C’è stato un tempo in cui Cupido non scoccava le sue frecce se non in presenza di un tramonto, una notte stellata o un lento. Quelli che credevamo i presupposti del batticuore oggi non lo sono più. Potrebbe suonare come un ossimoro, ma ai nostri giorni il luogo in cui ci si ama di più è quello che si odia di più: il posto di lavoro. Lo confermano i risultati di una recente indagine condotta da Careerbuilder.com, il più importante sistema di recruiting sul web del mondo, secondo cui il 40% dei lavoratori dichiara di aver avuto una storia in ufficio. Pranzi e happy hour, serate di straordinari e weekend in trasferta hanno contribuito ad abbattere il muro che una volta separava la vita sociale da quella professionale. Eppure, malgrado l’alta incidenza del fenomeno (confermata anche dai serial televisivi più popolari dove avvocati, medici, poliziotti... flirtano allegramente), l’amore sul posto di lavoro rimane una questione delicata. I capi continuano a non vedere di buon occhio i loro dipendenti innamorati, ci sono addirittura aziende che nella loro policy vietano le coppie nello stesso reparto. «Una delle paure relativamente ad una relazione in azienda è la distrazione dai ruoli di competenza e la creazione di squilibri e problemi all’interno del gruppo di lavoro» spiega Corrado Tirassa, Country manager di CareerBuilder in Italia, Spagna e Svizzera. Come bisogna comportarsi allora perché quello che fa bene al nostro cuore, non danneggi la nostra carriera? «E’ molto importante capire la mentalità e la policy dell’azienda di cui si fa parte, per comportarsi di conseguenza ed evitare di esporre la relazione in maniera affrettata» suggerisce Tirassa. «D'altronde innamorarsi sul posto di lavoro non è necessariamente una cosa negativa, in alcuni casi può migliorare l’umore e quindi l’impegno ed il coinvolgimento dei professionisti di un’azienda». La situazione si complica quando ci si innamorara di colleghi con ruoli più alti rischiando di cadere nel più classico dei cliché: “quella che va a letto con il capo”.
Che piacere andare in ufficio!
C’è stato un tempo in cui Cupido non scoccava le sue frecce se non in presenza di un tramonto, una notte stellata o un lento. Quelli che credevamo i presupposti del batticuore oggi non lo sono più. Potrebbe suonare come un ossimoro, ma ai nostri giorni il luogo in cui ci si ama di più è quello che si odia di più: il posto di lavoro. Lo confermano i risultati di una recente indagine condotta da Careerbuilder.com, il più importante sistema di recruiting sul web del mondo, secondo cui il 40% dei lavoratori dichiara di aver avuto una storia in ufficio. Pranzi e happy hour, serate di straordinari e weekend in trasferta hanno contribuito ad abbattere il muro che una volta separava la vita sociale da quella professionale. Eppure, malgrado l’alta incidenza del fenomeno (confermata anche dai serial televisivi più popolari dove avvocati, medici, poliziotti... flirtano allegramente), l’amore sul posto di lavoro rimane una questione delicata. I capi continuano a non vedere di buon occhio i loro dipendenti innamorati, ci sono addirittura aziende che nella loro policy vietano le coppie nello stesso reparto. «Una delle paure relativamente ad una relazione in azienda è la distrazione dai ruoli di competenza e la creazione di squilibri e problemi all’interno del gruppo di lavoro» spiega Corrado Tirassa, Country manager di CareerBuilder in Italia, Spagna e Svizzera. Come bisogna comportarsi allora perché quello che fa bene al nostro cuore, non danneggi la nostra carriera? «E’ molto importante capire la mentalità e la policy dell’azienda di cui si fa parte, per comportarsi di conseguenza ed evitare di esporre la relazione in maniera affrettata» suggerisce Tirassa. «D'altronde innamorarsi sul posto di lavoro non è necessariamente una cosa negativa, in alcuni casi può migliorare l’umore e quindi l’impegno ed il coinvolgimento dei professionisti di un’azienda». La situazione si complica quando ci si innamorara di colleghi con ruoli più alti rischiando di cadere nel più classico dei cliché: “quella che va a letto con il capo”.