Caos Ordinato

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« Può esistere il male assolutoAd ottocentomila chilometri »

La domanda

Post n°440 pubblicato il 25 Marzo 2012 da flavourfly
 

 

Mary stava seduta sulla poltrona che era appartenuta a suo padre.

Mary è una ragazza dal sorriso dolce, sincero con grandi occhi azzurri ed un volto che fa da cornice ad una bocca ancor quasi da bambina.

Mary sapeva che quel giorno doveva risolvere una volta per tutte la questione.

Sapeva che la risposta in ogni caso avrebbe dato una svolta decisiva alla sua vita che ormai, dipendeva da quell’unica domanda.

Mary attendeva che Michael tornasse dopo che l’aveva lasciata sola a meditare su quella domanda a cui egli stesso doveva dare una risposta.

L’orologio a pendolo stava battendo le quattro del pomeriggio e la luce del giorno era attutita dalle pesanti tende della stanza.

Le foto sul tavolino sembravano di un altra epoca con quelle figure poco riconoscibili nella fioca luce pomeridiana.

Mary si alzò e si diresse in cucina.

La casa, che era appartenuta ai suoi genitori, comprendeva una cucina, una grande sala, una stanza per la servitù ed un piccolo bagno al piano terra.

Una porta nel sottoscala d’ingresso portava alla cantina.

Il piano superiore era costituito da due bagni una camera da letto matrimoniale e due stanze ed una botola, sopra il ballatoio in cima alle scale, permetteva l’accesso alla soffitta.

La casa risaliva agli inizi del ‘900 e negli anni era stata sempre abitata dagli Hellignton, il casato di Mary.

Il giardino attorno alla casa era costituito da alberi da frutto e da una quercia mentre, un  basso steccato di colore bianco circondava la proprietà.

Mary prese dalla credenza una tazza da Tè di fine porcellana che faceva parte di un servizio appartenuto alla sua nonna materna.

Mise il bollitore sul punto fuoco ed accese la fiamma.

Si, un buon Tè ci voleva e con qualche biscotto giusto per addolcire un pò la giornata e per pensare.

Il lungo vestito di Mary con fantasia a fiori e le scarpe bianche, con un pò di tacco, davano un tocco alla dolce femminilità di Mary.

L’educazione ed il buon gusto di Mary erano frutto delle attenzioni delle madre.

Mary prese la zuccheriera, anch’essa di fine porcellana con tinte azzurre e con il coperchio che lasciava la sede per il cucchiaino dello zucchero.

La pose su di un vassoio con una cornice di legno dorato che racchiudeva un piano a specchio.

Vide il suo volto riflesso dallo specchio e una lacrima solcò il suo viso.

Perché, perché lei unica e sola disgraziata in quella piccola città della Lousiana?

Perché innamorarsi di un uomo che le aveva promesso fedeltà ed amore eterni?

Ma può esistere una giustizia che consideri il dolore e la sofferenza di chi soffre per amore?

Il bollitore che fischiava sul fuoco la richiamò alla realtà.

Mary spense la fiamma e versò l’acqua nella teiera.

Ora non restava che attendere che l’infuso dorato assorbisse tutto l’aroma della bustina del Tè.

Prese il vassoio e lo posò su di un tavolino nella sala.

Tornò in cucina per prendere qualche biscotto.

Qualcuno suonò alla porta.

- Chi è?

- Sono Clara, Mary!

- Clara! che sorpresa! ma... come mai qui?

- Ho preso il primo treno appena ho saputo!

- Ma da chi hai saputo?

- Da Trissy.

- Da Trissy? E dove l’hai incontrata? No, dico abiti a più di ottanta miglia di distanza!

- Trissy l’ha detto alla moglie del Dr. Lindbrook.

- Cielo! Con quella ormai la notizia avrà fatto il giro del mondo! Ma... entra Clara sono diventata una rozza ti stavo lasciando sull’uscio a parlare! Ho giusto appena preparato del Tè, mi fai compagnia?

-Volentieri, è giusto quello che ci vuole per ripulire la gola dal fumo che ho respirato viaggiando su quel treno e poi... devo avere tutte le ossa rotte!

- Accomodati cara, vuoi del latte nel Tè?

- Si grazie!

- Che devo dirti Clara? Lo sai come stanno andando le cose tra me e Michael te l’ho sempre scritto.

- Lo so Mary ma, questa notizia così improvvisa mi ha sconvolta!

- Ha sconvolto anche me Clara in realtà, ha sconvolto tutta la mia vita.

Mary cominciò a piangere a calde lacrime mentre il suo volto sfigurava e si contraeva in smorfie di sofferenza.

- Mary, Mary ti prego! Non fare così... ascoltami!

- Ma... Clara... la mia vita è... distrutta, sconvolta... inutile!

- No Mary ricordati che sei in attesa di un figlio e che devi, devi vivere per lui!

- Clara ma... che vita posso dare a mio figlio? E per quanto tempo?

- Darai a tuo figlio tutto ciò che puoi per il tempo che potrai.

- Ma... Clara ma come posso non pensare alla lama sul mio capo sempre pronta a trafiggermi?

- E cosa vorresti fare allora?

- Ho fatto la stessa domanda a Michael. Gli ho chiesto cosa lui intende fare nei riguardi di nostro figlio?

- E cosa ha risposto?

- Ancora non lo so... è uscito e sono in attesa che ritorni.

- E tu Mary cosa hai deciso?

- Clara davvero non so come comportarmi nel senso, che io voglio bene a mio figlio ma che ne sarà di lui? E se un giorno dovessi morire? E se anche lui si ammalasse e dovesse soffrire? Non lo so Clara credimi, non lo so.

Mary si accinse a versare il Tè nelle tazze ma le mani non erano ferme, tremavano.

- Lascia Mary faccio io.

- Oddio scusami Clara è che proprio non riesco... mi sento un’incapace!

- Mary siediti e cerca di calmarti.

Clara versò il Tè nelle tazze, mise del latte nel suo e due cucchiaini di zucchero per sé e per Mary.

Clara era una delle migliori amiche di Mary fin da bambina quando ancora abitava in Pollock poi, aveva conosciuto un ricco commerciante in Baton Rouge e lì, si era trasferita. Donna intelligente ed affascinante Clara non aveva mai conseguito la patente e si spostava o con il treno o con l’aereo ma appena sapute delle difficoltà di Mary era subito partita per tornare in Pollock.

Mary prese la tazza mentre le tremavano ancora le mani ed qualche goccia di Tè cadde sul pavimento.

- Oddio... che sbadata...

- Non è successo nulla Mary, si pulisce! Ecco.. così... va meglio cara?

- Si! grazie Clara adesso che sei qui mi sento meglio. Sai, dopo la morte dei miei genitori sarei voluta andare via da questo paese... conosci la gente che vi abita.

- Lo so Mary provincialismo del profondo sud. E’ per questo che decisi di trasferirmi altrove per dare una svolta alla mia vita.

- Ma certo Clara ma, a proposito come va con Sidney? I tuoi figli?

- Oh! bene grazie Mary sai, Sidney è un uomo meraviglioso una marito ed un padre attento e presente e i miei figli stanno bene... sai Jimmy ha già quattro anni mentre, Benjamin ne ha già sei.

- Caspita Clara come passa il tempo e sono già dieci anni che sei maritata con Sidney.

- Si Mary è vero e l’anniversario è il mese prossimo in luglio.

Mary ripose la tazza del Tè sul tavolino si alzò e scostò una della pesanti tende per guardare fuori dalla finestra.

- Sai Clara, quand’ero bambina mi piaceva stare ad osservare dalla finestra con mia madre che, seduta qui accanto mi raccontava della storia di Pollok ed intanto ricamava. Allora ero felice ed insieme attendevamo il ritorno di babbo proprio circa a quest’ora... come cambia la vita. Ora come allora osservo dalla finestra ma mi accorgo che osservo dei ricordi e che invece vorrei dimenticare il presente.

Clara guardava Mary al chiarore della finestra e coglieva che neppure la luce del sole rischiarava quel volto triste.

Clara ricordava delle giornate passate insieme da bambina e poi, ancora l’adolescenza i primi amori e Mary sempre sorridente e solare. Pensò come la vita può accendere e spegnere le persone e come può farle morire ancor prima della stessa morte.

- Mary... come te ne sei accorta o meglio come ve ne siete accorti?

Mary tirò lungo respiro si sedette accanto a Clara.

- Michael non mi aveva mai insospettita riguardo la nuova relazione, non era la prima volta che mi tradiva ma questa volta dopo che mi aveva promesso che non sarebbe più accaduto beh! non avevo il minimo sospetto. Poi Michael cominciò a stare sempre più male e le infezioni e le febbri sempre più lunghe e inguaribili. Allora decise di andare in un centro via da Pollok per l’analisi e la cura delle malattie infettive e fu allora che dichiararono la sua sieropositività da HIV. Nel tempo precedente l’insorgere della malattia io e Michael avevamo costanti rapporti e in uno di questi rimasi incinta. Ma prima di ciò non sospettavo nulla e neppure lui... mi ha sempre giurato che non sospettava nulla della malattia! Di fatto il crollo c’è stato in questi ultimi tre mesi ed io, sono al quarto mese di gravidanza.

Clara cinse un braccio attorno alle spalle di Mary e la portò verso di sé.

- E tu immagino che hai già fatto il test?

- Si... ed il risultato è positivo...

- Mary... io non so cosa consigliarti o dirti di fare riguardo il bambino ma... sappi che avrai sempre la mia amicizia e la mia stima.

 

Il figlio di Mary nacque dopo cinque mesi e nel tempo acquisì l’immunità da HIV fino alla scomparsa della sieropositività.

Michael morì pochi mesi dopo l’incontro di Mary con Clara e Mary morì due anni più tardi a seguito dell’insorgere della malattia.

Andrew, il figlio di Mary e Michael ha ora 36 anni ed è felicemente sposato con una moglie che ha dato alla luce un figlio sano.

Questo racconto è stato volutamente ambientato in un paesino della Lousiana e con personaggi di fantasia ma, la storia è vera per personale conoscenza dei fatti accaduti.

La “domanda” che rivolgo a tutti coloro che si sono accostati alla lettura è:

in una situazione come questa è da ritenersi comunque sbagliata la scelta di un aborto? Il fatto che Andrew sia vivo e felice lo si deve ad un autentico miracolo o alla capacità della natura di poter risolvere anche situazioni a nostro giudizio irrecuperabili? Dunque, c’è sempre una speranza e quindi la vita va conservata, difesa sempre e comunque?

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Un blog di: flavourfly
Data di creazione: 08/06/2010
 
 

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