Caos Ordinato

Ricordi di gesso


E' una giornata calda ed una brezza proveniente dal mare a tratti mitiga l'aria.La succosa uva ormai matura, appesantisce i tralci stanchi giunti al fine del ciclo stagionale.Raggiungo i miei genitori che sono già al lavoro di primo mattino ed entrando nel vigneto scorgo api pingui che ronzano attorno ai grappoli dorati e di tanto in tanto, battiti d'ali che si levano di tra i ciuffi d'erba dopo aver colto dei frutti caduti.L'aria dolce degli aromi dell'uva colma l'olfatto e con l'andar del pensiero già assaporo il prezioso nettare.Quest'anno la natura è stata generosa di scrosci e di sole che già preannunciavano una vendemmia abbondante.Pochi rumori, quasi attutiti, si odono assieme allo schioccare dei rami spezzati ed il fremere delle foglie tra i filari solo ogni tanto, le voci rotte dei miei genitori che chiamano gli aiutanti che fanno da spola tra i filari ed il carro.Uno strano silenzio però giunge ai miei orecchi, il silenzio, delle cicale il cui frinire è sempre assordante.Assorto nel lavoro allontano da me queste strane sensazioni.D'un tratto, un odore pungente colpì il mio olfatto che dagli inferi solo poteva risalire un odore, nauseabondo e distinto ed un boato assordante provenire dalla sovrastante montagna così che una nube di polvere s'accese nel cielo.La terra trema tanto violenta che pare voglia frantumare il mio corpo e la nube s'alza maestosa ed il sole sparisce tra i suoi flutti.Piovono sassi e l'aria si fa rovente, irrespirabile mentre sento i polmoni colmarsi di quella tempesta di fuoco e di polvere.Persi i sensi ed a lungo girovagai tra memorie e visioni.Mi riconobbi giacente sul terreno mentre persone vestite di fogge mai viste, rimiravano il mio corpo di gesso. Era il nono giorno prima della calende di settembre verso l'ora settima dell'anno 79 in un luogo chiamato Pompei.