da un lato possono soddisfare il nostro bisogno di sicurezza e affidabilità, dall’altro ripercorrendo sempre gli stessi schemi nascondono spesso pochezza caratteriale e mancanza di personalità. La prevedibilità d’altra parte ci caratterizza, schiavi di abitudini e stili codificati appresi attraverso un processo di “omologazione” inteso come totale asservimento, il più delle volte supino, volto a convincerci con la pervasività che “uguale è bello, giusto, trendy, cool... Pur sapendo che è nell’appiattimento che moriamo, prevale in noi la necessità ad uniformarci alle regole di una società imbarbarita da strumentalizzazioni consumistiche e nell’illusione di distinguerci sprofondiamo sempre più in un baratro di spersonalizzazione e anonimato.