Creato da forblog il 04/01/2011

Malati d'Amore e ..

Rubrica sull'amore, sulle relazioni, e fondamentalmente sulla battaglia per riuscire ad amare qualcun altro e se stessi.

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 
 

TAG

 
Citazioni nei Blog Amici: 2
 

COS'è QUESTO BLOG....

Malati d'amore e ....

Rubrica sull'amore, sulle relazioni, e fondamentalmente sulla battaglia per riuscire ad amare qualcun altro e se stessi.

Siamo pronti a dare qualsiasi risposta su quello che è il cardine intorno al quale gira sempre la nostra vita: l'amore!
Una sorta di rubrica vecchio stampo: "Caro Blog, ti scrivo perchè vorrei suggerire .... oppure, vorrei il tuo parere....".
I consigli, i pareri, le impressioni  sono aperti a tutti coloro che vorranno confrontarsi
confidandoci i  loro interrogativi.
Come sapete la Community  di Digiland è molto ampia per cui i punti di vista possono essere davvero molteplici.
ai di fa

"Una finestra sui malanni che l'amore non smette mrci provare"

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

IL BLOG IN GIRO ...

Blogarilla
Segnala GRATIS il tuo BLog.

 

 

Buon San Valentino a tutti ....

Post n°14 pubblicato il 14 Febbraio 2011 da stanzaNapolieNapoli

 
 
 

San Valentino .....

Post n°13 pubblicato il 10 Febbraio 2011 da forblog
Foto di forblog

Ma davvero basta un giorno per festeggiare l'amore?

Certo, è un'occasione in più per dimostrare quanto ci sta a cuore la persona amata .....

Voi che ne pensate?

Che regali farete ? ... sempre se li fate!

 

romidgl

 
 
 

TRADIMENTO ONLINE, IN CHAT

Post n°12 pubblicato il 03 Febbraio 2011 da forblog
Foto di forblog

L'amore ha sempre una proiezione immaginaria, per quanto possiamo crederlo tangibile e reale in un determinato momento.

È sempre sul punto di compiersi, è il regno di quel che può essere. O anche di ciò che avrebbe potuto essere.

Javier Marier, Quel che non si è compiuto


Internet non favorisce la comunicazione nella coppia. Ecco che di fronte ad incomprensioni, disagi e conflittualità fra partner, la tentazione è di “fuggire” nella vita virtuale.

Perché tentare di comprendere e di essere compresi, con tutte le difficoltà del caso, nel rapporto di coppia, quando c'è qualcuno, nella chat, con cui possiamo farlo senza difficoltà?

Ciò che nasce come amicizia virtuale, se sopraggiunge all'interno di un disagio di coppia, può diventare amore virtuale. Con la persona dell'altro sesso conosciuta in chat, ci si arriva a condividere, spesso, parti di se stessi, non partecipate neanche col partner. L'intimità amicale diventa sempre più affettiva e si arriva a “sostituire” affettivamente e quindi a tradire il proprio partner.

Quando possiamo parlare di tradimento? Escludiamo, ovviamente, il tradimento reale che si ha nel momento in cui la conoscenza dell'altro da virtuale diventa reale.

Ritengo che si possa parlare di un tradimento online quando il livello di “condivisione” virtuale coll'altro supera un determinato limite. Limite fra condivisione amicale e quella di coppia che non è uguale per tutti, ma muta a secondo delle persone e situazioni coinvolte.

Limite che, teoricamente, potremmo porre nel momento in cui il noi della coppia virtuale diventa preponderante rispetto alle singole individualità, che per quanto affini fra loro, intime, devono riuscire a mantenere una certa distanza affettiva.

Invece le entità dell'Io, del Tu e del Noi, sempre in bilico nella vita reale fra individualismi esasperati e fusioni totalizzanti, sul virtuale innescano una deriva fusionale, favorita dal gioco delle proiezioni reciproche sull'altro che è tipico delle relazioni online.

Nel momento in cui, nella relazione virtuale, il noi prende il sopravvento, la relazione da confidenziale, empatica, diventa passionale, nel senso che la presenza dell'altro in chat è attesa come s'attende una persona innamorata, quando la mancanza dell'altro, sempre in chat, diventa angoscia abbandonica, ecco che all'orizzonte si è profilato il tradimento.

Il web , la chat non vanno neanche demonizzati. Spesso il disagio di coppia è tale che il tradimento online può solo aver anticipato un tradimento reale che prima o poi si sarebbe verificato. Anzi, anche se raramente, può rappresentare un'opportunità di rottura di una relazione reale non più sana per se stessi.

Dott. Roberto Cavaliere

 

commenti?

 
 
 

Coppia: Tua madre non la sopporto più!

Post n°11 pubblicato il 01 Febbraio 2011 da forblog
Foto di forblog

"Le madri degli uomini spesso sono particolarmente possessive. Di conseguenza nascono delle tensioni tra loro e le fidanzate /mogli dei figli, che possono persino causare la fine di una storia!"

Ingoiare e tacere?

Assolutamente no, rischieresti di peggiorare le cose.

Parlarne?
Sì, ma a non prima di aver contato fino a dieci: è un terreno minato, si tratta della sua "mammina"!

Cosa evitare

Evita di chiedere a tuo marito di rinunciare a sua madre... Un uomo non deve dover scegliere tra sua madre e sua moglie. In più, questa scelta lascerebbe sottintendere che occupate lo stesso posto nella sua vita: devi fare in modo che lui pensi il contrario di questo!

Le parole giuste

"Cerca di mettere in chiaro i ruoli e gli spazi nella famiglia, dicendo a tuo marito che non vuoi prendere il posto di sua madre, ma che non vorresti nemmeno che lei prenda il tuo... Sforzati di esprimere quello che provi, invece di rimproverarlo! E cerca di essere concreta, consiglia Philippe Geffroy: fai degli esempi concreti per fargli capire cosa ti infastidisce e proponi delle soluzioni." Per esempio, puoi dirgli che sua madre è la benvenuta il weekend, ma non "ogni" weekend...

Sono state intervistate circa mille donne e moltissime di loro hanno dichiarato di non sopportare la propria suocera

I motivi per cui questo avviene sono i seguenti:

  • perché interferisce nella vita di tutti i giorni (23%)
  • perchè coccola troppo il proprio figlio (20%)
  • perchè “rovina” i nipoti (18%)

Dunque è palese che la suocera diventa insopportabile a causa delle continue critiche sulle capacità della nuora di essere mamma, moglie, brava casalinga e cuoca oppure si rende poco simpatica per il suo voler a tutti i costi viziare i nipotini o continuare a fare la mamma chioccia con il proprio figlio (tuo marito)!

«La cosa fondamentale da ricordare è che lei non pensa che tu [nuora ] stai facendo un cattivo lavoro, è solo molto difficile per le nonne il resistere a esprimere la propria opinione se stai facendo qualcosa di diverso rispetto a come avrebbe fatto lei con i propri figli», spiega il direttore del sito Gurgle.com sito su cui è stato pubblicato il sondaggio.

Se si riesce a mantenere un buon rapporto con la propria suocera la vita sarà sicuramente più semplice per tutti, soprattutto per il partner che è marito ma anche figlio e molto spesso si ritrova tra l’incudine e il martello e non sa da che parte stare!

Ed è proprio per amore suo che, qualche volta, bisognerebbe lasciar correre.

Come? Magari facendo respiri profondi prima di affrontare la suocera e farle capire con molta gentilezza che, i suoi consigli sono graditi, ma che la mamma e la moglie ora sei tu e tu sai cosa è meglio per la vostra famiglia!

Ferme e decise ma sempre con molta gentilezza

 
 
 

Hai messo di nuovo quella (orribile) camicia?

Post n°10 pubblicato il 28 Gennaio 2011 da forblog
Foto di forblog

Il tuo partner ha un sacco di qualità... ma purtroppo, ha di certo qualche problemino di gusto!
La camicia a quadroni che qualche anno fa ti divertiva (faceva tanto 'grunge' anni '90...), ormai non la sopporti più!
Devi dirglielo, altrimenti potresti addirittura smettere di desiderarlo!

Gli sbagli da evitare
Evita di parlargli come se fossi sua madre (ancora lei...), dicendogli cose tipo "fai il bravo, metti via quella camicia!": con questo tono potresti ottenere l'effetto contrario, spingendolo a mettersi sulle difensive e a opporsi alla tua richiesta. Ma fai anche attenzione a non trattarlo troppo male, lasciando trasparire quanto sei infastidita.

Le parole giuste
Si sa, gli uomini sono per le soluzioni concrete. "Proponigli un'alternativa alla sua tenuta attuale, mostrandogli una foto in un giornale di moda o proponendogli un giro di shopping, consiglia il nostro esperto. E parlagli anche dei benefici che potrà trarre dal suo nuovo look."
Vedrai, quando gli parlerai degli sguardi che strapperà alle donne per strada, ti chiederà di andare a fare shopping insieme...

 
 
 

Coppia: argomenti delicati? Ecco come affrontarli!

Post n°9 pubblicato il 27 Gennaio 2011 da forblog
Foto di forblog

Hai rivisto il tuo ex e ora che ti trovi occhi negli occhi con il tuo ragazzo, vivi un dilemma: glielo dici, giocando la carta della sincerità, oppure rischi, taci e cerchi di non rovinare la bella serata che state trascorrendo insieme (nonostante l'orribile sensazione di prenderti gioco di lui...).

Gli abbagli da evitare

Attenzione, "parlargli del tuo ex potrebbe risvegliare nel tuo ragazzo un complesso da paragone e competizione" mette in guardia lo psicoterapeuta.

Evita sempre i paragoni tra i lui e gli uomini del tuo passato. Inoltre, "bisogna stare attenti a non confondere trasparenza e autenticità!": in altre parole, parlagli del pomeriggio passato con il tuo ex.... ma solo se te lo chiede lui!

Le parole giuste

Invece di dire "tutto" dì "la verità"... Claudia, una paziente del nostro esperto, ci confida: "All'inizio il mio ragazzo non mi capiva, aveva l'impressione che mi aspettassi ancora qualcosa dal mio ex. Ma sono riuscita a spiegargli che io e lui siamo cresciuti insieme, abbiamo condiviso la nostra adolescenza e continuiamo ad avere un legame molto forte".

Ecco cosa consiglia Philippe Geffroy: "Dai legittimità alla relazione che continui ad avere con il tuo ex, spiegando chiaramente al tuo ragazzo i benefici che ne trai, in modo da rassicurarlo chiarendo le tue intenzioni."

 
 
 

La fase del distacco

Post n°8 pubblicato il 25 Gennaio 2011 da stanzaNapolieNapoli
Foto di forblog

Ogni dolore da delusione d’amore è destinato a finire, credere che si possa continuare a soffrire all’infinito (anche se spesso è un’alternativa interessante se la paragoniamo al vuoto che crediamo possa attenderci se dovesse cessare la sofferenza per amore) è una prospettiva magica; ogni uomo sano di questa terra è uscito indenne (o quasi) da una delusione d’amore, nonostante la forte convinzione che non gli sarebbe “passata” mai.

Non è un caso che abbia atteso a lungo prima di scrivere quest’ultimo capitolo, le ragioni sono da ricercarsi nella necessità di passare al setaccio i vari pareri ed esperienze sul primo articolo, che ad oggi ha superato i 200 commenti, per verificare quanto, ancora una volta, certi meccanismi siano comuni al genere umano.

Oggi credo di poter descrivere con la giusta obiettività la terza fase che definisco “del distacco e delle dolci ricordanze”.

Comunemente la fase del distacco viene raggiunta con l’aiuto del rancore che si nutre verso il perduto amore. Le vie che portano al distacco sono determinate dal limite di sopportazione del dolore, sia fisico che spirituale, che ogni essere umano possiede in misura più o meno elevata.

Possiamo chiamarlo istinto di autoconservazione ma anche, più semplicemente, rassegnazione.

I sintomi principali che ci rendono consapevoli di essere arrivati alla vera fine della nostra relazione: * i pensieri non convergono più sul perduto amore e ci si accorge che questa nuova impostazione mentale comincia a divenire costante nel tempo * si riscopre il piacere di stare da soli senza avere l’ansia di distrarsi continuamente e di fare fare fare… * si guarda con occhio più distaccato alle altre donne senza avere l’ansia di dover costruire un nuovo rapporto in quattro e quattrotto *

I ricordi della vita di coppia cominciano a diventare dolci, si evocano con piacere i momenti felici come fossero scene di un film romantico: emozioni che ti toccano ma che non sono più tue. E tutto questo succede anche se il rapporto si è chiuso con rancore, perchè del buono si è comunque vissuto, e sono proprio le dolci ricordanze che restano impresse nel cuore, e non la crudeltà che abbiamo subito.

Per meglio chiarire quest’ultimo concetto provo a fare un esempio: immaginate di essere appassionati di arrampicata e impegnare ogni fibra dei vostri muscoli sulla roccia nuda di una parete di 300 metri per giungere in cima, immaginate poi di cadere per un imprevisto durante la discesa e di farvi male ad un ginocchio.

Quel dolore, non appena scomparso, non lascerà alcun ricordo, al contrario evocheremo la soddisfazione che abbiamo provato nella scalata verso la cima.

Quando si raggiunge questa terza fase è davvero difficile che il rapporto possa rinascere, anche se il perduto amore dovesse tornare e dichiararvi eterna fedeltà, c’è qualcosa che in voi si è spezzato per sempre, e capirete di avere solo voglia di ricordare, e guai a rivederla ancora tra le vostre braccia o nel vostro letto… lei/lui non appartiene più al vostro presente.A

desso la domanda da porsi è il motivo per il quale scattino nel cervello questo insieme di dinamiche. Io ritengo che una delusione d’amore ci cambi profondamente, cosa che invece non succede a chi ci ha lasciato.

Chi ci ha lasciato può averlo fatto per una sbandata rivelatasi poi un fuoco di paglia, oppure per un’esigenza di cambiamento tradita da una scelta sbagliata… insomma, se l’altro può rimettersi in gioco, noi non possiamo più farlo, perchè in realtà non siamo più gli stessi e di conseguenza le affinità che ci univano all’altro sono irrimediabilmente perdute.Le ragioni di questo fenomeno sono da ricercarsi nella potente capacità che ha il dolore di cambiarci dentro.

La storia dell’umanità ci insegna che attraverso il dolore e le privazioni l’uomo è stato sempre in grado di migliorarsi, e di conseguenza cambiare.

Non a caso, e su questo apro una parentesi di critica al sociale di questi tempi, le genti di questo secolo sono emotivamente fragili proprio perchè non sperimentano dolore e privazioni, gustano il loro piatto di pappa pronta che gli viene servito ogni giorno senza che debbano fare alcuna fatica, e danno in escandescenza quando non ottengono ciò che vogliono.

Diceva Hopkins in Viaggio in Inghilterra: il dolore è lo scalpello che ci aiuta a raggiungere la perfezione.A questo punto è lecito chiedersi: ma allora, le delusioni d’amore ci rendono migliori? Beh, io credo di si, qualcun altro magari avrà da obiettare.

La terza fase ci mette in condizione di aprirci a nuove esperienze anche perchè il nostro cuore è finalmente pronto, e la consapevolezza di ciò che siamo è estremamente presente quando ogni fantasma viene finalmente fugato.

L’ECCEZIONE

Come in ogni regola che rispetti, l’eccezione viene contemplata anche per quanto riguarda le dinamiche che portano al raggiungimento della terza fase.

Talvolta si incontrano sul pianeta individui che per ragioni specifiche, o per una loro bellezza interiore, o ancora per un amore che è stato DAVVERO grande, non sono in grado di nutrire rancore verso il loro perduto amore, anche davanti ad un tradimento.

Questi soffrono per il distacco tanto quanto gli altri con il conseguente senso di svalutazione e tutti i sintomi che abbiamo già chiarito nel primo articolo, la differenza è che non hanno la spinta determinata dal rancore per raggiungere in tempi, relativamente brevi, la terza fase. Proprio per il fatto che il rancore ci fa soffrire di più, in quanto emozione parassita e di conseguenza distruttiva, la persona oggetto di tale sentimento viene progressivamente svalutata, ed è così che il deluso supera la propria delusione servendosi inconsciamente del risentimento.

Adesso la domanda da porsi è: ma a questo punto meglio il rancore no?

Ecco… ai fini di una più veloce guarigione direi proprio di si.

Da un punto di vista morale invece ritengo che al nostro spirito possa giovare molto di più la decisione di allontanarci dal perduto amore non per rancore ma per la consapevolezza che è arrivato il momento di lasciare che vada.Vedete, molte filosofie orientali insistono sul fatto che ogni legame non deve essere concepito come una proprietà personale, piuttosto come uno scambio di amore ove ognuno conserva la propria indipendenza.

A questo proposito mi ha molto colpito una frase di Gibran Khalil: “Amatevi, ma non tramutate l’amore in un legame. Lasciate piuttosto che sia un mare in movimento tra le sponde opposte delle vostre anime. Colmate a vicenda le vostre coppe, ma non bevete da una sola coppa. Scambiatevi il pane, ma non mangiate un solo pane. Cantate e danzate insieme e insieme siate felici, ma permettete a ciascuno di voi d’essere solo.”credo che dica tutto su come la nostra società, al contrario di quelle orientali, viva in maniera egoistica ed interessata l’amore.

L’amore è una comprensione profonda del fatto che l’altro ti completa, ti rende un cerchio perfetto.. L’amore conosce solo il dare, il ricevere diviene una conseguenza. OshoEcco altre parole illuminanti. Certo, questo tipo di considerazione va contro i miei precedenti interventi: Il meccanismo dell’amore e L’egoismo dell’amore, ma non riesco a fare a meno di pensare alla possibilità che noi occidentali non veniamo sufficientemente educati a vivere l’amore secondo la sua propria natura, che la nostra presenza in questa dannata società occidentale ci ha reso tutti bambini viziati ed arroganti, che forse l’amore tra uomini ha davvero una discendenza divina e siamo noi che non riusciamo a viverlo come dovremmo.

A questo punto viene naturale domandarsi: ma questo amore terreno ha davvero un valore se basta una delusione per cancellarne la presenza? Ecco, su questo credo di aver trovato una risposta buona per me. La risposta è che, molto probabilmente, l’essenza pura dell’amore non ha nulla a che vedere con l’attaccamento, con l’egoismo etc etc, questa essenza tende a farci vivere il sentimento in maniera che possa regalarci solo gioia e serenità.

Mancando queste condizioni, è proprio il cuore che pone le condizioni perchè quell’amore si esaurisca, in maniera tale che possa rinascere verso un’altra persona che, si spera, possa finalmente regalarci quella meravigliosa sensazione di sentirsi completi.

L’amore tutela sè stesso, si esaurisce quando non può realizzarsi, e rinasce quando scorge nuovi orizzonti.

Resto in attesa dei vostri pareri

 
 
 

Guida per delusione d'amore: 2° parte

Post n°7 pubblicato il 24 Gennaio 2011 da forblog
Foto di forblog


Ho preso in prestito il termine TRANSFERT dal linguaggio della psicologia moderna e ne cito testualmente la definizione wilkipediana “Il transfert (o traslazione) è un meccanismo per il quale ogni individuo tende a spostare schemi di sentimenti e pensieri relativi a una relazione significante su una persona coinvolta in una relazione interpersonale attuale. [...]“.

Mi spiego meglio, immaginiamo di incontrare una donna (o uomo) subito dopo essere stati brutalmente scaricati ed avere la sensazione di esserci innamorati di nuovo. Questo accade, solitamente, quando abbiamo saputo rassegnarci alla decisione dell’altro, o meglio, quando giudichiamo impossibile la possibilità di tornare ancora insieme.

Una strana gioia ci pervade all’improvviso, sembra che l’angoscia dei giorni precedenti sia definitivamente passata, ci sentiamo guariti dal mal d’amore e d’improvviso la vita torna a sorriderci, a ricordarci che siamo ancora capaci di amare.

Purtroppo in tutto questo c’è un meschino trucco della mente, per il quale vale la pena citare il classico detto “troppo bello per essere vero”. Per una magggiore consapevolezza di quello che viviamo (la conoscenza ci rende liberi), cercherò di spiegare le ragioni per cui, ancora una volta, siamo costretti a sperimentare meccanismi che invalidano la realtà delle nostre emozioni.

Ciò che in psicologia viene definitivo TRANSFERT è un atteggiamento mentale che, proprio perchè indotto da un meccanismo, induce ad una mistificazione della realtà. Il meccanismo in questione nasce dal bisogno della mente di far cessare il dolore mediante il TRANSFERT… ecco che il nostro perduto amore resuscita nel cuore di un altro essere umano che si avvina a noi con l’intenzione di conoscerci meglio.

Questi alcuni dei segnali che dovrebbero farci accorgere che la nostra nuova conquista è in realtà una proiezione ideale della nostra ex compagna/o:

  1. La nuova donna (o uomo) è fisicamente molto simile al nostro perduto amore
  2. Là dove non è uguale cerchiamo di convincerla/o ad adeguarsi
  3. Ci aspettiamo che la pensi allo stesso modo del nostro perduto amore
  4. Là dove non lo è, la/o istruiamo perchè lo diventi
  5. Intimamente cerchiamo la stessa carica di attenzioni del nostro perduto amore
  6. Là dove non si prodiga in tal senso, guidiamo ingenuamente la sua mano perchè lo faccia
  7. Se ci capita di incontrare per strada il nostro perduto amore, lei/lui scompare temporaneamente dai nostri pensieri e dalla nostra vista
  8. Se il perduto amore ritorna alla carica, lei/lui non esiste più

Ma il segnale più importante a mio parere è quello di percepire un disallineamento con la realtà condito da ipersensibilità; difficile spiegare le sensazioni precise, posso provare a farlo cercando un termine di paragone: ecco, immaginate di esservi ubriacati e di stare male, dopo aver vomitato siete ancora ubriachi ma avete la sensazione di stare bene e che l’effetto dell’alcool sia del tutto scomparso, quando non è così e difatti, qualche minuto dopo, vomitate di nuovo. In questo caso sta tutto nella mente, non ci sono particolari sintomi fisici. Ci si sente euforici, si pensa ossessivamente all’altra persona, la si cerca di continuo, si pretende che trascorra con noi tutti i momenti liberi disponibili (e anche quelli non liberi)… insomma, un rapporto esasperato… l’altro/a se ne accorgerà e si sentirà invaso/a, perchè pochi, nei primi giorni di un rapporto, assillano il neo-partner con continue richieste di attenzioni, anzi, ci si scopre poco per volta, ci si vede di rado e pian piano più frequentemente. Questo è il segnale più forte che state sostituendo il vostro perduto amore con chi non ha nè le capacità di capirvi nè la voglia di farlo. Quando si dice: la forza dell’abitudine.

Come comportarsi allora? E’ giusto rinunciare a questi momenti di effimero piacere in nome della VERITA’ ?

Il mio consiglio è di non rinunciarvi perchè ci aiutano comunque a dominare meglio il tempo. Personalmente le considero delle pause dal dolore perchè, comunque vada, dovremo di nuovo fare i conti con la perdita della persona che amavamo. Quando l’illusione crolla ci si sente smarriti, sembra di essersi svegliati da un sogno bellissimo che, in realtà, è quello di essere ritornati con lei/lui, altrochè una persona nuova; il dolore comincia a massacrarci ma, attenzione, non è uguale a prima… perchè è comunque passato del tempo, del tempo è trascorso anche se si ha la sensazione che tutto ricominci dal giorno in cui lei/lui ci ha lasciato.

Questa fase non è impegnativa come la prima, delle volte la anticipa, altre si mette in mezzo, ma tirate le somme è l’unico momento veramente piacevole per il deluso. Solitamente arriva in un periodo che va dalle prime 2 settimane ai 2 mesi dall’abbandono e si esaurisce in un periodo che va da 1 settimana a 3 mesi… se poi il perduto amore ci mette lo zampino, si esaurisce anche prima. Su queste date non ci metterei la mano sul fuoco, si basano sulla mia esperienza personale e su quella di alcuni amici.

Se siete fortunati e avete trovato una persona veramente in gamba, se state ancora con lei/lui in un periodo che va da 7 mesi ad 1 anno, sempre che nel frattempo lei/lui non sia tornata/o, potete anche esservi innamorati sul serio… anche se raro, talvolta succede quindi… non mettete limiti alla provvidenza.

Un consiglio per il vostro nuovo rapporto: cercate di non essere troppo assillanti, date all’altro la possibilità di conoscervi anche se voi credete di conoscere interamente la persona che vi sta di fronte (perchè in realtà non conoscete proprio un bel niente)… in questo modo evitate che l’altra parte scoppi e vi molli, lasciandovi con la sensazione di essere stati lasciati 2 volte… che è cosa piuttosto triste.

La sostanza di tutto questo parlare è comunque solo una: non pensate mai che un grande amore possa scomparire in 2 settimane. Anche se si usa una metafora, quando si dice: ho il cuore occupato, è proprio così. Un grande amore tende a rimanere nel cuore per molto tempo, per alcuni 6 mesi, per altri 1 anno, per altri ancora 2-3 anni, molto dipende dall’intensità di quello che si è vissuto e dalla sensibilità individuale. Ciò non significa che non si debba provare ma, attenzione, scegliere una persona simile a quella che abbiamo perso è comunque un’arma a doppio taglio, se l’abbiamo persa ci sarà un motivo, quindi forse è il caso di cercare persone diverse… non credete?

Il prossimo intervento tratterà la terza ed ultima fase, quella che io considero più lunga ma anche più romantica, il periodo in cui ci si rassegna davvero e si comincia a guardare con tenerezza ai momenti passati insieme, senza odio e senza rancore, con l’animo in pace ed una grande voglia di lavorare su se stessi.

E allora… alla prossima. Grazie per essere arrivati fin qui.

 
 
 

Guida per delusione d'amore: punto di vista maschile

Post n°5 pubblicato il 21 Gennaio 2011 da forblog
Foto di forblog

Guida alla categoria di individui affetti da ciò che comunemente viene definita: delusione d’amore.

La guida, scritta da un uomo, dovrebbe poter essere applicata a tutte le “vittime” di delusioni d’amore, tuttavia posso garantirne l’efficacia solo su esponenti del sesso maschile.

E’ graditissimo da parte dei lettori qualsiasi intervento che possa essere utile a perfezionare la presente guida.

Per farlo è sufficiente cliccare sul link COMMENTI in fondo a questo articolo.

Ma veniamo alla nostra guida ed iniziamo col distinguere 3 diversi momenti nell’esperienza drammatica che consegue alla fine di una storia d’amore.
Il primo di questi è quello immediatamente successivo all’abbandono, lo chiameremo: fase dei perchè!


Il secondo è quello in cui, rassegnandosi alla separazione, l’individuo tenta di sostituire il partner perduto con un altro individuo dotato di caratteristiche affini, lo chiameremo: fase del transfert!

Il terzo infine è quello della quieta rassegnazione, lo chiameremo: fase delle dolci ricordanze ove in fondo al tunnel si intravede la luce.

FASE DEI PERCHE’
In questa fase colui che subisce l’abbandono viene colto, a giorni alterni, da momenti di disperazione giocosamente conditi da ansia e, nei soggetti predisposti, da veri e propri attacchi di panico.

Il soggetto abbandonato cerca continuamente risposte che spieghino la fine del grande amore che fino a poco tempo prima lo univa alla sua compagna, tende ad idealizzare il proprio sentimento ed il partner stesso e a non rassegnarsi alla decisione dell’altro.

Il deluso sperimenta su se stesso ciò che in psicologia viene definito Disturbo ossessivo compulsivo (OCD), è incapace di controllare i contenuti della propria mente, la sua attenzione è monopolizzata da pensieri e immagini che la sua volontà non riesce a scacciare (pensa continuamente e senza sosta alla persona che lo ha lasciato).. non a caso, da uno studio della psichiatra italiana Donatella Marazziti, sembra che i livelli del neurotrasmettitore Serotonina siano più bassi del 40% sia in chi ha una diagnosi di OCD sia nei delusi d’amore… c’è di che riderci sopra, no? … e ‘nsomma!
A questo si aggiunga che il deluso manifesta anche buona parte dei sintomi del male oscuro e cioè la depressione: apatia, svogliatezza, senso di vuoto, perdita di interesse verso le proprie passioni, perdita di appetito, insonnia, difficoltà di concentrazione, tutti sapientemente miscelati coi tipici sintomi del disturbo bipolare della personalità che concede ai poveri sventurati il discutibile lusso di sperimentare stati d’animo che alternano sensazioni di euforia, quando ci si trova vicino alla persona amata, a disforia vera e propria (depressione), quando ce ne separiamo nuovamente.

In sostanza questa prima fase evidenzia nel deluso la mancata accettazione del fattofatto è in grassetto perchè, ricordate, non ci sono ragioni sufficienti perchè un amore finisca… esistono coppie che continuano a stare insieme nonostante problemi apparentemente irrisolvibili: donne che continuano ad amare uomini che le picchiano, uomini che continuano ad amare donne che li tradiscono… gli amori finiscono, e lo fanno quasi sempre senza un valido motivo, anche se al deluso piacerebbe averne uno. Conseguenzialmente al fatto ci sono poi le implicazioni sentimentali e l’incapacità di rassegnarsi alla fine di un bel sogno, specialmente quando prima dell’abbandono le cose sembravano andare meravigliosamente bene fra voi… le pause di riflessione, brevi o lunghe che siano, aiutano molto nell’accettazione del fatto, ma su questo incide molto la sensibilità individuale: molte persone si accorgono che qualcosa è cambiato nel rapporto di coppia e cominciano ad investigarne le ragioni, allora si sperimentano periodi di pausa che solitamente sono molto utili ad entrambi per rafforzare il proprio sentimento o per distruggerlo del tutto, altre persone invece fanno finta di niente, ignorano i campanelli d’allarme (quali ad esempio cali della passionalità, mancato dialogo) per poi trovarsi di fronte all’inevitabile decisione dell’altro. di essere stato lasciato, e non a caso la parola

Secondo i miei studi nati dall’osservazione delle dinamiche relative alla prima fase, sperimentati di persona nonchè tramite osservazione diretta su esperienze vissute da amici, conoscenti, popolo di internet, questa ha una durata che può variare da 1 a 6 mesi, a seconda delle capacità individuali di:
- accettare il fatto,
- assecondare le occasioni di cambiamento che si presentano sulla strada del deluso,
- valutare correttamente il modo in cui una storia finisce (se c’è di mezzo un tradimento o una causa ben precisa, il fatto lo si accetta prima)
- e, dulcis in fundo, sopportare il distacco dal sentimento che ci lega ancora all’altro.

Eccovi i primi 10 modi per affrontare questa prima fase che, anche se più breve rispetto alle altre, è la più problematica. Questi “consigli” sono da perseguire nel loro ordine di successione giacchè ognuno è strettamente dipendente dal precedente e risulta spesso difficile accettare alcune di queste considerazioni se prima non se ne sono condivise altre.

  1. Dominare il tempo:
    Il tempo è una componente estremamente distorta nella mente di un innamorato deluso. Ogni secondo della giornata viene vissuto con un pensiero ossessivo legato all’amore perduto ed alle ragioni per le quali è finita. Questo tipo di percezione non è condivisa da chi invece lascia (abbandona), per l’altro il tempo passa in maniera del tutto normale, nel caso in cui abbia un nuovo compagno, probabilmente penserà a voi quando non è con lui, se invece vi ha lasciato per recuperare il rapporto con la propria interiorità, penserà a voi solo quando si distaccherà dalla sua ricerca… insomma, chi lascia non soffre di alcun pensiero ossessivo e di conseguenza vive il suo tempo con normalità, mentre per voi ogni secondo rivela a fuoco sul cuore l’immagine dell’amore perduto.
    Azione: dominate il vostro tempo, riempitelo di altre cose… scrivete, suonate, dipingete, leggete, ascoltate musica (niente tv, per carità di dio, o film romantici), uscite con gli amici, fate escursioni, progettate un viaggio, prendete un’aspettativa dal lavoro… cercate di restare soli il meno possibile, in questo modo sarà più semplice riempire “di altro” i secondi della vostra giornata… ricordate che qualsiasi cosa l’altro stia pensando, non la pensa alla vostra velocità, se avrà ripensamenti, se avvertirà nostalgia o necessità di discutere ancora, lo farà con tempi molto più lunghi dei vostri. Se riuscite tentate anche di SOSPENDERE IL GIUDIZIO, non prendete alcuna decisione e non fate alcuna considerazione, vivendo il tempo in maniera così alterata potreste decidere di fare un blitz sotto casa dell’amato e pentirvene non appena siete lì, oppurle telefonare o mandare una e-mail e subito dopo mangiarvi le mani per averlo fatto. Lasciate che sia l’altro a fare le sue mosse, senza aspettative di alcuna sorta e senza fretta… ricordate che voi siete dalla parte di chi ha subito la decisione, insistere nelle proprie richieste (anche con tutta la dolcezza e l’amore del mondo) può scatenare forme di intolleranza in chi è ancora convinto della propria scelta, e posso assicurarvi che diventare fastidiosi agli occhi del perduto amore è una cosa che fa soffrire molto. Se proprio non riuscite a stare lontano dall’altro pensate che il gioco non vale la candela, che se una possibilità di tornare insieme esiste, questa non deve essere forzata in nessuna maniera, deve arrivare con naturalezza e spontaneità dall’altro. Da questo punto di vista sentitevi liberi da qualsiasi responsabilità, NON POTETE FARE NULLA per cambiare lo status quo, potete solo cercare di vivere il vostro tempo in maniera più equilibrata e con la minore sofferenza possibile.
  2. Mantenere la consapevolezza di ciò che accade:
    La consapevolezza di ciò che si sta attraversando in termini di emozioni è determinante per riuscire ad affrontare con razionalità gli effetti della prima fase. Se ci si abbandona ai diversi stati d’animo che si susseguono, c’è il rischio di confondersi, di credere che si è ammalati senza rimedio, che si è depressi. Non dimenticate mai che una delusione d’amore è un’esperienza che ogni essere di questa terra ha ahimè provato, tuttavia nessuno è mai morto per questo, nessuno è mai entrato in un tunnel di paranoia infinito anzi, c’è chi giura che una volta superate le tre fasi si diventa più forti e anche più fighi agli occhi delle altre donne.
    Azione: Acquisite la consapevolezza di trovarvi sotto l’effetto di qualcosa di molto simile ad una droga, qualcosa che agisce a diversi livelli e che a volte vi fa stare bene, a volte male e che, solo col tempo, i momenti in cui si sta bene diverranno più frequenti degli altri, fin quando l’effetto non si esaurirà. Acquisite soprattutto la consapevolezza che la sensazione di aver perso la vostra identità è del tutto illusoria e soprattutto transitoria ed è determinata da null’altro che non sia “la dolce abitudine” del condividere la propria vita con un’altra persona.
  3. Accettare la sofferenza:
    La paura di soffrire ancora, specialmente dopo i primi giorni, è sempre presente nella mente del deluso, ancora di più in questa prima fase. Paura di vederla con un altro e soffrire, paura di restare soli e soffrire, paura di non riuscire più a trovare una persona adatta a sè.
    Azione: Accettate la vostra sofferenza, essa è la naturale conseguenza di quello che l’altro vi ha tolto e non potete fare nulla per cambiare questa cosa. Ogni essere umano vive attimi di gioia, momenti di dolore e momenti di serenità, i momenti di dolore fanno parte della vita esattamente come tutti gli altri, sta a voi decidere se soffrire ancora di più per l’incapacità di accettarli oppure rispettarli come parte di voi stessi. Pensate alla sofferenza del mondo, alla disperazione di una madre che perde il proprio figlio in guerra, alle condizioni disastrate di una famiglia in un paese del terzo mondo… fare un paragone tra la propria sofferenza e quelle degli altri spesso aiuta nel processo di accettazione del proprio dolore. Se poi avete la possibilità di esorcizzare la vostra sofferenza attraverso l’arte (scrivere, suonare, dipingere), avete già una grande fortuna e di sicuro saprete dominare il tempo in maniera più proficua per voi stessi.
  4. Evitare i sentimenti di autosvalutazione:
    Molto spesso, e a momenti alterni, capita di darsi la colpa per quello che è successo, si arriva quasi a giustificare l’altro per averci lasciato perchè siamo dei pochi di buono, perchè ci siamo fatti crescere la pancia, perchè non ci lavavamo i denti ogni mattina e perchè non prestavamo attenzione alle sue esigenze… insomma, ci si sente brutti, fragili, piccoli, inutili. So bene che è molto difficile superare queste sensazioni, specialmente se non abbiamo un motivo valido perchè la storia sia finita, allora cerchiamo di ragionare in questo modo…
    Azione : in amore le persone si amano per quello che sono, se ti scegli una lunatica pazza scatenata alcolizzata ma anche bellissima, dolce e con una sessualità travolgente, allora ti prendi tutto il pacchetto, cerchi di sopportare le cose che non vanno mettendole sul piatto di una bilancia insieme a quelle che ti piacciono, allora scendi a compromessi per accettare i lati negativi dell’altro, e lo fai per amore, perchè comunque sia non troveremo MAI NESSUNO UGUALE A NOI STESSI, anzi, molto spesso ci scegliamo gli opposti perchè sono fonte di arricchimento e di compensazione, o forse ci scegliamo le persone che soffrono perchè vogliamo essere i cavalieri senza macchia e senza paura, e questo perchè la nostra mamma ci ha amato tanto quando eravamo piccoli, e noi ricambiamo quell’amore verso la donna che scegliamo… vabbeh, ognuno poi deve fare i conti col suo passato, ma non è importante, qui la cosa importante da capire è che noi siamo OK per quello che siamo, così come lo era l’altro. Le storie finiscono per altre ragioni, finiscono perchè si esaurisce l’amore, e di sicuro non è la pancia, non è la barba lunga, non sono i capelli incolti e il vestire da frikkettone, è qualcosa che cambia negli occhi dell’altro, e a questo punto che si vada pure a cercare quello che gli piace. MASSICCI e INCAZZATI amici miei, è così che bisogna essere, tanto vedrete che la pancia andrà via perchè non mangiate più, che la barba ve la farete tutti i giorni perchè quello che vi resta è almeno piacere a voi stessi, e che diventerete splendidi con tutti perchè improvvisamente avete una voglia infinita di conoscere e farvi conoscere… e lei, comunque sia, non sarà tornata (o si… a volte succede, ma non contateci troppo).
  5. Evitare ogni processo di idealizzazione:
    L’idealismo romantico, quello celebrato dai poeti, è un fenomeno tipicamente occidentale che ha fatto dell’amore una forma di religione secolare fonte di aspettative del tutto irrealistiche. E’ facile credere fortemente che il proprio amore abbia un’origine trascendente, che sia la manifestazione terrena dell’amore di Dio per le sue creature. Assecondando tale concetto, anche dopo un abbandono, ci condanniamo a prolungare la fase di sofferenza e a ritardare l’accettazione della perdita, le persone sono piene di difetti con cui spesso non riusciamo a convivere, se queste hanno preso la decisione di abbandonarci, a maggior ragione facciamo un errore nel continuare ad idealizzare un sentimento a senso unico. Ricordate che quando c’è amore corrisposto le difficoltà si affrontano insieme e mai separandosi, quindi non è che sia l’altro incapace di vedere quella luce che esiste, e per questa ragione noi dobbiamo continuare ad amare perchè così prima o poi la vedrà, l’altro ha preso una decisione magari ragionata nel tempo, ed è sbagliato crearsi l’aspettativa magica che il nostro amore possa cambiare la sua decisione, il nostro amore non cambia proprio un bel niente quando l’altro ci lascia, a meno che non vogliate accontentarvi della sua commiserazione e di parole del tipo: “voglio restare tua amica” oppure “o mio dio, perchè non riesco ad amarti, eppure sei così magnifico” o ancora peggio “sono confusa, vorrei amarti ma non riesco, se tu però avessi fatto questo, o quest’altro, forse non ti avrei lasciato”… brrrr, sentite anche voi un certo freddo lungo la schiena?
    Azione: Sebbene la soluzione possa sembrare cinica ed inaccettabile, una maniera per evitare l’idealizzazione del proprio sentimento è quella di razionalizzare i meccanismi con cui lo stesso sentimento agisce. Shopenhauer, celebre filosofo tedesco, aveva parlato dell’amore come di una sorta di meccanismo di sicurezza messo a punto dall’evoluzione per tutelare la specie dalla propria razionalità. L’amore deve quindi essere irrazionale per assicurare la procreazione e quindi la prosecuzione della specie. I nostri bambini nascono molto vulnerabili e deboli e hanno bisogno di continue cure da parte dei genitori, non è un caso che nella maggior parte delle esperienze la fase dell’innamoramento vero e proprio duri circa due o tre anni, giusto il tempo di mettere al mondo e svezzare un bambino.  L’evoluzione ci ha fornito un potente coinvolgimento emotivo che ci solleva da qualunque pensiero razionale, in modo da prendere una decisione che non è nel nostro interesse ma in quello della specie. La stessa gelosia è uno stato emotivo che può essere visto come un rimedio alle imperfezioni dell’amore, là dove il liberismo sessuale o gli stili di vita alternativi possano minare la stabilità della coppia, allora interviene la gelosia a renderci combattivi verso i nostri rivali, almeno per il tempo che serve per allevare i figli. TRISTE MA PROBABILE! Pensateci bene, o perlomeno valutate la realtà di questa possibilità, specialmente se in questo momento state pensando che il vostro amore è grande come l’amore di dio e che lei è la madonna emoticon
  6. Ricorrere ai familiari:
    Parlare coi propri familiari, specialmente con mamma o papà, aiuta a superare più facilmente i brutti momenti, ricordate che a parte il fatto che i nostri genitori (o parenti più stretti) sono le persone che hanno più a cuore di qualsiasi altro il nostro benessere, è vero che hanno dalla loro la saggezza dell’età adulta e la capacità di sdrammatizzare stati d’animo che possono sembrarci impossibili da gestire.
  7. Vivere il qui ed ora:
    Vivete sempre il presente, alla giornata, senza curarvi di ciò che accadrà domani. A volte riuscirete, altre no, ma bisogna pur sempre tentare di non pensare al domani, anche perchè, molto spesso, l’idea che avete del domani non è mai reale. Se state bene oggi non è detto che domani sarà lo stesso. Magari dopo aver letto questa guida penserete di avercela fatta, ma il meccanismo che si è innescato nella vostra mente è tale che la coerenza nei pensieri è un’opzione che non vi è concessa, ricordate che la natura tenterà comunque di farvi tornare col pensiero alla perdita perchè facciate qualcosa per recuperare (e così poter procreare ed allevare i figli emoticon. Tenete sempre a mente che la ragione deve dominare sul cuore e lo può fare solo vivendo il presente, perchè non creandoci aspettative sul domani, allora affronteremo le giornate con la giusta energia e senza scoraggiarci.  Nei momenti difficili pensate che non dureranno, e lo stesso pensate nei momenti buoni, in questo modo riuscirete ad affrontare in maniera sana i diversi stati d’animo e sarà meno doloroso affrontarli.
  8. Evitare ogni possibilità di contatto:
    Sebbene ogni attimo della giornata sia condito dall’immagine del proprio amore perduto, lasciare che questa resti nella mente è cosa molto opportuna piuttosto che andarsela a cercare nella vita vera. La sensazione che si prova quando si rivede l’oggetto del proprio amore scatena uno stato di euforia e di esaltazione, purtroppo il prezzo da pagare per questa sensazione è troppo alto se si pensa che per i successivi 2-3-7 giorni non la si vedrà più. C’è un vecchio detto: lontano dagli occhi lontano dal cuore; niente di più vero! Da valutare eventualmente il caso che sia l’altro a volerci vedere, lì la risposta varia da caso a caso, anche perchè non è da escludere che l’altro abbia avuto modo di ripensare alla sua decisione, e per l’amore che vi ha unito è giusto dare 1-10-100 possibilità di poter recuperare… però ricordate, i bla bla bla non servono a niente, se deve parlarvi per ricordare i bei momenti o per giustificarsi, beh che lo faccia davanti allo specchio, se proprio vuole parlare con voi io chiederei chiaramente l’argomento che intende approfondire, anzi, sarei ancora più diretto: se vuoi tornare con me parliamo pure, sennò possiamo stare dove siamo.
  9. Assecondare le occasioni di cambiamento:
    La vita spesso ci mette sulla strada delle occasioni che possono aiutarci a superare i momenti difficili e a volte lo fa con una tempestività straordinaria. Queste occasioni possono presentarsi dietro il volto di una donna che ci sorride dal tavolo vicino mentre sorseggiamo la nostra birra al pub, oppure dentro un libro che atterra sotto i nostri occhi sulla vetrina di una libreria, o una canzone alla radio, o ancora la pagina Internet di un monastero che invita chi voglia fare esperienza di Dio a fare un giro da quelle parti, e ancora un’occasione di lavoro, la telefonata di un amico lontano che ci invita a passare qualche settimana dalle sue parti. Insomma, sembra che per il deluso le occasioni di cambiamento siano all’ordine del giorno, molto più di quanto non succeda durante il rapporto. Non so se questo dipende dalla predisposizione del deluso al cambiamento, cosa che lo rende più “ricettivo” alle occasioni, o ad un fenomeno soprannaturale, tuttavia si deve valutare seriamente ogni occasione e sfruttarla a proprio vantaggio. Forse non abbiamo nessuna voglia di sostituire subito la donna amata, ma la soluzione Chiodo schiaccia Chiodo è spesso un’occasione, pur sempre temporanea, di dominare il tempo (vedi primo punto) e far sì che scorra più in fretta, così come un libro che vi appassioni o un viaggio… assecondate ogni occasione, non ponete alcun limite a quello che può distrarvi.
  10. Concentrarsi su se stessi:
    Non a caso questo punto è in coda a tutti gli altri. La caratteristica principale della prima fase è la sensazione di perdita dell’identità, proprio in quanto ci si è abituati a considerarla strettamente legata a quella dell’altro. Recuperare il rapporto con se stessi è qualcosa che avverrà naturalmente, col tempo. Durante i giorni trascorsi a soffrire, spesso si percepirà il senso di questa realtà, in certi momenti ci guarderemo allo specchio e cominceremo a raderci perchè la barba era davvero diventata troppo lunga, faremo una doccia, metteremo una tuta e andremo in palestra per eliminare gli effetti degli alcolici sulla pancia, cominceremo a comprare creme per le rughe, faremo cure anticaduta per i capelli… insomma, pian piano si recupera, e anche se all’inizio la costanza sarà pur sempre un’opzione, vi accorgerete presto che terrete al vostro corpo ed al vostro aspetto più di quanto non abbiate mai fatto quando stavate con lei, questi sono i primi segnali importanti di come l’essere umano sia un animale estremamente adattabile, e di come provveda (coi suo tempi) a ricostruire il prorio io interiore disgregato dalla delusione e da anni di vita di coppia.

 

CONSIDERAZIONI FINALI SULLA PRIMA FASE

Siete arrivati fin qui quindi le argomentazioni soprastanti hanno stuzzicato interesse e curiosità nel vostro cervello oramai stanco di sopportare il dolore.

Mi rendo conto che ogni storia è diversa dalle altre ed è difficile stilare un elenco di comportamenti che possano incontrare l’approvazione di tutti, tuttavia mi preme ricordare ad ogni deluso che sebbene l’ipotesi di rinunciare al proprio amore sia davvero devastante per il “qui ed ora”, è importante mantenere la lucidità mentale ed evitare reazioni violente verso l’altro o verso se stessi, ricordate sempre che chi ha lasciato passa anche i suoi guai, spesso ripensa a quello che è stato tra di voi, ripensa al fatto che magari ha sbagliato, adesso da parte vostra un atteggiamento vittimistico è assolutamente da evitare, questi 10 punti vogliono essere una guida per evitare qualsiasi colpo di testa che vi faccia tornare dall’altro, credetemi è molto più efficace non fare nulla, se vi fa stare bene pensate che se vi ama davvero tornerà, e lo farà senza che voi abbiate in alcun modo forzato nulla, ed è quella la maniera più autentica in cui un amore può ritornare, poi sarete voi a decidere se riprendervelo o meno.

Per il momento mi fermo qui.

Nel prossimo intervento toccheremo le altre due fasi, meno intense e problematiche di questo, ma altrettanto importanti per acquisire la consapevolezza di quello che si vive… la conoscenza ci rende liberi!

In bocca al lupo e siate forti!

 
 
 

Malati d’amore: le trappole della dipendenza affettiva

Post n°4 pubblicato il 18 Gennaio 2011 da forblog
Foto di forblog

E’ possibile dipendere da una persona come se questa fosse una droga?

La risposta è si.

Infatti, quando l'amore si trasforma in un ossessione che travolge e fa soffrire, non parliamo più di amore ma di “dipendenza affettiva”.

La love addiction - come la chiamano gli anglosassoni – altro non è che una patologia del sentimento e del comportamento amoroso e, nel mondo contemporaneo, è sempre più diffusa.

E’ assolutamente normale che in una relazione, in particolare durante la fase dell'innamoramento, ci sia un certo grado di dipendenza e fusione ma questo desiderio, con lo  stabilizzarsi del rapporto, tende a diminuire.

Nella dipendenza affettiva, invece, il desiderio fusionale perdura inalterato nel tempo ed si tende continuamente ed esasperatamente  a "fondersi nell'altro".

 Volendo tracciare il profilo psicologico del dipendente affettivo potremmo dire che è una persona che non si sente libera di amare un altra persona per quella che è veramente e, nello stesso tempo, non è in grado di farsi amare per quella che è la sua vera natura; sostanzialmente il dipendente sta insieme all'altra persona per colmare le proprie paure, i propri bisogni. e non riesce a godere dei veri e propri aspetti positivi dei rapporti umani, obnubilato dalla possessività, dall'ansia di separazione e dalla paura per un possibile abbandono.

In questi soggetti si può sviluppare nel tempo un vero e proprio quadro psicopatologico contraddistinto da depressione, ansia generalizzata, disturbi del sonno, irritabilità, problemi alimentari, ossessioni e compulsioni.

Chi è afflitto da dipendenza Affettiva soffoca sul nascere ogni suo interesse, desiderio, amicizia, rapporto con altre persone e familiari, così come restringe al minimo gli impegni lavorativi fino a trascurare e a manomettere tutto ciò.

Da un punto di vista comportamentale il dipendente infatti dedica completamente tutto sé stesso all’altro, al fine di perseguire esclusivamente il benessere del partner e non anche il proprio, come dovrebbe essere in una relazione "sana".


In colui che è affetto da dipendenza relazionale il partner assume spesso il ruolo di un salvatore, di un “eroe”, che diviene  lo scopo unico dell’esistenza, e la cui assenza anche temporanea da al soggetto la sensazione di “non esistere” (DuPont, 1998).

 Un rapporto che genera dipendenza è una condizione che intorpidisce mentalmente la persona e la rende incapace di esprimere i propri sentimenti minacciando gravemente la salute e il benessere psicologico.

 La scarsa autostima è il punto di partenza della dipendenza affettiva e solitamente è il retaggio di difficoltà vissute nell’infanzia: esperienze di abbandono, violenze fisiche e psichiche, maltrattamenti e soprusi emotivi lasciano un segno doloroso nella mente del bambino che, una volta raggiunta l’età adulta, collocherà la propria autostima all’esterno, nelle relazioni.

Ciò significa che avremo individui estremamente dipendenti dal giudizio e dalle valutazioni altrui al fine di stare bene con se stessi e che cercheranno disperatamente  qualcuno in grado di dar loro quel senso di autostima che manca.

 Tutte queste persone diventeranno dunque “ostaggi” nelle mani di chiunque dimostrerà loro approvazione o affetto.

Riepilogando i principali sintomi della dipendenza affettiva sono:

- Paura di perdere l'amore,  dell'abbandono, della separazione

- Paura della solitudine e della distanza

- Paura di mostrarsi per quello che si è

- Paura di amare l'altro per quello che è

- Senso di colpa

- Senso d'inferiorità nei confronti del partner

- Gelosia e possessività

- Rabbia

  Alla luce di questo quadro non stupisce che questo tipo di personalità dipendente scelga partner "problematici", portatori a loro volta di altri tipi di dipendenza (droghe, alcol, gioco d'azzardo, ecc...). Ciò sempre al fine di negare i propri bisogni, perchè l'altro ha bisogno di essere aiutato. Ma è un'aiuto "malato" in cui si diventa "codipendenti", anzi si rafforza la dipendenza dell'altro, perchè possa essere sempre "nostro".

 Il dipendente affettivo vive dunque una vita fatta di tante complesse "trappole emotive" che lo conduce a sofferenza e infelicità.

Nel momento in cui il disagio e la  sofferenza diventano troppo pesanti, tanto da compromettere seriamente la vita quotidiana, è bene rivolgersi ad uno psicologo che aiuterà l'individuo a prendere maggior consapevolezza della propria situazione e a guardare in faccia alle proprie fragilità e bisogni insoddisfatti al fine di riprendere in mano le redini della propria esistenza  e gettare le basi per la costruzione di una più sana e funzionale modalità d'amare.

 

A cura della Dott.ssa Francesca Saccà, psicologa a Roma

 
 
 

Benvenuti

Post n°3 pubblicato il 04 Gennaio 2011 da romidgl
Foto di forblog

... anche col mio nick ufficiale!!!

 

romidgl= forblog

 
 
 

Il forum di Malati d'amore e ... si trasferisce qui....nel forblog

Post n°2 pubblicato il 04 Gennaio 2011 da forblog
Foto di forblog

Eccoci qui, per non perdere il filo del discorso e per continuare a chiacchierare dei temi che più ci appassionano.I forum - ormai obsoleti - chiudono e noi ripartiamo con i blog.Tecnologia più avanzata, tante applicazioni in più ed una maggiore possibilità di interazione.Il forblog è a disposizione di tutti e troverete sempre me a grestirlo, pronta a fornirvi qualsiasi tipo di informazione.Quindi, a tutti, benvenuti.romidgl

 
 
 

dal forum al forblog!

Post n°1 pubblicato il 04 Gennaio 2011 da forblog
Foto di forblog

Benvenuti su

E' con estremo piacere che Vi do il benvenuto in questo nuovo forblog!.

Ci siamo trasferiti .....qui!

Benritrovsti a tutti ...

 
 
 
« Precedenti
 
 

COLLABORATORI UFFICIALI DI QUESTO BLOG:

ULTIME VISITE AL BLOG

mastroantmaryeliasonnacs8breathdgl0bianconigliosstanzaNapolieNapoliciprus691marica.bononiforblogapungi1950e_d_e_l_w_e_i_s_smarilenamusettiangeloal65alphabethaagio.gra
 

 

http://blog.libero.it/DGVoice/9571729.html

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 

IL BLOG IN GIRO ...

All About Us.  Awarding Winning Human Society Blogs - BlogCatalog Blog Directory

 

IL BLOG IN GIRO ...

BlogItalia - La directory italiana dei blog

 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963