IlMioFavolosoMondo

If I were in their shoes...


Periodo intenso, questo: il caso Visco, il G8 di Rostock, nuovi attacchi su civili in Libano, altri naufraghi clandestini ripescati in mare di recente, l'imminente visita di Bush a Roma e, last but not the least, la recente denuncia di Santoro a "Annozero" sul caso "Sex Crimes and Vatican".Ognuno di questi casi meriterebbe un approfondimento adeguato e attinente alla realtà dei fatti. Ho deciso, però, di puntare la luce dei riflettori su un caso in particolare: non per importanza, sia chiaro, ma per singolarità e per lo stato di incredulità e costernazione in cui mi sono ritrovata leggendo un riquadro in prima pagina de Il Manifesto del 2 giugno.Chi, come me, ha letto il sopraccitato giornale quel giorno, forse ha capito a cosa mi riferisco...La fantascienza riciclata di BushL'articolo in questione tratta della, e sono fin troppo clemente, discutibile scelta in politica estera e interna della Casa bianca.Ecco i fatti: cinque scrittori di fantascienza sono stati assunti per fantasticare su un futuro attacco dei terroristi a danno degli States.Avete letto bene, sì...E, proseguendo nella lettura di tale articolo, scopro con mia grande sorpresa che non è nemmeno una nuova trovata dell'attuale presidente bensì una tattica adottata fin dai primi anni '80."If I were in their shoes, I...", ovvero "Se fossi in loro, io...": ecco l'ardua missione che i Grandi Cinque devono affrontare.Sembra roba da fantascienza, per l'appunto. E invece ci troviamo di fronte ad un'America che, non sapendo più dove andare a parare, tira fuori il suo jolly per dire al mondo che lei c'è, più agguerrita e determinata che mai nelle sue idee. Anche quando queste ultime sono sintomo di un paese malato... Bugiardo.Periodo intenso, dicevo...Ma cosa scrivo! Si è mai visto un periodo non intenso?!? Alzi la mano chi l'ha vissuto.