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Home "Ma la Fiom non firmerà mai l´intesa e senza consenso la fabbrica esploderà"


ROMA - «Sinceramente non riesco a capire perché Marchionne reagisca così. Noi, come lui, non possiamo sceglierci la controparte. Dice che non ha mai pensato di toccare la Costituzione? Bene: allora basti che cambi il testo dell´accordo separato». Maurizio Landini, emiliano, 49 anni ad agosto, da poco più di quindici giorni è il segretario generale della Fiom, i metalmeccanici della Cgil. Guida l´unico sindacato che non ha firmato l´intesa per rilanciare lo stabilimento Fiat di Pomigliano d´Arco: 200 milioni di investimento per produrre, a ciclo continuo, 280 mila Panda l´anno e garantire 5.000 posti di lavoro. La Fiom è la pietra dello scandalo. Landini è un sindacalista senza tessera di partito, come tanti ormai. L´ultima che ha avuto è stata quella dei Ds. Ora guarda con interesse al progetto di Nichi Vendola. Come il governatore della Puglia non usa la vecchia retorica del conflitto di classe. Appartengono a una nuova generazione. Eppure Landini è netto contro Marchionne, e anche contro la sua confederazione, cioè la Cgil di Guglielmo Epifani. E avverte: «Senza il consenso Pomigliano esploderà». Ma se martedì nel referendum tra i lavoratori di Pomigliano dovessero prevalere i sì, lei firmerà l´accordo?«No. Per la semplice ragione che è un referendum illegittimo: non si può chiedere a un lavoratore di votare contro la Costituzione. E poi non è un referendum libero: si esprimerà un voto sotto la minaccia di essere licenziati. Un vero ricatto».Inviterete i lavoratori a votare no?«Non daremo alcuna indicazione di voto ma invitiamo i lavoratori a recarsi alle urne per evitare possibili "schedature"».Epifani, invece, ha detto che se dovessero vincere i sì la Fiat dovrà chiedere alla Fiom di aderire e cambiare i punti controversi dell´accordo sul diritto di sciopero e sulle sanzioni in caso di assenze anomale.«Intanto ricordo che nello Statuto della Cgil c´è scritto che non si possono sottoporre a referendum materie riguardanti i diritti. Quindi continuo a non riconoscere quel referendum. Poi non capisco la proposta di Epifani: la trovo contraddittoria. È un po´ singolare pensare che dopo la vittoria dei sì si possa cambiare l´accordo».Ricorrerete alla magistratura?«Certamente stiamo valutando anche questa possibilità. Siamo di fronte a una violazione della Costituzione e anche della Carta di Nizza europea. Se passa l´idea che per uscire dalla crisi e realizzare investimenti industriali bisogna ridurre i diritti di chi lavora, il modello-Pomigliano si estenderà come una valanga».Epifani ha accusato la Fiom di non aver mantenuto il collegamento con la Cgil. È così? Perché non avete detto subito che eravate disposti ad accettare l´aumento dei turni?«Non è affatto vero. La Cgil ai diversi livelli è stata costantemente informata. Sono stato io nel Direttivo Cgil dell´8 giugno scorso a illustrare la situazione con tutti i dettagli. Ho anche detto che eravamo disponibili a negoziare sui 18 turni».A Pomigliano ci sarà una "nuova marcia", una fiaccolata organizzata, pare, dall´azienda. Cosa ne pensa?«Che stanno riemergendo le parti peggiori della storia della Fiat. Mi pare un imbarbarimento».Non è che la vittoria del sì, con la conferma degli investimenti Fiat, risolverà un problema anche alla Fiom che non si è sporcata le mani?«Ripeto: sarà un referendum finto, sotto ricatto. Ma Marchionne dovrebbe riflettere bene su un punto perché è difficile fare funzionare una fabbrica senza consenso e sotto costrizione: prima o poi esplode . Valga per tutti il caso di Melfi, dopo qualche anno quella fabbrica è esplosa. Serve questo alla Fiat?».