la memoria dispersa

25 aprile


 LA PASSIONE DEL '45EpigrafiCoi tuoi occhi infossatii capelli leggeri,il volto decisoil riso impetuosoe il silenzio insistente...Tu non chiedevi altro che meritarele più alte delle nostre parole:e adesso è chiaroquel tuo pudico tacere e gridare,quel tuo umiliartie adirarti.Tu cercavi in noi, inutilmente,il tuo cuore...È chiaro il tuo volto sofferente,è chiaro il tuo risoè chiaro il tuo pudore,è chiara la tua innocenza,e il tuo darti agli altrismanioso di' offrirti,di testimoniarecon forza giovanileil tormento,con la violenza la pietà.Nei tuoi ritratti,le tue vesti, i tuoi libri,non sentiremo più la tua vita.La tua giovinezzanon splende per noi chinatasulla terra dell' ortoe non splendono i tuoi capelli.Fu un vento ignoto a spiraresul tuo mondo, su te,e vi ha tutto sconvolto.Libertà, la tua bocca ridente,Libertà, la tua fronte pallida,Libertà, le tue spalle leggere.Poi il vento è caduto.Dispersa la tua vita,stringi nel pugno la tua fede.Dai silenzi della tua vitatorna solo la vocedella tua fede silenziosa.Possiamo noi pronunciare le paroleper cui hai dato il tuo corpotemendo di non dare troppo?Italia, Libertà...e parole più umane, amore,E a chi non vi credamostra le mutatenel terribile sangueche era di tua madre.Fu questo il tuo giocoper cui tua madre attended'essere morta,nient' altro,in questa estranea terra.Ma che cosa ci hai dato?Qualcosa di immenso,e tu lo sapevi,ragazzo,lo sapevi morendo solosotto gli alberi testimonie la neve calpestata dai piediche andavano alla morte.Qui in Italiale nubi possono ora solcare il cieloe il vento scuotere gli alberi,l'Isonzo e gli altri fiumicorrere al mare...Nella nostra Italiagli uccelli possono cantare,esser verdi le fogliee giocare i ragazzi.Il sole può illuminare le acquee la pioggia caderee sui monti brillare la neve.Tu non puoi essere,tu che ci hai dato la nevela pioggia, la luce,i venti, le nubi...-Gridiamo: Amore,gridiamo forte Amore,che ne risuonino i monti,e le valli,e tuoni nelle orecchie: Amore!C'è un ragazzo,un candido morto,che vive in quel grido.(Questa poesia P.P.Pasolini la dedicò al fratello Guido (Ermes) partigiano delle Brigate Osoppo fucilato a Porzus (Friuli) dai gappisti. )