Flavio Scutellà

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  Morte Flavio Scutellà: chiesta in appello la conferma delle condanne
Il sostituto procuratore generale presso la Corte d'Appello di Reggio Calabria, Alberto Cianfarini, ha chiesto la conferma delle condanne emesse in primo grado per la morte del giovane Flavio Scutellà, dodicenne di Scido, nel reggino, deceduto all'ospedale di Reggio Calabria, il 29 ottobre 2007, dopo tre giorni di coma.Nel luglio 2012, il Tribunale presieduto da Angelina Bandiera aveva condannato Antonio Leali e Pietro Tripodi, ai quali era stata comminata una pena di un anno e otto mesi di reclusione, Giovanni Plateroti, un anno e sei mesi e Francesca Leotta, un anno.In primo grado vennero assolti i neurochirurghi reggini Francesco Turiano e Saverio Cipri; Giovanni Triolo e Carmelo Alampi, infermieri del 118 di Reggio; Francesco Morosini, medico di Cosenza, Giuseppe Mauro, di Catanzaro. Per i primi due, però, il sostituto pg Cianfarini ha chiesto la riforma della sentenza di primo grado, con condanna a un anno e sei mesi per Cipri e un anno per Turiano.Il 12enne Flavio Scutellà è deceduto tre giorni di coma e un'odissea vissuta tra gli ospedali di Polistena e Reggio Calabria, prima di trovare una sala operatoria libera che potesse operarlo. Otto ore, infatti, sarebbero passate da quando il ragazzo era giunto all'ospedale di Polistena, fino al suo arrivo in sala operatoria di Reggio Calabria. La mancanza di un mezzo pronto per il trasporto dalla Piana ai Riuniti sarebbe stato fatale al piccolo. Gli altri ospedali contattati, Catanzaro e Cosenza, che non avrebbero accettato il ricovero."Dopo quattro anni ingiustizia è fatta" disse Alfonso Scutellà, padre di Flavio, dopo la sentenza di primo grado. ''In questi lunghi anni - ha aggiunto - c'è stato un balletto tra Procure, giudici e tribunali. Siamo passati dal tribunale di Palmi a quello di Reggio Calabria, sono cambiati cinque giudici ed ecco che poi alla fine si è arrivati ad un risultato per il quale ci convinciamo sempre di più che la giustizia non esiste. Questa sentenza ci ha profondamente delusi e ci allontana sempre di più dalle istituzioni". Nel corso della propria requisitoria, invece, il sostituto pg Cianfarini ha usato toni molto duri, soprattutto nei confronti di un sistema sanitario e ospedaliero, quello della provincia di Reggio Calabria, che sarebbe di fatto, solo un "poltronificio" per distribuire clientele.Il processo è stato poi rinviato al prossimo 30 maggio, allorquando dovrebbero concludere le difese e la Corte d'Appello entrare in camera di consiglio per la sentenza.