la memoria dispersa

Wislawa...sempre lei


Paul Klee - Ritratto di Frau P. nel Sud (Bildnis der Frau P. im Süden), 1924  Ho un'attrazione particolare per la poesia dell'est e sono molti i poeti che potrei citare. Oggi è Wislawa Szymborska, nata oggi, la poetessa premio Nobel dal nome impronunciabile ma dalla poesia chiara, comprensibile, schietta. Non c'è poeta più riconoscibile di lei. Il suo piccolo, grande mondo è il nostro e i suoi versi ci arrivano come una carezza, anche quando sono crudi e pungenti. Lei sa cosa sia l'ironia, in fondo nella sua vita di perseguitata in casa aveva imparato a rintuzzare, senza mai rinunciare alla sua impronta.Cara, inarrivabile Wislawa, voglio ricordarla con due poesie, non tra le sue più conosciute, ma chiunque l'abbia letta, anche solo superficialmente, le saprebbe riconoscere.La prima é dedicata a una maestra polacca, morta per salvare quattro bambini da un incendio, la seconda è semplicemente sorprendente. Le traduzioni sono di Pietro Marchesani.Un minuto di silenzio per Ludwika WawrzyńskaE tu dove vai,là ormai non c'è che fumo e fiamme!- Là ci sono quattro bambini d'altri,vado a prenderli!Ma come,disabituarsi così d'improvvisoa se stessi?al succedersi del giorno e della notte?alle nevi dell'anno prossimo?al rosso delle mele?al rimpianto per l'amore,che non basta mai?Senza salutare, non salutatain aiuto ai bambini corre, s'affanna,guardate, li porta fuori tra le braccia,nel fuoco quasi a metà sprofondata,i capelli in un alone di fiamma.E voleva comprare un biglietto,andarsene via per un po',scrivere una lettera,spalancare la finestra dopo la pioggia,aprire un sentiero nel bosco,stupirsi delle formiche,guardare il lagoincrespato dal vento.Il minuto di silenzio per i mortia volte dura fino a notte fonda.Sono testimone ocularedel volo delle nubi e degli uccelli,sento crescere l'erbae so darle un nome,ho decifrato milionidi caratteri a stampa,ho seguito con il telescopiostelle bizzarre,solo che nessuno finorami ha chiamato in aiutoe se rimpiangessiuna foglia, un vestito, un verso -Conosciamo noi stessi solo fin dovesiamo stati messi alla prova.Ve lo dicodal mio cuore sconosciuto.Wisława Szymborska-----------------Nella moltitudineSono quella che sono.Un caso inconcepibilecome ogni caso.In fondo avrei potuto averealtri antenati,e così avrei preso il voloda un altro nido,così da sotto un altro troncosarei strisciata fuori in squame.Nel guardaroba della naturac'è un mucchio di costumi: diragno, gabbiano, topo campagnolo.Ognuno calza subito a pennelloe docilmente è indossatofinché non si consuma.Anch'io non ho scelto,ma non mi lamento.Potevo essere qualcunomolto meno a parte.Qualcuno d'un formicaio, branco, sciame ronzante,una scheggia di paesaggio sbattuta dal vento.Qualcuno molto meno fortunato,allevato per farne una pelliccia,per il pranzo della festa,qualcosa che nuota sotto un vetrino.Un albero conficcato nella terra,a cui si avvicina un incendio.Un filo d'erba calpestatodal corso di incomprensibili eventi.Uno nato sotto una cattiva stella,buona per altri.E se nella gente destassi spavento,o solo avversione,o solo pietà?Se al mondo fossi venutanella tribù sbagliatae avessi tutte le strade precluse?La sorte, finora,mi è stata benigna.Poteva non essermi datoil ricordo dei momenti lieti.Poteva essermi toltal'inclinazione a confrontare.Potevo essere me stessa - ma senza stupore,e ciò vorrebbe direqualcuno di totalmente diverso.Wisława Szymborska