On Writing

Quell'esperienza


non avevo mai vissuto prima di allora un terremoto. nemmeno mi immaginavo come fosse. capivo soltanto che aveva a che fare con un movimento della terra, m ala storia delle placche terrestri me la spiegarono dopo, cogliendo l'occasione di quel venerdì 26 settembre 1997. son già passati quasi dieci anni, son tanti, un ottavo della vita media di un comune mortale, un decimo della mia vita, voglio campare cento anni e due giorni.. la scossa della notte non la sentii per niente, dormo poco, ma dormo pesante. mi svegliai la mattina nel frastuono di telegiornali e famiglia in subbuglio. ero nel lettone dei miei, mia madre ordinò a mio padre di prendermi e portarmi in camera con loro. io non mi accorsi di nulla, of course. mia madre era agitata, mio padre impassibile come sempre, i telegiornali passavano scene di morte, pianti singhiozzanti, case crollate; mio fratello mi raccontava che per alzarsi dal letto, complici la scossa e l'agitazione, cadde sull'armadio della camera, ma non si fece nulla.. smaltito il grosso della paura, me ne andai a sucola e le maestre ci  spiegarono il sisma.. della serie: poniamo delle soluzioni una volta successo il danno... come sempre... verso le undici andammo a veder eun film, non ricordo che film.. trrrrrr... una breve scossa di assestamento.. "Maestra, il terremoto"; disse qualcuno.. "è solo una scossetta di assestamento, non preoccupatevi". rispose lei.. ed io? cocciuto come non mai, non mi ero accorto ancora di nulla. a questo punto mi ero oincuriosito, anche un pò eccitato all'idea di questo terremoto, earthquake, dicono quelli d'oltre oceano.. il destino volle che, a distanza di pochi minuti, il tempo necessario a tornare in classe, arrivasse la batosta, la socssa delle  11.42, la scossa che non scorderò mai.. l'edificio delle sucole elementari è una struttra completament ein acciaio e pannelli di cemento armato, per cui non è difficile  credere al fatto che, dal centro dell'aula al terzo piano, riuscii a veder ele auto parcheggiate sul piazzale sottostante..ero eccitato, sorpreso, impaurito, agitato.. ci fecero uscire dall'aula e mi misi a piangere, quel pianto mi costò parecchio  per essere un bambino di dieci anni.. me lo rinfacciarono in molti, anche le maestre che nel frattempo ci avevano portato nel piazzale della chiesa, lo stesso piazzale dove anni prima incendiammo l'alto fantoccio di carnevale.. poi mi venne a prendere mio padre, tutto vestito a puntino, abito scuro, cravatta.. ancora me la ricordo la scena.. ci comunicarono che il provveditore aveva chiuso le scuole per la giornata successiva.. bene, pensai. il giorno dopo era il compleanno di papà.. almeno stiamo un pò insieme, pensai..il terremoto divenne il mio peggior nemico, l'unico mio nemico, pe ri sette otto mesi a segire, periodo in cui le scosse erano all'ordine del giorno. lo spavento fu tanto che non riuscivo più a dormire tranquillo, come sentivo il silenzio turbato da strani rumori, allarmi, finti boati, abbai e ululati prolungati di cani, cominciavo ad agitarmi e non mi addormentavo più. strana esperienza quella del terremoto, paurosa ed affasciannte nel contemp. eravamo su tutte le cronache, "l'umbria che piange le vittime dle terremoto", "l'umbria devastata dal sisma" vennero il papa, ministri, presidenti di ogni cosa possbile ed immaginabile.. si parlava di ricostruzione, la destra sfidava la sinistr allora al governo sui tempi di ricostruzione.. ancora oggi se ne parla, si fanno dibattiti.. oggi non ho più paura del terremoto, l'ho avvertito tempo fà mentre stavo sul letto a leggere.. mi son messo a ridere, "Mà, il terremoto!" "dove, quando?" si è subito agitata lei..  Fiocco