Niente di più vero.
Malati d'Amore e ..
Rubrica sull'amore, sulle relazioni, e fondamentalmente sulla battaglia per riuscire ad amare qualcun altro e se stessi.
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Rubrica sull'amore, sulle relazioni, e fondamentalmente sulla battaglia per riuscire ad amare qualcun altro e se stessi.
Siamo pronti a dare qualsiasi risposta su quello che è il cardine intorno al quale gira sempre la nostra vita: l'amore!
Una sorta di rubrica vecchio stampo: "Caro Blog, ti scrivo perchè vorrei suggerire .... oppure, vorrei il tuo parere....".
I consigli, i pareri, le impressioni sono aperti a tutti coloro che vorranno confrontarsi
confidandoci i loro interrogativi.
Come sapete la Community di Digiland è molto ampia per cui i punti di vista possono essere davvero molteplici.ai di fa
"Una finestra sui malanni che l'amore non smette mrci provare"
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Post n°31 pubblicato il 01 Aprile 2011 da romamanmte
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Post n°27 pubblicato il 28 Marzo 2011 da GUANOT
Disagio, sento disagio, |
Post n°24 pubblicato il 19 Marzo 2011 da GUANOT
Ecco, stasera sono ancora solo, solo nella mia casa, ma con te nel cuore, Ancora poco e non sarò più solo, Sarò con te amor mio, Ti aspetto con ansia per donarti tutto il mio amore. A PRESTO Approfitto di questo spazio per dedicare queste poche righe alla donna che amo. Sfondo 800x600 Clicca sull' immagine per isualizzare o scaricare. |
A quanto pare non siamo in mano solo alla coscienza, all’amore e alla comprensione del nostro partner. A incidere sulla scelta e a decretare il successo del “finché morte non ci separi”, sono semplicemente due sostanze chimiche presenti nel cervello. Sono queste le vere responsabili del comportamento degli amanti impeccabili o dei latin lover. Ecco quanto suggerisce un nuovo studio condotto da uno degli antropologi più famosi al mondo: Helen Fisher. Fischer studia da quasi trent’anni il comportamento umano e i suoi rapporti amorosi. Anche l’attrazione per un partner o l’altro, secondo Fischer, è solo una questione di chimica. In pratica, esistono, secondo l’antropologa, quattro tipi di personalità: gli esploratori, i costruttori, i direttori e i negoziatori. Ma ognuno di loro è diverso dall’altro solo a causa della solita chimica cerebrale. Parliamo di sostanze che conosciamo tutti molto bene: la dopamina e la serotonina. Queste due sostanze sarebbero implicate con il ruolo svolto da testosterone ed estrogeni. La persona che è sotto l’effetto della serotonina, quindi, può comportarsi in maniera molto tranquilla, fedele, e può essere considerata come personalità “costruttiva”. Se invece è presente in maggior quantità la dopamina, è possibile che la sua personalità non sia affatto tranquilla e che sia sempre alla ricerca, per così dire, di novità. Chi presenta elevati livelli di estrogeni, invece, può avere una personalità molto fantasiosa ed essere molto socievole; chi invece contiene livelli alti di testosterone mostra una mentalità più rigida e decisiva. «Ci sarà sempre la magia di amare, ma la conoscenza è potere. Se sai chi sei, cosa cerchi e come puoi amare gli altri, è possibile catturare quella magia, trovare e mantenere il vero amore, e realizzare i tuoi sogni», conclude Fisher. Niente di più vero. Le sostanze prodotte dal nostro cervello influiscono senz’altro sulla nostra personalità, ma sta a noi trovare la vera magia dell’amore e del nostro modo di essere. |
Post n°19 pubblicato il 15 Marzo 2011 da forblog
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Come geloso, io soffro quattro volte: perché sono geloso, perché mi rimprovero di esserlo, perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l'altro, perché mi lascio soggiogare da una banalità: soffro di essere escluso, di essere aggressivo, di essere pazzo e di essere come tutti gli altri. Barthes, Roland La gelosia è un sentimento che parte dall'idea che ciò che io ho di più "caro" potrei, da un momento all'altro, perdere. Essa si lega al concetto di possessività, alla possibile perdita di ciò che si ritiene proprio. Entrambi i sentimenti pretendono l' "altro", vogliono la sua presenza in termini esclusivi e personali. Parlo di pretendere l'altro perchè lo si considera un "oggetto" piuttosto che un "soggetto". Spesso chi ne è affetto manifesta la sua gelosia in assenza di qualunque fatto, di qualunque circostanza che possa giustificare un vissuto del genere. Nella gelosia è presente una o entrambe delle seguenti componenti: * paura dell'abbandono, della perdita, della separazione, di ciò che si ritiene proprio e necessario al proprio benessere; * gelosia ed invidia dell'altro che potrebbe condividere ciò che, è nostro. Gelosia delle caratteristiche che il rivale ha e noi non abbiamo. In questo caso la gelosia non è rivolta tanto al proprio partner ma è gelosia del terzo e quindi si muove ai confini dell'invidia. E' importante distinguere fra gelosia "normale" e gelosia "patologica". La gelosia normale è inseparabile dal'amore per il partner, ed è sempre presente a livelli accettabili. Anzi se non ci fosse si potrebbe addirittura dubitare se è vero amore. Inoltre serve a far sentire l'amato veramente amato, perchè attraverso la gelosia manifestiamo la paura di perderlo. Invece parleremo di gelosia "patologica" quando essa assume le seguenti caratteristiche: * paura irrazionale dell’abbandono e tristezza per la possibile perdita; * sospettosità per ogni comportamento relazionale del partner verso persone dell'altro sesso; * controllo di ogni comportamento dell' "altro"; * invidia ed aggressività verso i possibili rivali; * aggressività persecutoria verso il partner; * sensazione d' inadeguatezza e scarsa autostima di noi stessi.La gelosia, quella patologica è, dunque, il timore di perdere qualche cosa che si ritiene essenziale per il proprio benessere e che questo qualcosa, che si ritiene essenziale, altri possano impossessarsene. Essa si manifesta anche in assenza di qualsiasi motivo valido. Spesso proprio la gelosia è in alcuni casi la causa della rottura di una relazione. Anzi si teme tanto che una relazione possa finire che, senza volerlo, la si fà finire per davvero.
La gelosia patologica prende origine da sospetti o circostanze infondate, affondando la sua vera natura in un'angoscia che prende forma nella mente senza nessun riscontro nella realtà. Quest'angoscia produce delle vere e proprie rappresentazioni mentali in cui si "costruisce" il "rivale" e le "prove d'infedeltà" e la realtà effettiva viene interpretata erroneamente. Tutto ciò può arrivare a dei veri e propri "deliri di gelosia" che spesso sono all'origine di veri e propri fatti di cronaca come i delitti passionali.La gelosia patologica, il più delle volte, affonda le sue origini nell'infanzia in una cattiva relazione che il geloso ha instaurato con i propri genitori. Quest'ultimi non hanno adeguatamente rinforzato il bambino nella fiducia per sè stesso e nell'autostima contribuendo così a determinare un adulto geloso perchè non conscio delle sue possibilità e del suo valore, profondamente insicuro. Ciò porta a pensare che il proprio partner potrebbe amare un altro perchè più degno, a non essere sicuro del suo amore. Ma la gelosia patologica può tradire anche un desiderio di possesso assoluto del partner. Ciò avviene, anche in questo caso, per una cattiva relazione affettiva costruita con i propri genitori, sopratutto quello di sesso opposto. C'è la presenza di un'affettività che non ha trovato correspensione durante l'infanzia, e si pensa di riscattarla da adulti, attraverso il possesso assoluto dell'altro. |
Post n°15 pubblicato il 21 Febbraio 2011 da romidgl
E' UN PERCORSO, non un atto immediato. Spesso doloroso ma catartico. Che si tratti di uno sgarbo sul lavoro, di un tradimento del partner, di un'offesa grave, che brucia ancora di più perché a infliggerla è stata una persona cara, perdonare è una virtù, forse un'arte, in cui le donne primeggiano. Lo fanno meglio e più facilmente rispetto agli uomini e non solo all'interno della coppia. Questione di empatia, spiega uno studio spagnolo, che analizza le differenze fra sessi e generazioni in materia di perdono. Arrivando alla conclusione che i genitori riescono più facilmente a lasciarsi alle spalle un torto rispetto ai figli. E, fra adulti, alle donne passare oltre riesce meglio che ai maschi. sia i ragazzi che i genitori concordano su cosa voglia dire perdonare - ricorrendo entrambi a termini come non portare rancore, riconciliarsi, comprendere - per i più giovani, sottolineano i ricercatori, il perdono è un qualcosa che arriva col passare del tempo; per mamma e papà invece è più una questione legata a fattori come il rimorso e un sentimento di giustizia. Che ne pensate? |
Inviato da: emilytorn82
il 23/12/2016 alle 13:25
Inviato da: forblog
il 09/11/2016 alle 11:11
Inviato da: the.orthopedic
il 21/09/2016 alle 12:37
Inviato da: Romero
il 04/08/2016 alle 12:06
Inviato da: petrollamp
il 01/05/2014 alle 09:08