L'amore

Il fattore I.


I processi mentali degli imbecilli sono lineari, privi di volume e di spessore; gli imbecilli galleggiano nel mare del pensiero come le bucce e i sugheri sull'acqua, seguendo le variabili correnti superficiali, incapaci di uscirne con impennate verso l'alto o tuffi in profondità. Il pensiero imbecille è sempre solo normale, canonico, si muove in direzioni già definite. E' a-critico, a-dialettico, non consente quindi il dialogo, il dissenso e il dubbio. Come ci dicono i termini, "discorso" e "dialogo" implicano distinzioni, passaggi, contrapposizioni, che sono l'essenza dell'intelligenza umana: pensare è discutere, con gli altri o con se stessi, come ci spiega un grande saggio di Billing, (Discutere e pensare) tradotto ma non si sa quanto letto in italiano. Il pensiero imbecille è invece sempre interno a un sistema chiuso: perciò gli imbecilli possono eseguire, anche con ottimi risultati, operazioni di pensiero convergente, in cui la soluzione di un problema va ricercata lungo binari precostituiti e rigidi, attraverso definizioni fisse e applicazioni meccaniche. come nel pensiero burocratico: mentre non riescono affatto a funzionare nel pensiero divergente, creativo, dalla produzione di una battuta umoristica a quella di un'opera d'arte o di una innovazione in campo scientifico. Il pensiero imbecille potrebbe quindi essere definito come assenza di quella capacità di cui sono particolarmente dotati gli artisti, gli inventori, i grandi visionari capaci di cogliere nelle pieghe della realtà, un qualche aspetto che sfugge al modo di vedere della maggioranza, considerato sacro dagli imbecilli.Piero Paolicchi