Fiom Berco

Non toccate lo Statuto dei Lavoratori !!!


Io una volta sono stata “raccomandata”. Non mi presero..a gratificarmi erano bastate le motivazioni del raccomandante, che si chiamava Gino Giugni, era un amico di mio papà, faceva il professore universitario, ma poi fece anche il ministro, prendendo molto autobus con molta discreta modestia, era calmo, sobrio, ma molto appassionato. E che mi aveva raccomandato perché aveva stima di me, era pieno di preoccupata simpatia per i giovani e per il futuro di noi tutti. E era innamorato dei diritti. Tanto che quando fu ferito dalle Br si preoccupò laicamente di sapere se il cosiddetto perdono avrebbe condizionato una eventuale pena comminata agli imbecilli. Si non mi presero, era autorevole ma non molto influente almeno per le abitudini italiane. Non ci sapeva fare nel sottobanco e nemmeno io. Ma ha certamente influenzato la mia formazione e quella di tanti che pensavano che la democrazia non potesse essere tale senza un impegno continuamente rinnovato per tutelare le conquiste dei lavoratori, la loro dignità economica e professionale, la qualità della loro vita dentro e fuori dalla fabbrica. Oggi si sta consumando un scempio dei diritti, un inganno infame: far credere che per il benessere e la sicurezza di tutti si debba rinunciare ai diritti di qualcuno. Hanno già svuotato le regole di una equa contrattazione, hanno emarginato e penalizzato chi non voleva subire il ricatto. Hanno fatto finta che la loro modernità e la loro globalizzazione accarezzassero con tocco risanatore e demiurgico tutta la terra promuovendo uguaglianza, ricchezza e democrazia. Ma capitali imprese e lavoro si muovono solo sul cammino del calcolo economico e del profitto e non su quelli impervi ma radiosi delle conquiste sociali. E il loro percorso è disuguale e incrementa ricchezze già smisurate impoverendo smisurate geografie. Un affronto commesso ai danni degli operai, che ci sono ancora, dei lavoratori “garantiti” riecheggia nel silenzio dei diritti e va contro i pensionati, gli avventizi, i precari, i disoccupati,gli immigrati con permesso o no di vivere. Legittima una iniquità che si allarga e travolge come una tremenda piena tutti quanti, erodendo solidarietà e libertà. Lo statuto dei lavoratori è la ricchezza dei poveri e dei disuguali, difendiamola per difenderci. Di: Anne La Rouge