Malati d'Amore e ..

Nasce qui il panettone alla birra


CASERTA — Panettone fatto con la birra? «Sì, con la birra» è la risposta al sopracciglio inarcato che dichiara meraviglia. Con Rosanna Marziale si parla di panettone natalizio, argomento che il calendario già impone. Il panettone con la birra, quindi, un timido esperimento fatto l'anno scorso, una conferma sulla scorta del successo incontrato e degli ordinativi cui si sta fronteggiando. Non una originalità per festeggiare la recente «stella» conferita dalla Guida Michelin al suo ristorante, quanto un tocco di novità nel segno della tradizione. «Esattamente quello che col mio staff ci siamo proposti — dice la chef casertana — panettone e assortimenti di pasticceria natalizia nostrana e tradizionale, questa in un formato più ridotto ma assortita come per un campionario, il tutto in una scatola con il frontespizio della Reggia e che nella sua forma quadrata richiama proprio il magnifico palazzone vanvitelliano, dolcezze nella maestosità architettonica».  Il panettone alla birra ha la forma tradizionale di grosso cappellone da chef e il colore che è scuro ma non di tostatura di forno ma della birra appunto. «All'impasto tradizionale trattato con la birra — dice Rosanna Marziale — ho aggiunto nocciole, noci, amarene, gocce di cioccolato e chicchi di caffè macinati grossolanamente: il risultato è una pasta soffice e piuttosto scura, con un intenso aroma di caffè e un sapore eccezionale, ricco ma non troppo dolce, con qualche tocco di croccantezza che allieta la masticazione». Poi continuando con le domande la chef ci svela altri segreti della sua invenzione:Nella ricetta, tutto sommato, ci sono ingredienti tradizionali; ma quali quelli caratterizzanti?«Tutti prodotti nostrani: le noci di Sorrento, le nocciole di Teano, le amarene del bosco di San Silvestro che sovrasta il parco reale».E la birra, inconsueto ingrediente? «Viene dall'azienda Karma di Alvignano, birra artigianale che ha a sua volta una caratteristica atipica che le viene dal trattamento con chicchi di caffè macinati, il tutto per un sapone che giustifica anche il nome della birra stessa, che è 'na Tazzulella 'e cafè».Insomma, una diavoleria dolciaria, il panettone con birra che a sua volta è trattata con caffè: quali reazioni ha incontrato?«Positive, alla fiera dello Slow food di Torino anche i milanesi si sono complimentati. I primi panettoni stanno già viaggiando per Piemonte e Lombardia. Anche la scatola di dolcezze Reggia è richiesta. Ci sono mostaccioli, susamielli, la ‘‘sapienza'' e roccocò. Tutto il concentrato del nostro Natale di zucchero». E gli struffoli e le zeppole?«Non è ancora tempo, questi dolci vanno fatti a ridosso della notte di Vigilia, fritti e mangiati come diciamo noi. I forestieri che vogliono gustarli devono venire qua, impacchettarli sarebbe deprezzarli».