Malati d'Amore e ..
Rubrica sull'amore, sulle relazioni, e fondamentalmente sulla battaglia per riuscire ad amare qualcun altro e se stessi.
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Rubrica sull'amore, sulle relazioni, e fondamentalmente sulla battaglia per riuscire ad amare qualcun altro e se stessi.
Siamo pronti a dare qualsiasi risposta su quello che è il cardine intorno al quale gira sempre la nostra vita: l'amore!
Una sorta di rubrica vecchio stampo: "Caro Blog, ti scrivo perchè vorrei suggerire .... oppure, vorrei il tuo parere....".
I consigli, i pareri, le impressioni sono aperti a tutti coloro che vorranno confrontarsi
confidandoci i loro interrogativi.
Come sapete la Community di Digiland è molto ampia per cui i punti di vista possono essere davvero molteplici.ai di fa
"Una finestra sui malanni che l'amore non smette mrci provare"
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Post n°14 pubblicato il 14 Febbraio 2011 da stanzaNapolieNapoli
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Post n°13 pubblicato il 10 Febbraio 2011 da forblog
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Post n°12 pubblicato il 03 Febbraio 2011 da forblog
L'amore ha sempre una proiezione immaginaria, per quanto possiamo crederlo tangibile e reale in un determinato momento. È sempre sul punto di compiersi, è il regno di quel che può essere. O anche di ciò che avrebbe potuto essere. Javier Marier, Quel che non si è compiuto Internet non favorisce la comunicazione nella coppia. Ecco che di fronte ad incomprensioni, disagi e conflittualità fra partner, la tentazione è di “fuggire” nella vita virtuale. Perché tentare di comprendere e di essere compresi, con tutte le difficoltà del caso, nel rapporto di coppia, quando c'è qualcuno, nella chat, con cui possiamo farlo senza difficoltà? Ciò che nasce come amicizia virtuale, se sopraggiunge all'interno di un disagio di coppia, può diventare amore virtuale. Con la persona dell'altro sesso conosciuta in chat, ci si arriva a condividere, spesso, parti di se stessi, non partecipate neanche col partner. L'intimità amicale diventa sempre più affettiva e si arriva a “sostituire” affettivamente e quindi a tradire il proprio partner. Quando possiamo parlare di tradimento? Escludiamo, ovviamente, il tradimento reale che si ha nel momento in cui la conoscenza dell'altro da virtuale diventa reale. Ritengo che si possa parlare di un tradimento online quando il livello di “condivisione” virtuale coll'altro supera un determinato limite. Limite fra condivisione amicale e quella di coppia che non è uguale per tutti, ma muta a secondo delle persone e situazioni coinvolte. Limite che, teoricamente, potremmo porre nel momento in cui il noi della coppia virtuale diventa preponderante rispetto alle singole individualità, che per quanto affini fra loro, intime, devono riuscire a mantenere una certa distanza affettiva. Invece le entità dell'Io, del Tu e del Noi, sempre in bilico nella vita reale fra individualismi esasperati e fusioni totalizzanti, sul virtuale innescano una deriva fusionale, favorita dal gioco delle proiezioni reciproche sull'altro che è tipico delle relazioni online. Nel momento in cui, nella relazione virtuale, il noi prende il sopravvento, la relazione da confidenziale, empatica, diventa passionale, nel senso che la presenza dell'altro in chat è attesa come s'attende una persona innamorata, quando la mancanza dell'altro, sempre in chat, diventa angoscia abbandonica, ecco che all'orizzonte si è profilato il tradimento. Il web , la chat non vanno neanche demonizzati. Spesso il disagio di coppia è tale che il tradimento online può solo aver anticipato un tradimento reale che prima o poi si sarebbe verificato. Anzi, anche se raramente, può rappresentare un'opportunità di rottura di una relazione reale non più sana per se stessi. Dott. Roberto Cavaliere
commenti? |
Post n°11 pubblicato il 01 Febbraio 2011 da forblog
"Le madri degli uomini spesso sono particolarmente possessive. Di conseguenza nascono delle tensioni tra loro e le fidanzate /mogli dei figli, che possono persino causare la fine di una storia!" Ingoiare e tacere? Assolutamente no, rischieresti di peggiorare le cose. Parlarne? Sono state intervistate circa mille donne e moltissime di loro hanno dichiarato di non sopportare la propria suocera I motivi per cui questo avviene sono i seguenti:
Dunque è palese che la suocera diventa insopportabile a causa delle continue critiche sulle capacità della nuora di essere mamma, moglie, brava casalinga e cuoca oppure si rende poco simpatica per il suo voler a tutti i costi viziare i nipotini o continuare a fare la mamma chioccia con il proprio figlio (tuo marito)! «La cosa fondamentale da ricordare è che lei non pensa che tu [nuora ] stai facendo un cattivo lavoro, è solo molto difficile per le nonne il resistere a esprimere la propria opinione se stai facendo qualcosa di diverso rispetto a come avrebbe fatto lei con i propri figli», spiega il direttore del sito Gurgle.com sito su cui è stato pubblicato il sondaggio. Se si riesce a mantenere un buon rapporto con la propria suocera la vita sarà sicuramente più semplice per tutti, soprattutto per il partner che è marito ma anche figlio e molto spesso si ritrova tra l’incudine e il martello e non sa da che parte stare! Ed è proprio per amore suo che, qualche volta, bisognerebbe lasciar correre. Come? Magari facendo respiri profondi prima di affrontare la suocera e farle capire con molta gentilezza che, i suoi consigli sono graditi, ma che la mamma e la moglie ora sei tu e tu sai cosa è meglio per la vostra famiglia! Ferme e decise ma sempre con molta gentilezza |
Post n°10 pubblicato il 28 Gennaio 2011 da forblog
Il tuo partner ha un sacco di qualità... ma purtroppo, ha di certo qualche problemino di gusto! |
Post n°9 pubblicato il 27 Gennaio 2011 da forblog
Hai rivisto il tuo ex e ora che ti trovi occhi negli occhi con il tuo ragazzo, vivi un dilemma: glielo dici, giocando la carta della sincerità, oppure rischi, taci e cerchi di non rovinare la bella serata che state trascorrendo insieme (nonostante l'orribile sensazione di prenderti gioco di lui...). Evita sempre i paragoni tra i lui e gli uomini del tuo passato. Inoltre, "bisogna stare attenti a non confondere trasparenza e autenticità!": in altre parole, parlagli del pomeriggio passato con il tuo ex.... ma solo se te lo chiede lui! Ecco cosa consiglia Philippe Geffroy: "Dai legittimità alla relazione che continui ad avere con il tuo ex, spiegando chiaramente al tuo ragazzo i benefici che ne trai, in modo da rassicurarlo chiarendo le tue intenzioni." |
Post n°8 pubblicato il 25 Gennaio 2011 da stanzaNapolieNapoli
Ogni dolore da delusione d’amore è destinato a finire, credere che si possa continuare a soffrire all’infinito (anche se spesso è un’alternativa interessante se la paragoniamo al vuoto che crediamo possa attenderci se dovesse cessare la sofferenza per amore) è una prospettiva magica; ogni uomo sano di questa terra è uscito indenne (o quasi) da una delusione d’amore, nonostante la forte convinzione che non gli sarebbe “passata” mai. Non è un caso che abbia atteso a lungo prima di scrivere quest’ultimo capitolo, le ragioni sono da ricercarsi nella necessità di passare al setaccio i vari pareri ed esperienze sul primo articolo, che ad oggi ha superato i 200 commenti, per verificare quanto, ancora una volta, certi meccanismi siano comuni al genere umano. Oggi credo di poter descrivere con la giusta obiettività la terza fase che definisco “del distacco e delle dolci ricordanze”. Comunemente la fase del distacco viene raggiunta con l’aiuto del rancore che si nutre verso il perduto amore. Le vie che portano al distacco sono determinate dal limite di sopportazione del dolore, sia fisico che spirituale, che ogni essere umano possiede in misura più o meno elevata. Possiamo chiamarlo istinto di autoconservazione ma anche, più semplicemente, rassegnazione. I sintomi principali che ci rendono consapevoli di essere arrivati alla vera fine della nostra relazione: * i pensieri non convergono più sul perduto amore e ci si accorge che questa nuova impostazione mentale comincia a divenire costante nel tempo * si riscopre il piacere di stare da soli senza avere l’ansia di distrarsi continuamente e di fare fare fare… * si guarda con occhio più distaccato alle altre donne senza avere l’ansia di dover costruire un nuovo rapporto in quattro e quattrotto * I ricordi della vita di coppia cominciano a diventare dolci, si evocano con piacere i momenti felici come fossero scene di un film romantico: emozioni che ti toccano ma che non sono più tue. E tutto questo succede anche se il rapporto si è chiuso con rancore, perchè del buono si è comunque vissuto, e sono proprio le dolci ricordanze che restano impresse nel cuore, e non la crudeltà che abbiamo subito. Per meglio chiarire quest’ultimo concetto provo a fare un esempio: immaginate di essere appassionati di arrampicata e impegnare ogni fibra dei vostri muscoli sulla roccia nuda di una parete di 300 metri per giungere in cima, immaginate poi di cadere per un imprevisto durante la discesa e di farvi male ad un ginocchio. Quel dolore, non appena scomparso, non lascerà alcun ricordo, al contrario evocheremo la soddisfazione che abbiamo provato nella scalata verso la cima. Quando si raggiunge questa terza fase è davvero difficile che il rapporto possa rinascere, anche se il perduto amore dovesse tornare e dichiararvi eterna fedeltà, c’è qualcosa che in voi si è spezzato per sempre, e capirete di avere solo voglia di ricordare, e guai a rivederla ancora tra le vostre braccia o nel vostro letto… lei/lui non appartiene più al vostro presente.A desso la domanda da porsi è il motivo per il quale scattino nel cervello questo insieme di dinamiche. Io ritengo che una delusione d’amore ci cambi profondamente, cosa che invece non succede a chi ci ha lasciato. Chi ci ha lasciato può averlo fatto per una sbandata rivelatasi poi un fuoco di paglia, oppure per un’esigenza di cambiamento tradita da una scelta sbagliata… insomma, se l’altro può rimettersi in gioco, noi non possiamo più farlo, perchè in realtà non siamo più gli stessi e di conseguenza le affinità che ci univano all’altro sono irrimediabilmente perdute.Le ragioni di questo fenomeno sono da ricercarsi nella potente capacità che ha il dolore di cambiarci dentro. La storia dell’umanità ci insegna che attraverso il dolore e le privazioni l’uomo è stato sempre in grado di migliorarsi, e di conseguenza cambiare. Non a caso, e su questo apro una parentesi di critica al sociale di questi tempi, le genti di questo secolo sono emotivamente fragili proprio perchè non sperimentano dolore e privazioni, gustano il loro piatto di pappa pronta che gli viene servito ogni giorno senza che debbano fare alcuna fatica, e danno in escandescenza quando non ottengono ciò che vogliono. Diceva Hopkins in Viaggio in Inghilterra: il dolore è lo scalpello che ci aiuta a raggiungere la perfezione.A questo punto è lecito chiedersi: ma allora, le delusioni d’amore ci rendono migliori? Beh, io credo di si, qualcun altro magari avrà da obiettare. La terza fase ci mette in condizione di aprirci a nuove esperienze anche perchè il nostro cuore è finalmente pronto, e la consapevolezza di ciò che siamo è estremamente presente quando ogni fantasma viene finalmente fugato. L’ECCEZIONE Come in ogni regola che rispetti, l’eccezione viene contemplata anche per quanto riguarda le dinamiche che portano al raggiungimento della terza fase. Talvolta si incontrano sul pianeta individui che per ragioni specifiche, o per una loro bellezza interiore, o ancora per un amore che è stato DAVVERO grande, non sono in grado di nutrire rancore verso il loro perduto amore, anche davanti ad un tradimento. Questi soffrono per il distacco tanto quanto gli altri con il conseguente senso di svalutazione e tutti i sintomi che abbiamo già chiarito nel primo articolo, la differenza è che non hanno la spinta determinata dal rancore per raggiungere in tempi, relativamente brevi, la terza fase. Proprio per il fatto che il rancore ci fa soffrire di più, in quanto emozione parassita e di conseguenza distruttiva, la persona oggetto di tale sentimento viene progressivamente svalutata, ed è così che il deluso supera la propria delusione servendosi inconsciamente del risentimento. Adesso la domanda da porsi è: ma a questo punto meglio il rancore no? Ecco… ai fini di una più veloce guarigione direi proprio di si. Da un punto di vista morale invece ritengo che al nostro spirito possa giovare molto di più la decisione di allontanarci dal perduto amore non per rancore ma per la consapevolezza che è arrivato il momento di lasciare che vada.Vedete, molte filosofie orientali insistono sul fatto che ogni legame non deve essere concepito come una proprietà personale, piuttosto come uno scambio di amore ove ognuno conserva la propria indipendenza. A questo proposito mi ha molto colpito una frase di Gibran Khalil: “Amatevi, ma non tramutate l’amore in un legame. Lasciate piuttosto che sia un mare in movimento tra le sponde opposte delle vostre anime. Colmate a vicenda le vostre coppe, ma non bevete da una sola coppa. Scambiatevi il pane, ma non mangiate un solo pane. Cantate e danzate insieme e insieme siate felici, ma permettete a ciascuno di voi d’essere solo.”credo che dica tutto su come la nostra società, al contrario di quelle orientali, viva in maniera egoistica ed interessata l’amore. L’amore è una comprensione profonda del fatto che l’altro ti completa, ti rende un cerchio perfetto.. L’amore conosce solo il dare, il ricevere diviene una conseguenza. OshoEcco altre parole illuminanti. Certo, questo tipo di considerazione va contro i miei precedenti interventi: Il meccanismo dell’amore e L’egoismo dell’amore, ma non riesco a fare a meno di pensare alla possibilità che noi occidentali non veniamo sufficientemente educati a vivere l’amore secondo la sua propria natura, che la nostra presenza in questa dannata società occidentale ci ha reso tutti bambini viziati ed arroganti, che forse l’amore tra uomini ha davvero una discendenza divina e siamo noi che non riusciamo a viverlo come dovremmo. A questo punto viene naturale domandarsi: ma questo amore terreno ha davvero un valore se basta una delusione per cancellarne la presenza? Ecco, su questo credo di aver trovato una risposta buona per me. La risposta è che, molto probabilmente, l’essenza pura dell’amore non ha nulla a che vedere con l’attaccamento, con l’egoismo etc etc, questa essenza tende a farci vivere il sentimento in maniera che possa regalarci solo gioia e serenità. Mancando queste condizioni, è proprio il cuore che pone le condizioni perchè quell’amore si esaurisca, in maniera tale che possa rinascere verso un’altra persona che, si spera, possa finalmente regalarci quella meravigliosa sensazione di sentirsi completi. L’amore tutela sè stesso, si esaurisce quando non può realizzarsi, e rinasce quando scorge nuovi orizzonti. Resto in attesa dei vostri pareri |
Post n°7 pubblicato il 24 Gennaio 2011 da forblog
Mi spiego meglio, immaginiamo di incontrare una donna (o uomo) subito dopo essere stati brutalmente scaricati ed avere la sensazione di esserci innamorati di nuovo. Questo accade, solitamente, quando abbiamo saputo rassegnarci alla decisione dell’altro, o meglio, quando giudichiamo impossibile la possibilità di tornare ancora insieme. Una strana gioia ci pervade all’improvviso, sembra che l’angoscia dei giorni precedenti sia definitivamente passata, ci sentiamo guariti dal mal d’amore e d’improvviso la vita torna a sorriderci, a ricordarci che siamo ancora capaci di amare. Purtroppo in tutto questo c’è un meschino trucco della mente, per il quale vale la pena citare il classico detto “troppo bello per essere vero”. Per una magggiore consapevolezza di quello che viviamo (la conoscenza ci rende liberi), cercherò di spiegare le ragioni per cui, ancora una volta, siamo costretti a sperimentare meccanismi che invalidano la realtà delle nostre emozioni. Ciò che in psicologia viene definitivo TRANSFERT è un atteggiamento mentale che, proprio perchè indotto da un meccanismo, induce ad una mistificazione della realtà. Il meccanismo in questione nasce dal bisogno della mente di far cessare il dolore mediante il TRANSFERT… ecco che il nostro perduto amore resuscita nel cuore di un altro essere umano che si avvina a noi con l’intenzione di conoscerci meglio. Questi alcuni dei segnali che dovrebbero farci accorgere che la nostra nuova conquista è in realtà una proiezione ideale della nostra ex compagna/o:
Ma il segnale più importante a mio parere è quello di percepire un disallineamento con la realtà condito da ipersensibilità; difficile spiegare le sensazioni precise, posso provare a farlo cercando un termine di paragone: ecco, immaginate di esservi ubriacati e di stare male, dopo aver vomitato siete ancora ubriachi ma avete la sensazione di stare bene e che l’effetto dell’alcool sia del tutto scomparso, quando non è così e difatti, qualche minuto dopo, vomitate di nuovo. In questo caso sta tutto nella mente, non ci sono particolari sintomi fisici. Ci si sente euforici, si pensa ossessivamente all’altra persona, la si cerca di continuo, si pretende che trascorra con noi tutti i momenti liberi disponibili (e anche quelli non liberi)… insomma, un rapporto esasperato… l’altro/a se ne accorgerà e si sentirà invaso/a, perchè pochi, nei primi giorni di un rapporto, assillano il neo-partner con continue richieste di attenzioni, anzi, ci si scopre poco per volta, ci si vede di rado e pian piano più frequentemente. Questo è il segnale più forte che state sostituendo il vostro perduto amore con chi non ha nè le capacità di capirvi nè la voglia di farlo. Quando si dice: la forza dell’abitudine. Come comportarsi allora? E’ giusto rinunciare a questi momenti di effimero piacere in nome della VERITA’ ? Il mio consiglio è di non rinunciarvi perchè ci aiutano comunque a dominare meglio il tempo. Personalmente le considero delle pause dal dolore perchè, comunque vada, dovremo di nuovo fare i conti con la perdita della persona che amavamo. Quando l’illusione crolla ci si sente smarriti, sembra di essersi svegliati da un sogno bellissimo che, in realtà, è quello di essere ritornati con lei/lui, altrochè una persona nuova; il dolore comincia a massacrarci ma, attenzione, non è uguale a prima… perchè è comunque passato del tempo, del tempo è trascorso anche se si ha la sensazione che tutto ricominci dal giorno in cui lei/lui ci ha lasciato. Questa fase non è impegnativa come la prima, delle volte la anticipa, altre si mette in mezzo, ma tirate le somme è l’unico momento veramente piacevole per il deluso. Solitamente arriva in un periodo che va dalle prime 2 settimane ai 2 mesi dall’abbandono e si esaurisce in un periodo che va da 1 settimana a 3 mesi… se poi il perduto amore ci mette lo zampino, si esaurisce anche prima. Su queste date non ci metterei la mano sul fuoco, si basano sulla mia esperienza personale e su quella di alcuni amici. Se siete fortunati e avete trovato una persona veramente in gamba, se state ancora con lei/lui in un periodo che va da 7 mesi ad 1 anno, sempre che nel frattempo lei/lui non sia tornata/o, potete anche esservi innamorati sul serio… anche se raro, talvolta succede quindi… non mettete limiti alla provvidenza. Un consiglio per il vostro nuovo rapporto: cercate di non essere troppo assillanti, date all’altro la possibilità di conoscervi anche se voi credete di conoscere interamente la persona che vi sta di fronte (perchè in realtà non conoscete proprio un bel niente)… in questo modo evitate che l’altra parte scoppi e vi molli, lasciandovi con la sensazione di essere stati lasciati 2 volte… che è cosa piuttosto triste. La sostanza di tutto questo parlare è comunque solo una: non pensate mai che un grande amore possa scomparire in 2 settimane. Anche se si usa una metafora, quando si dice: ho il cuore occupato, è proprio così. Un grande amore tende a rimanere nel cuore per molto tempo, per alcuni 6 mesi, per altri 1 anno, per altri ancora 2-3 anni, molto dipende dall’intensità di quello che si è vissuto e dalla sensibilità individuale. Ciò non significa che non si debba provare ma, attenzione, scegliere una persona simile a quella che abbiamo perso è comunque un’arma a doppio taglio, se l’abbiamo persa ci sarà un motivo, quindi forse è il caso di cercare persone diverse… non credete? Il prossimo intervento tratterà la terza ed ultima fase, quella che io considero più lunga ma anche più romantica, il periodo in cui ci si rassegna davvero e si comincia a guardare con tenerezza ai momenti passati insieme, senza odio e senza rancore, con l’animo in pace ed una grande voglia di lavorare su se stessi. E allora… alla prossima. Grazie per essere arrivati fin qui. |
Post n°5 pubblicato il 21 Gennaio 2011 da forblog
Guida alla categoria di individui affetti da ciò che comunemente viene definita: delusione d’amore. La guida, scritta da un uomo, dovrebbe poter essere applicata a tutte le “vittime” di delusioni d’amore, tuttavia posso garantirne l’efficacia solo su esponenti del sesso maschile. E’ graditissimo da parte dei lettori qualsiasi intervento che possa essere utile a perfezionare la presente guida. Per farlo è sufficiente cliccare sul link COMMENTI in fondo a questo articolo. Ma veniamo alla nostra guida ed iniziamo col distinguere 3 diversi momenti nell’esperienza drammatica che consegue alla fine di una storia d’amore.
Il terzo infine è quello della quieta rassegnazione, lo chiameremo: fase delle dolci ricordanze ove in fondo al tunnel si intravede la luce. FASE DEI PERCHE’ Il soggetto abbandonato cerca continuamente risposte che spieghino la fine del grande amore che fino a poco tempo prima lo univa alla sua compagna, tende ad idealizzare il proprio sentimento ed il partner stesso e a non rassegnarsi alla decisione dell’altro. Il deluso sperimenta su se stesso ciò che in psicologia viene definito Disturbo ossessivo compulsivo (OCD), è incapace di controllare i contenuti della propria mente, la sua attenzione è monopolizzata da pensieri e immagini che la sua volontà non riesce a scacciare (pensa continuamente e senza sosta alla persona che lo ha lasciato).. non a caso, da uno studio della psichiatra italiana Donatella Marazziti, sembra che i livelli del neurotrasmettitore Serotonina siano più bassi del 40% sia in chi ha una diagnosi di OCD sia nei delusi d’amore… c’è di che riderci sopra, no? … e ‘nsomma! In sostanza questa prima fase evidenzia nel deluso la mancata accettazione del fattofatto è in grassetto perchè, ricordate, non ci sono ragioni sufficienti perchè un amore finisca… esistono coppie che continuano a stare insieme nonostante problemi apparentemente irrisolvibili: donne che continuano ad amare uomini che le picchiano, uomini che continuano ad amare donne che li tradiscono… gli amori finiscono, e lo fanno quasi sempre senza un valido motivo, anche se al deluso piacerebbe averne uno. Conseguenzialmente al fatto ci sono poi le implicazioni sentimentali e l’incapacità di rassegnarsi alla fine di un bel sogno, specialmente quando prima dell’abbandono le cose sembravano andare meravigliosamente bene fra voi… le pause di riflessione, brevi o lunghe che siano, aiutano molto nell’accettazione del fatto, ma su questo incide molto la sensibilità individuale: molte persone si accorgono che qualcosa è cambiato nel rapporto di coppia e cominciano ad investigarne le ragioni, allora si sperimentano periodi di pausa che solitamente sono molto utili ad entrambi per rafforzare il proprio sentimento o per distruggerlo del tutto, altre persone invece fanno finta di niente, ignorano i campanelli d’allarme (quali ad esempio cali della passionalità, mancato dialogo) per poi trovarsi di fronte all’inevitabile decisione dell’altro. di essere stato lasciato, e non a caso la parola Secondo i miei studi nati dall’osservazione delle dinamiche relative alla prima fase, sperimentati di persona nonchè tramite osservazione diretta su esperienze vissute da amici, conoscenti, popolo di internet, questa ha una durata che può variare da 1 a 6 mesi, a seconda delle capacità individuali di: Eccovi i primi 10 modi per affrontare questa prima fase che, anche se più breve rispetto alle altre, è la più problematica. Questi “consigli” sono da perseguire nel loro ordine di successione giacchè ognuno è strettamente dipendente dal precedente e risulta spesso difficile accettare alcune di queste considerazioni se prima non se ne sono condivise altre.
CONSIDERAZIONI FINALI SULLA PRIMA FASE Siete arrivati fin qui quindi le argomentazioni soprastanti hanno stuzzicato interesse e curiosità nel vostro cervello oramai stanco di sopportare il dolore. Mi rendo conto che ogni storia è diversa dalle altre ed è difficile stilare un elenco di comportamenti che possano incontrare l’approvazione di tutti, tuttavia mi preme ricordare ad ogni deluso che sebbene l’ipotesi di rinunciare al proprio amore sia davvero devastante per il “qui ed ora”, è importante mantenere la lucidità mentale ed evitare reazioni violente verso l’altro o verso se stessi, ricordate sempre che chi ha lasciato passa anche i suoi guai, spesso ripensa a quello che è stato tra di voi, ripensa al fatto che magari ha sbagliato, adesso da parte vostra un atteggiamento vittimistico è assolutamente da evitare, questi 10 punti vogliono essere una guida per evitare qualsiasi colpo di testa che vi faccia tornare dall’altro, credetemi è molto più efficace non fare nulla, se vi fa stare bene pensate che se vi ama davvero tornerà, e lo farà senza che voi abbiate in alcun modo forzato nulla, ed è quella la maniera più autentica in cui un amore può ritornare, poi sarete voi a decidere se riprendervelo o meno. Per il momento mi fermo qui. Nel prossimo intervento toccheremo le altre due fasi, meno intense e problematiche di questo, ma altrettanto importanti per acquisire la consapevolezza di quello che si vive… la conoscenza ci rende liberi! In bocca al lupo e siate forti! |
Post n°4 pubblicato il 18 Gennaio 2011 da forblog
E’ possibile dipendere da una persona come se questa fosse una droga? La risposta è si. Infatti, quando l'amore si trasforma in un ossessione che travolge e fa soffrire, non parliamo più di amore ma di “dipendenza affettiva”. La love addiction - come la chiamano gli anglosassoni – altro non è che una patologia del sentimento e del comportamento amoroso e, nel mondo contemporaneo, è sempre più diffusa. E’ assolutamente normale che in una relazione, in particolare durante la fase dell'innamoramento, ci sia un certo grado di dipendenza e fusione ma questo desiderio, con lo stabilizzarsi del rapporto, tende a diminuire. Nella dipendenza affettiva, invece, il desiderio fusionale perdura inalterato nel tempo ed si tende continuamente ed esasperatamente a "fondersi nell'altro". Volendo tracciare il profilo psicologico del dipendente affettivo potremmo dire che è una persona che non si sente libera di amare un altra persona per quella che è veramente e, nello stesso tempo, non è in grado di farsi amare per quella che è la sua vera natura; sostanzialmente il dipendente sta insieme all'altra persona per colmare le proprie paure, i propri bisogni. e non riesce a godere dei veri e propri aspetti positivi dei rapporti umani, obnubilato dalla possessività, dall'ansia di separazione e dalla paura per un possibile abbandono. In questi soggetti si può sviluppare nel tempo un vero e proprio quadro psicopatologico contraddistinto da depressione, ansia generalizzata, disturbi del sonno, irritabilità, problemi alimentari, ossessioni e compulsioni. Chi è afflitto da dipendenza Affettiva soffoca sul nascere ogni suo interesse, desiderio, amicizia, rapporto con altre persone e familiari, così come restringe al minimo gli impegni lavorativi fino a trascurare e a manomettere tutto ciò. Da un punto di vista comportamentale il dipendente infatti dedica completamente tutto sé stesso all’altro, al fine di perseguire esclusivamente il benessere del partner e non anche il proprio, come dovrebbe essere in una relazione "sana".
Un rapporto che genera dipendenza è una condizione che intorpidisce mentalmente la persona e la rende incapace di esprimere i propri sentimenti minacciando gravemente la salute e il benessere psicologico. La scarsa autostima è il punto di partenza della dipendenza affettiva e solitamente è il retaggio di difficoltà vissute nell’infanzia: esperienze di abbandono, violenze fisiche e psichiche, maltrattamenti e soprusi emotivi lasciano un segno doloroso nella mente del bambino che, una volta raggiunta l’età adulta, collocherà la propria autostima all’esterno, nelle relazioni. Ciò significa che avremo individui estremamente dipendenti dal giudizio e dalle valutazioni altrui al fine di stare bene con se stessi e che cercheranno disperatamente qualcuno in grado di dar loro quel senso di autostima che manca. Tutte queste persone diventeranno dunque “ostaggi” nelle mani di chiunque dimostrerà loro approvazione o affetto. Riepilogando i principali sintomi della dipendenza affettiva sono: - Paura di perdere l'amore, dell'abbandono, della separazione - Paura della solitudine e della distanza - Paura di mostrarsi per quello che si è - Paura di amare l'altro per quello che è - Senso di colpa - Senso d'inferiorità nei confronti del partner - Gelosia e possessività - Rabbia Alla luce di questo quadro non stupisce che questo tipo di personalità dipendente scelga partner "problematici", portatori a loro volta di altri tipi di dipendenza (droghe, alcol, gioco d'azzardo, ecc...). Ciò sempre al fine di negare i propri bisogni, perchè l'altro ha bisogno di essere aiutato. Ma è un'aiuto "malato" in cui si diventa "codipendenti", anzi si rafforza la dipendenza dell'altro, perchè possa essere sempre "nostro". Il dipendente affettivo vive dunque una vita fatta di tante complesse "trappole emotive" che lo conduce a sofferenza e infelicità. Nel momento in cui il disagio e la sofferenza diventano troppo pesanti, tanto da compromettere seriamente la vita quotidiana, è bene rivolgersi ad uno psicologo che aiuterà l'individuo a prendere maggior consapevolezza della propria situazione e a guardare in faccia alle proprie fragilità e bisogni insoddisfatti al fine di riprendere in mano le redini della propria esistenza e gettare le basi per la costruzione di una più sana e funzionale modalità d'amare.
A cura della Dott.ssa Francesca Saccà, psicologa a Roma |
Post n°3 pubblicato il 04 Gennaio 2011 da romidgl
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Post n°2 pubblicato il 04 Gennaio 2011 da forblog
Eccoci qui, per non perdere il filo del discorso e per continuare a chiacchierare dei temi che più ci appassionano.I forum - ormai obsoleti - chiudono e noi ripartiamo con i blog.Tecnologia più avanzata, tante applicazioni in più ed una maggiore possibilità di interazione.Il forblog è a disposizione di tutti e troverete sempre me a grestirlo, pronta a fornirvi qualsiasi tipo di informazione.Quindi, a tutti, benvenuti.romidgl |
Post n°1 pubblicato il 04 Gennaio 2011 da forblog
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Inviato da: emilytorn82
il 23/12/2016 alle 13:25
Inviato da: forblog
il 09/11/2016 alle 11:11
Inviato da: the.orthopedic
il 21/09/2016 alle 12:37
Inviato da: Romero
il 04/08/2016 alle 12:06
Inviato da: petrollamp
il 01/05/2014 alle 09:08