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Malati d'Amore e ..

Rubrica sull'amore, sulle relazioni, e fondamentalmente sulla battaglia per riuscire ad amare qualcun altro e se stessi.

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COS'è QUESTO BLOG....

Malati d'amore e ....

Rubrica sull'amore, sulle relazioni, e fondamentalmente sulla battaglia per riuscire ad amare qualcun altro e se stessi.

Siamo pronti a dare qualsiasi risposta su quello che è il cardine intorno al quale gira sempre la nostra vita: l'amore!
Una sorta di rubrica vecchio stampo: "Caro Blog, ti scrivo perchè vorrei suggerire .... oppure, vorrei il tuo parere....".
I consigli, i pareri, le impressioni  sono aperti a tutti coloro che vorranno confrontarsi
confidandoci i  loro interrogativi.
Come sapete la Community  di Digiland è molto ampia per cui i punti di vista possono essere davvero molteplici.
ai di fa

"Una finestra sui malanni che l'amore non smette mrci provare"

 

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Tanti auguri

Post n°35 pubblicato il 22 Aprile 2011 da romidgl
 

 
 
 

Fare l’amore la mattina: perchè piace tanto agli uomini

Post n°34 pubblicato il 21 Aprile 2011 da forblog
 
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Sincronizzare la vita sessuale con i ritmi del partner è importante per una buona intesa ma ci sono delle differenze di genere non trascurabili. Una delle noti dolenti è la mattina: noi appena sveglie siamo pigre e ci sentiamo in disordine. Le uniche cose che desideriamo sono una doccia e un caffè. Lui invece si avvicina con chiare intenzioni di fare l’amore.

Esiste una ragione fisiologica per questa differenza e risiede nel testosterone. Nelle prime ore della giornata questo raggiunge i livelli più alti e quindi l’eccitazione degli uomini è al massimo. Ma se avessero ragione loro?

Sapete che fare l’amore la mattina dona energia per tutta la giornata? Alcuni studi hanno inoltre dimostrato che fa bene al cuore. Prima di inventare scuse e rifiutare le sue avances mattutine quindi pensateci bene.

Se vi sentite troppo disordinate concedetevi trenta secondi in bagno prima di fare l’amore per lavarvi i denti e rinfrescarvi. Mi raccomando non vi ilungate troppo nella preparazione.

Se invece il vostro problema è la pigrizia post risveglio la scelta della giusta posizione può aiutarvi: quella a cucchiaio è ideale per il sesso mattutino perché riproduce la postura assunta durante il sonno. Voltarsi di spalle è la soluzione ideale se non avete avuto modo di lavarvi i denti perché i visi non saranno a diretto contatto.

E se proprio non avete voglia piuttosto che inventare scuse poco credibili siate sincere: la comunicazione nella coppia è fondamentale, specialmente in ambito sessuale. Essendo chiare si evitano fraintendimenti ed evitate a lui paranoie infondate.

 
 
 

Fine di un amore: perché gli uomini riescono a digerire più facilmente una rottura

Post n°33 pubblicato il 18 Aprile 2011 da romidgl
 
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Perché gli uomini hanno la capacità di reagire più rapidamente delle donne dopo la fine di un amore? Bene, diciamo che ci sono uomini che hanno bisogno di tempo per metabolizzare la rottura del rapporto, mentre esistono donne che riescono a riaccoppiarsi in men che non si dica con altri esemplari dell’universo maschile.

In linea di massima, però, un uomo ha la vita più facile rispetto ad una donna quando si tratta di affrontare situazioni difficili come quelle sentimentali. Ma tutto questo a cosa è dovuto? Si tratta semplicemente di una diversa sensibilità o di un diverso approccio alla sfera sentimentale?

In realtà il rapido bisogno di trovare subito una sostituta non è dovuto ad una particolare capacità di assorbire e digerire più rapidamente la fine di un rapporto, quanto la necessità di distrarsi: una nuova fiamma rappresenta insomma un modo per non pensare all’amore appena finito.

Questo non vuol dire quindi che lui non pensi più alla sua ex, ma semplicemente adotta un metodo diverso per superare la situazione. Stesso discorso vale per il matrimonio lampo, una sorta di medicina per curare e lenire i ‘dolori’ sentimentali, un modo per essere sicuri che non finirà tutto di nuovo.
Per quanto riguarda la maggior parte delle donne, invece, il pensiero di un nuovo avvicendamento romantico suona orribile quando ci si sente giù e si vuole attendere il completo recupero emotivo prima di poter essere coinvolte ancora una volta in un
rapporto di coppia o in una storia sentimentale. È un percorso più sensibile, responsabile e ovviamente più lungo, ma non per questo meno utile, anzi…

 
 
 

Che piacere andare in ufficio!

Post n°32 pubblicato il 06 Aprile 2011 da romidgl
 
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C’è stato un tempo in cui Cupido non scoccava le sue frecce se non in presenza di un tramonto, una notte stellata o un lento.

Quelli che credevamo i presupposti del batticuore oggi non lo sono più. Potrebbe suonare come un ossimoro, ma ai nostri giorni il luogo in cui ci si ama di più è quello che si odia di più: il posto di lavoro. Lo confermano i risultati di una recente indagine condotta da Careerbuilder.com, il più importante sistema di recruiting sul web del mondo, secondo cui il 40% dei lavoratori dichiara di aver avuto una storia in ufficio.

Pranzi e happy hour, serate di straordinari e weekend in trasferta hanno contribuito ad abbattere il muro che una volta separava la vita sociale da quella professionale. Eppure, malgrado l’alta incidenza del fenomeno (confermata anche dai serial televisivi più popolari dove avvocati, medici, poliziotti... flirtano allegramente), l’amore sul posto di lavoro rimane una questione delicata.

I capi continuano a non vedere di buon occhio i loro dipendenti innamorati, ci sono addirittura aziende che nella loro policy vietano le coppie nello stesso reparto. «Una delle paure relativamente ad una relazione in azienda è la distrazione dai ruoli di competenza e la creazione di squilibri e problemi all’interno del gruppo di lavoro» spiega Corrado Tirassa, Country manager di CareerBuilder in Italia, Spagna e Svizzera. Come bisogna comportarsi allora perché quello che fa bene al nostro cuore, non danneggi la nostra carriera? «E’ molto importante capire la mentalità e la policy dell’azienda di cui si fa parte, per comportarsi di conseguenza ed evitare di esporre la relazione in maniera affrettata» suggerisce Tirassa. «D'altronde innamorarsi sul posto di lavoro non è necessariamente una cosa negativa, in alcuni casi può migliorare l’umore e quindi l’impegno ed il coinvolgimento dei professionisti di un’azienda». La situazione si complica quando ci si innamorara di colleghi con ruoli più alti rischiando di cadere nel più classico dei cliché: “quella che va a letto con il capo”.

E se ribaltiamo la situazione, le cose non vanno meglio: una donna che ricopre un incarico di prestigio non può permettersi di mostrarsi innamorata se non vuole perdere autorevolezza. La conseguenza è che nel 6% dei casi uno dei due componenti della coppia è costretto a cambiare lavoro. L’unica arma per sopravvivere a un amore “anfibio”, a metà tra lavoro e vita privata, è affrontarlo con distacco da professionista: se pensate che la vostra storia sia tra quelle destinate a durare (tre su dieci finiscono sull’altare), informate della cosa i colleghi e, a meno che non sia lui il co-protagonista, il vostro capo. Ridurrete, nei limiti del possibile, pettegolezzi e voci di corridoio ponendovi immediatamente in una condizione di serietà. A questo punto avrete la situazione sotto controllo.

 Perché poi Cupido si senta più ispirato da un pasto in mensa che da una cena a lume di candela, dal caffè nella plastica che dallo champagne nel cristallo, beh, questo rimane un mistero.

 
 
 

scambismo

Post n°31 pubblicato il 01 Aprile 2011 da romamanmte

mi sto fissando con lo scambismo,che ne pensate eppure sto bene lo stesso con lei

 
 
 

profilo oscurato come fare per ritrovarlo?

Post n°30 pubblicato il 31 Marzo 2011 da matrimoniobianco
 
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....erano giorni che ci scrivevamo messaggi sulla messaggeria di digiland,

poi una sera...forse una virgola di piu' o un punto esclamativo....non so,

ed il giorno dopo ho trovato il suo profilo oscurato, da allora non so come

fare per scrivergli, per spiegargli, per chiarire, per capire, mi manca tanto....

come posso fare?

 

 
 
 

Sedotti e abbandonati? Fa male come una scottatura

Post n°29 pubblicato il 30 Marzo 2011 da romidgl
 
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IN AMORE vince chi fugge.

E l'amante che resta, quando la storia finisce, si danna il cuore rivivendo il passato. E il dolore che si prova è tale da essere paragonabile a quello che genera un trauma fisico, come per esempio una scottatura o una 'botta in testa'. A dirlo sono i ricercatori dell'università del Michigan che, in uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, spiegano che se la fine di una storia fa male la colpa è del cervello, che crea uno stato di sofferenza. In particolare quando l'amante viene abbandonato, tagliato fuori dalla vita del partner, è come se si 'accendesse' l'interruttore del dolore, attivando così quelle aree neurali responsabili delle esperienze fisiche dolorose. In altre parole è come se le pene del cuore, e in particolare il rifiuto, bruciassero come quelle del corpo.

Per spiegare questo meccanismo, il gruppo di ricercatori guidato da Ethan Kross ha analizzato le reazioni emotive di 40 persone. Tutti i volontari coinvolti nell'esperimento erano stati lasciati nei sei mesi precedenti e avevano dichiarato di sentirsi "abbandonati, traditi, soli". In un primo momento gli studiosi hanno verificato con un questionario piscologico lo stato d'animo degli 'ex'. Poi li hanno sottoposti a risonanza magnetica funzionale, una tecnica in grado di 'scannerizzare' il cervello, e hanno registrato così ciò che accadeva quando si richiamava alla loro memoria la ferita dell'abbandono, magari mostrando loro la foto

dell'amato che li ha lasciati. Infine hanno ripetuto il test provocando un dolore fisico, sottoponendoli quindi a uno stimolo termico pari a quello provocato dall'afferrare una tazza di caffè bollente.

Alla fine l'equipe di Kross ha paragonato i due risultati. Le aree del cervello che si accendono in risposta al dolore dell'abbandono e dell'esser lasciati sono le stesse della sofferenza fisica. In particolare si attivano la corteccia secondaria somatosensoriale e l'insula dorsale posteriore, aree che finora erano state collegate solo agli stimoli fisici. Infine, per ottenere un'ulteriore conferma, i ricercatori hanno confrontato i risultati dello studio con un database che conteneva i risultati di oltre 500 studi. Tutti avevano esaminato le risposte del cervello al dolore fisico, all'emozione.

"Questi risultati  -  dice Ethan Kross  -  offrono un nuovo punto di vista da cui guardare al rifiuto sociale. Adesso sappiamo che, oltre a generare un dolore psicologico, fa anche male fisicamente. E la sofferenza è paragonabile a quella generata da una scottatura".  Il team che ha eseguito la ricerca si augura che i risultati offriranno nuovi indizi su come l'esperienza della perdita e del rifiuto sociale possano generare altri disturbi.

Non è la prima volta che una ricerca analizzi gli effetti della fine di una storia d'amore sul cervello. In particolare uno studio, recentemente pubblicato sul Journal of Neurophysiology, ha dimostrato che la rottura traumatica di una relazione sentimentale lascia delle vere "ferite" e innesca meccanismi simili a quelli della tossicodipendenza. Quando un innamorato ferito guardava la foto dell'amato che l'ha lasciato, dicevano i ricercatori, il suo cervello attivava intensamente aree legate al desiderio, alla dipendenza da droghe e al dolore. Insomma la reazione era simile a quella che scatena una vera e propria crisi di astinenza. Per cui diventa difficile andare avanti senza l'oggetto del desiderio. Non solo.

La scansione con la risonanza magnetica funzionale ha rivelato che i ''cuori spezzati'' continuavano a tenere attive quelle zone cerebrali per molto tempo. Motivo per cui l'innamorato resta tale anche dopo la rottura. E il suo amore diventa la droga che lo appaga.

 
 
 

L'amore finito colpisce come una botta in testa

Post n°28 pubblicato il 29 Marzo 2011 da forblog
 
Tag: Amore
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Il colpi dello spirito fanno male come quelli ricevuti al corpo. Un amore che finisce è infatti paragonabile ad una botta in testa, od a un qualunque trauma fisico convenzionale, poiché attiva le stesse aree del cervello.

A sostenerlo, una ricerca dell'Università del Michigan (presso Ann Harbor, USA), diretta dal professor Ethan Kross e pubblicata su "PNAS-Proceedings of the National Academy of Sciences".

La squadra di Ann Harbor ha selezionato un campione di 40 soggetti: uomini e donne, tutti rifiutati od abbandonati dal partner poco tempo prima.

Gli scienziati hanno sottoposto tali volontari ha due tipi di test sul dolore.

Il primo esperimento riguardava la sofferenza psicologica: gli individui erano spinti a rievocare il partner mancante (e relativo senso di abbandono), anche grazie a supporti come la foto del compagno/a.
Il secondo esperimento si è concentrato sul dolore fisico, conosciuto tramite il contatto con una sonda termica, con un calore pari a quello di una tazza di caffè bollente.

Durante le prove, i volontari sono stati osservati tramite risonanza magnetica del cervello, nel primo test affiancata da questionari.

Kross e colleghi hanno così rilevato i legami tra i due tipi di dolore: entrambi attivavano la la corteccia secondaria somatosensoriale e l'insula dorsale posteriore, fino ad oggi ritenute registratori solo degli stimoli dolorosi fisici.

Inoltre, il livello di sofferenza causato dalle pene d'amore era più alto di quello provocato dalla sonda termica.

Per chiudere una buona notizia: in base ai dati, maggiore era il numero di giorni trascorsi dalla delusione d'amore, minore l'attività (ed il dolore percepito) dai soggetti.

 
 
 

DISAGIO

Post n°27 pubblicato il 28 Marzo 2011 da GUANOT

Disagio, sento disagio,
pranzo di malavoglia,
non so cosa mi turba,
ecco che un mano spegne la ventola dell’aspiratore in cucina che ronza, come per incanto mi sento bene, ecco cosa mi procurava il disagio.
Anche a casa mia sento disagio, ma non so cosa mi fa star male, verso fine cena si ferma la lavatrice, per incanto mi sento bene, le mie preghiere che la macchina del pulito non venga messa in moto quando si cena non viene presa in considerazione.
Spesso le serate di disagio arrivano senza avviso, come senza avviso cessa alla fine del compito della macchina del pulito, vibra, mi accorgo solo quando cessa che mi procura fastidio, quando la sua folle rotazione inizia a diminuire l’accompagno con un respiro di sollievo.
Anche la notte accade di essere a disagio,
un disagio diverso, nulla ronza nulla vibra, allora perche sento disagio?
Guardo il soffitto nell’oscurità, sto fermo con attenzione per capire perché sono a disagio nel silenzio.
Mi giro nell’letto sono ancora rivolto verso il soffitto, un cuore batte vicino a me, ma mi sforzo e non lo sento, ecco il disagio, non sento quel cuore.

Ora sento un cuore che batte lontano, molto lontano, lontano molti kilometri ma  riesco a sentirlo,
non sento più disagio, questo cuore che batte lontano mi da la forza di riposare senza disagio.
Questo cuore tra poco batterà vicino a me, sarà un suono melodioso.
Il disagio scomparirà per sempre, la felicità arriverà per me, per lei.
In quella casa lascerò il disagio,
in quella casa lascerò l’amore che ho cercato,
in quella casa lascerò quello che pensavamo fosse amore, forse non lo è mai stato.
Una nuova vita mi aspetta, una nuova esistenza.
Addio disagio, tra poco ti lascerò per sempre.

lunedì 28 marzo 2011

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Benvenuto a ...

Post n°26 pubblicato il 22 Marzo 2011 da forblog
 
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GUANOT da oggi collaboratore ufficiale di questo blog!

 
 
 

Test sulla gelosia

Post n°25 pubblicato il 22 Marzo 2011 da forblog
 
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1) Ritenete che il vostro partner debba nutrire interesse affettivo e/o sentimentale:

  1. •  solo per voi
  2. •  principalmente per voi
  3. •  in maniera differente per diverse persone

 

2) Cosa pensate se persone dell'altro sesso manifestano interesse, più o meno celato, per il vostro partner?

  1. •  Debbo assolutamente smorzare sul nascere tale interesse
  2. •  Cerco di tenere sotto controllo l'evolversi di tale interesse
  3. •  Non mi preoccupa più di tanto, ho fiducia che non venga ricambiato

 

3) Se il vostro partner riceve una telefonata o un messaggio sul cellulare inaspettato

  1. •  Aspettate che sia lui a dirvi chi era
  2. •  Non fate domande ma starete attenti se tali telefonate o sms inaspettate si ripresentino
  3. •  Dovete assolutamente sapere chi era a chiamare o messaggiare ed il relativo contenuto

 

4) Con quale dei seguenti aforismi concordate

  1. •  Spesso, la gelosia non è che un presentimento. (R.Gervaso)
  2. •  La gelosia è un misto d'amore, d'odio, d'avarizia e d'orgoglio. (A.Karr)
  3. •  La gelosia è un abbaiare di cani che attira i ladri. (K. Kraus)

 

5) Che cosa pensate dell'amicizia fra uomo e donna ?

  1. •  Ritengo che sia possibile
  2. •  Ritengo che sia possibile a determinate condizioni
  3. •  Concordo con il seguente aforisma : “L'amicizia fra due persone di sesso diverso o non è nulla o è amore.”

 

6) Siete a conoscenza di tutti gli ex partner del vostro attuale partner

  1. •  Ne sono a conoscenza limitatamente a quello di cui il mio partner mi ha riferito
  2. •  Ho cercato di sapere il più possibile sui suoi precedenti partner
  3. •  Il passato è passato e non ha più nessuna importanza

 

7) Una vostra cara amicizia Vi chiede in prestito un oggetto altrettanto a voi caro. Cosa fate ?

  1. •  Seppur a malincuore accetto di prestare con la raccomandazione che mi venga ridato il prima possibile
  2. •  Rifiuto in maniera decisa
  3. •  Concedo il prestito in fin dei conti nulla ci appartiene del tutto.

 

8) Con quale dei seguenti aforismi concordi

  1. •  Fidarsi degli uomini è già farsi uccidere un po'. (L. F, Cèline )
  2. •  Non dare mai spiegazioni: i tuoi amici non ne hanno bisogno e i tuoi nemici non ci crederanno comunque. (E.Hubbard )
  3. •  All'anima pura tutte le cose paiono pure. (Sacre Scritture)

 

9)R.Barthes afferma : “Come geloso, io soffro quattro volte: perché sono geloso, perché mi rimprovero di esserlo, perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l'altro, perché mi lascio soggiogare da una banalità...” Cosa ne pensate ?

  1. •  Concordo in pieno
  2. •  Non concordo affatto
  3. •  Concordo parzialmente

 

Adesso contate quante A B o C avete totalizzato.

 

Domande

 

1

2

3

4

5

6

7

8

9

Risposta 1

A

A

C

A

C

B

B

A

B

Risposta 2

B

B

B

B

B

A

A

B

A

Risposta 3

C

C

A

C

A

C

C

C

C

 

Leggete il profilo relativo della lettera di cui avete totalizzato il maggior numero

Maggioranza di A (Prevalenza di gelosia)

La gelosia sembrerebbe pervadere la vostra vita sentimentale. Fate vostro l'aforisma ‘Spesso, la gelosia non è che un presentimento' . Ma più che un presentimento essa è legata ad insicurezze personali, mancanza di autostima nei vostri confronti e mancanza di fiducia nei confronti del partner. Potrebbe essere necessario approfondire le cause di tale atteggiamento all'interno della vostra relazione.

Maggioranza di B (Modesta presenza di Gelosia)

Riuscite a ‘dosare' bene la vostra gelosia anche se non manca qualche momento o situazione in cui la gelosia prende il sopravvento. Fate vostro l'aforisma di Barthes ‘ “Come geloso, io soffro quattro volte: perché sono geloso, perché mi rimprovero di esserlo, perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l'altro, perché mi lascio soggiogare da una banalità…” Riuscite a gestirla consapevoli delle ripercussioni che può avere su di voi, sul partner e sulla coppia.

Maggioranza di C (Scarsa presenza di Gelosia)

Sembrerebbe che non siate affatto gelosi. Fate vostra la massima biblica ‘All'anima pura tutte le cose paiono pure ' . Ma ricordate che un pizzico di gelosia nella coppia non guasta, contribuisce a mantenere vivo il legame.

La maggior parte delle persone che effettuano il test presentano una maggioranza di B vale a dire una modesta presenza di Gelosia, come direbbero i latini l'equilibrio sta nel mezzo. Se rientrate in questa “maggioranza”, utile è calcolare quale tipo di risposte risulta al secondo posto nel conteggio totale. Tale seconda posizione potrebbe rivelare una vostra maggiore propensione ad assumere atteggiamenti gelosi.

 
 
 

Parole per Te, dedicate a I........

Post n°24 pubblicato il 19 Marzo 2011 da GUANOT

 

Ecco, stasera sono ancora solo,

solo nella mia casa, ma con te nel cuore,

Ancora poco e non sarò più solo,

Sarò con te amor mio,

Ti aspetto con ansia per donarti tutto il mio amore. A PRESTO

Approfitto di questo spazio per dedicare queste poche righe alla donna che amo.

Amo

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Una lettera d'amore

Post n°23 pubblicato il 18 Marzo 2011 da forblog
 
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Una lettera d'amore per .....

per chi la scrivereste?

E se ne avete una nel cassetto, perchè non pubblicarla qui?

Vi aspetto.

 
 
 

Benvenuto a ...

Post n°22 pubblicato il 18 Marzo 2011 da forblog
 
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fabpat72 da oggi collaboratore ufficiale di questo blog!

 
 
 

Buon compleanno Itlia

Post n°21 pubblicato il 16 Marzo 2011 da romidgl
 
Tag: Italia, logo

 
 
 

DIPENDE DAL CERVELLO L'AMORE PER SEMPRE

Post n°20 pubblicato il 16 Marzo 2011 da forblog
 
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A quanto pare non siamo in mano solo alla coscienza, all’amore e alla comprensione del nostro partner. A incidere sulla scelta e a decretare il successo del “finché morte non ci separi”, sono semplicemente due sostanze chimiche presenti nel cervello. Sono queste le vere responsabili del comportamento degli amanti impeccabili o dei latin lover.
Ecco quanto suggerisce un nuovo studio condotto da uno degli antropologi più famosi al mondo: Helen Fisher.
Fischer studia da quasi trent’anni il comportamento umano e i suoi rapporti amorosi. Anche l’attrazione per un partner o l’altro, secondo Fischer, è solo una questione di chimica.
In pratica, esistono, secondo l’antropologa, quattro tipi di personalità: gli esploratori, i costruttori, i direttori e i negoziatori. Ma ognuno di loro è diverso dall’altro solo a causa della solita chimica cerebrale. Parliamo di sostanze che conosciamo tutti molto bene: la dopamina e la serotonina. Queste due sostanze sarebbero implicate con il ruolo svolto da testosterone ed estrogeni.

La persona che è sotto l’effetto della serotonina, quindi, può comportarsi in maniera molto tranquilla, fedele, e può essere considerata come personalità “costruttiva”.

Se invece è presente in maggior quantità la dopamina, è possibile che la sua personalità non sia affatto tranquilla e che sia sempre alla ricerca, per così dire, di novità.
Chi presenta elevati livelli di estrogeni, invece, può avere una personalità molto fantasiosa ed essere molto socievole; chi invece contiene livelli alti di testosterone mostra una mentalità più rigida e decisiva.

«Ci sarà sempre la magia di amare, ma la conoscenza è potere. Se sai chi sei, cosa cerchi e come puoi amare gli altri, è possibile catturare quella magia, trovare e mantenere il vero amore, e realizzare i tuoi sogni», conclude Fisher.
Niente di più vero.
Le sostanze prodotte dal nostro cervello influiscono senz’altro sulla nostra personalità, ma sta a noi trovare la vera magia dell’amore e del nostro modo di essere.

 
 
 

Benvenuta a ...

Post n°19 pubblicato il 15 Marzo 2011 da forblog
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manu_ciao da oggi collaboratrice ufficiale di questo blog!

 

 

 
 
 

Auguri a tutti le donne

Post n°18 pubblicato il 08 Marzo 2011 da vitadasingIe
 
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Un'occasione in più per festeggiare .... Auguri

 

 
 
 

la gelosia

Post n°16 pubblicato il 22 Febbraio 2011 da romidgl
 
Tag: gelosia
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Come geloso, io soffro quattro volte: perché sono geloso, perché mi rimprovero di esserlo, perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l'altro, perché mi lascio soggiogare da una banalità: soffro di essere escluso, di essere aggressivo, di essere pazzo e di essere come tutti gli altri. Barthes, Roland La gelosia è un sentimento che parte dall'idea che ciò che io ho di più "caro" potrei, da un momento all'altro, perdere.

Essa si lega al concetto di possessività, alla possibile perdita di ciò che si ritiene proprio. Entrambi i sentimenti pretendono l' "altro", vogliono la sua presenza in termini esclusivi e personali. Parlo di pretendere l'altro perchè lo si considera un "oggetto" piuttosto che un "soggetto".

Spesso chi ne è affetto manifesta la sua gelosia in assenza di qualunque fatto, di qualunque circostanza che possa giustificare un vissuto del genere.

Nella gelosia è presente una o entrambe delle seguenti componenti: * paura dell'abbandono, della perdita, della separazione, di ciò che si ritiene proprio e necessario al proprio benessere; * gelosia ed invidia dell'altro che potrebbe condividere ciò che, è nostro. Gelosia delle caratteristiche che il rivale ha e noi non abbiamo. In questo caso la gelosia non è rivolta tanto al proprio partner ma è gelosia del terzo e quindi si muove ai confini dell'invidia.

E' importante distinguere fra gelosia "normale" e gelosia "patologica". La gelosia normale è inseparabile dal'amore per il partner, ed è sempre presente a livelli accettabili. Anzi se non ci fosse si potrebbe addirittura dubitare se è vero amore. Inoltre serve a far sentire l'amato veramente amato, perchè attraverso la gelosia manifestiamo la paura di perderlo.

Invece parleremo di gelosia "patologica" quando essa assume le seguenti caratteristiche: * paura irrazionale dell’abbandono e tristezza per la possibile perdita; * sospettosità per ogni comportamento relazionale del partner verso persone dell'altro sesso; * controllo di ogni comportamento dell' "altro"; * invidia ed aggressività verso i possibili rivali; * aggressività persecutoria verso il partner; * sensazione d' inadeguatezza e scarsa autostima di noi stessi.La gelosia, quella patologica è, dunque, il timore di perdere qualche cosa che si ritiene essenziale per il proprio benessere e che questo qualcosa, che si ritiene essenziale, altri possano impossessarsene.

Essa si manifesta anche in assenza di qualsiasi motivo valido. Spesso proprio la gelosia è in alcuni casi la causa della rottura di una relazione. Anzi si teme tanto che una relazione possa finire che, senza volerlo, la si fà finire per davvero.

 

La gelosia patologica prende origine da sospetti o circostanze infondate, affondando la sua vera natura in un'angoscia che prende forma nella mente senza nessun riscontro nella realtà.

Quest'angoscia produce delle vere e proprie rappresentazioni mentali in cui si "costruisce" il "rivale" e le "prove d'infedeltà" e la realtà effettiva viene interpretata erroneamente. Tutto ciò può arrivare a dei veri e propri "deliri di gelosia" che spesso sono all'origine di veri e propri fatti di cronaca come i delitti passionali.La gelosia patologica, il più delle volte, affonda le sue origini nell'infanzia in una cattiva relazione che il geloso ha instaurato con i propri genitori.

Quest'ultimi non hanno adeguatamente rinforzato il bambino nella fiducia per sè stesso e nell'autostima contribuendo così a determinare un adulto geloso perchè non conscio delle sue possibilità e del suo valore, profondamente insicuro. Ciò porta a pensare che il proprio partner potrebbe amare un altro perchè più degno, a non essere sicuro del suo amore.

Ma la gelosia patologica può tradire anche un desiderio di possesso assoluto del partner. Ciò avviene, anche in questo caso, per una cattiva relazione affettiva costruita con i propri genitori, sopratutto quello di sesso opposto.

C'è la presenza di un'affettività che non ha trovato correspensione durante l'infanzia, e si pensa di riscattarla da adulti, attraverso il possesso assoluto dell'altro.

 
 
 

Le donne perdonano di più "E' questione di empatia"

Post n°15 pubblicato il 21 Febbraio 2011 da romidgl
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E' UN PERCORSO, non un atto immediato. Spesso doloroso ma catartico. Che si tratti di uno sgarbo sul lavoro, di un tradimento del partner, di un'offesa grave, che brucia ancora di più perché a infliggerla è stata una persona cara, perdonare è una virtù, forse un'arte, in cui le donne primeggiano. Lo fanno meglio e più facilmente rispetto agli uomini e non solo all'interno della coppia. Questione di empatia, spiega uno studio spagnolo, che analizza le differenze fra sessi e generazioni in materia di perdono. Arrivando alla conclusione che i genitori riescono più facilmente a lasciarsi alle spalle un torto rispetto ai figli. E, fra adulti, alle donne passare oltre riesce meglio che ai maschi.  

Il fattore chiave sta in quella capacità di riconoscere pensieri e sentimenti degli altri, di immedesimarsi e reagire in modo opportuno: l'empatia. Che le donne hanno in quantità maggiore rispetto agli uomini, dice Carmen Maganto, co-autrice dello studio, pubblicato sulla Revista Latinoamericana de Psicologia, insieme a Maite Garaigordobil, professore alla facoltà di Psicologia dell'università dei Paesi Baschi.
 
I risultati della ricerca, ottenuti utilizzando una scala per valutare la capacità di perdonare e una che prende in considerazione anche i fattori che lo facilitano, suggeriscono che esistono precise differenze nei motivi che possono indurre a superare uno sgarbo o un'ingiustizia, a seconda del sesso e dell'età.

Se è vero che

sia i ragazzi che i genitori concordano su cosa voglia dire perdonare - ricorrendo entrambi a termini come non portare rancore, riconciliarsi, comprendere - per i più giovani, sottolineano i ricercatori, il perdono è un qualcosa che arriva col passare del tempo; per mamma e papà invece è più una questione legata a fattori come il rimorso e un sentimento di giustizia.

Il superamento dei sentimenti negativi è uno sforzo che implica un atto di volontà. Che alla lunga, secondo diversi studi scientifici, paga. Perché provare rabbia, desiderio di vendetta, risentimento rischia di far ammalare, mentre se si riesce a perdonare, si sta meglio psicologicamente e fisicamente. Non solo: il perdono è una scelta di forza, che permette di rimettersi in gioco. Negli ultimi anni la scienza se ne è occupata con interesse crescente, evidenziando proprio i legami fra la disponibilità al perdono e lo stato di salute: meno stress, meno sintomi depressivi, meno disturbi circolatori. E la letteratura psicologica ha cercato di individuare percorsi con tappe precise per imparare a perdonare, proprio come si impara a mangiare sano e a prendersi cura di sé, concentrandosi su un atteggiamento positivo. 

Ma cosa guida il processo che porta a superare un torto? Stando allo studio spagnolo, le differenze maggiori si riscontrano fra uomo e donna. In base ai dati raccolti, entrambi considerano la migliore definizione di perdono la mancanza di rancore, ma per l'uomo questo aspetto risulta più importante rispetto alla donna. In generale, poi, più si perdona, più si è disposti a farlo in ogni campo.

Allo studio hanno partecipato 140 persone, genitori fra i 45 e 60 anni di età e figli tra i 17 e 25 anni. Dalle loro risposte sono emersi elementi che pare rendano più facile perdonare: il rimorso mostrato da chi ha offeso, e il non serbare rancore, per chi è vittima del torto. L'ambiente familiare, poi, gioca un ruolo chiave nella trasmissione dei valori etici, che si portano poi fino alla scuola e facilitano l'insegnamento al perdono.

Le autrici dello studio sono convinte che i risultati possano aprire la via ad ulteriori studi, in particolare, a comprendere meglio il ruolo del perdono nella psicoterapia per le vittime di abusi sessuali, di maltrattamenti fisici o tradimenti all'interno della coppia.

Che ne pensate?

 
 
 
 

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