Creato da forseungiorno il 11/06/2008
E il mio vecchio che sa la verità guarda il tramonto dalla collina ,da qualche punto lontano su figlio tornerà.
 

 

Parole

Post n°108 pubblicato il 07 Aprile 2009 da forseungiorno

Così di notte quando tutto era silenzio nella strada,
io scavalcavo la finestra
e camminavo con le scarpe in mano,
e mi infilavo nella luce fioca della sua bottega
per sentire la voce di quel piccolo uomo.
Così di notte in quella stanza
dove mi dimenticavo il tempo,
io stavo ad ascoltarlo di nascosto
mentre lui leggeva
parole di romanzi e versi come cose da toccare
e al frusciare di pagine mi sentivo volare...
E le parole come musica di seta
mi prendevano per mano,
e mi portavano lontano dove il cuore
non si sente più lontano:
dentro le immagini, nei libri e nella pelle
di chi aveva già vissuto cose tanto uguali a me,
nella follia d'essere uomo e nelle stelle
per andare oltre il dolore più inguaribile che c'è;
e le parole si riempivano d'amore,
le sue parole diventavano d'amore,
le sue parole diventavano l'amore...
Così la notte quando gli incendiarono la casa,
e la gente rideva e diceva che era finalmente ora,
capii che c'è davvero una diversità infinita
tra imparare a vivere e imparare la vita;
guardavo il pifferaio che si portava dietro le parole
e se le trascinava nella luce bianca della luna:
non si voltò, non si voltò neanche a salutare,
se le prese su tutte e le gettò nel mare...
E le parole del libraio da quella sera
se ne andarono per sempre
e mi lasciarono con gli occhi di un bambino
che non può sognare più.
Tutte le notti torno con le scarpe in mano
per vedere se da qualche parte le riporterai;
di giorno provo a ricordarmele ma invano,
troppi uomini non cambiano
e non cambieranno mai:
parlano tutti ma non dicono parole,
le loro cose non diventano parole,
mi manchi tu, mi mancano le tue parole...
Ma ci son sere che scendendo verso il mare
mi sembra come di sentirti, e non ti vedo;
ma se mi illudo che sia ancora tutto vero
quasi ci credo.

( Vecchioni)

 

 
 
 

colori

Post n°107 pubblicato il 17 Marzo 2009 da forseungiorno

 

 

Ci sono giorni che non hanno colori

Ed altri che non sai come coprirti

Certo.. sono rari…ed è per questo che sono stupendi

Non sono così esigente….vivo di poco..

Il telefono….lancia un primo sms alle 6,10...e ne seguono altri in rapida successione

Sono tanti

Uno è particolare…imbarazzante…. inumidisce i miei occhi davanti alla ragazza del bar

Un “ ti voglio bene papà”mai detto…

I ragazzi mi aspettano….

sono abbracci

Poi ancora al bar…ed il culo da prova di esistere…un gratta e vinci vincente mi fa sorridere.

Ed ancora una sorpresa

Una magnifica torta….e gli amici attorno a me

Mi commuovo.

Un pacco non consegnato…..diventa meraviglioso….

.arriverà domani

Invecchio …..ma va bene così.

 
 
 

le spalle

Post n°106 pubblicato il 10 Marzo 2009 da forseungiorno

 

Di spalle……è così che ricordo ogni addio

Perdo l’immagine del volto

Dimentico il profumo

Il suono della voce

Fu così con mio padre…lo ricordo andar via.. e di spalle…

.. non lo vidi mai più

È stato così con gli amori…

Con gli amici.

Adesso ….quando saluto qualcuno…….

mi volto… molto prima che lo faccia lui.

 
 
 

il vento

Post n°105 pubblicato il 28 Febbraio 2009 da forseungiorno

 

Tra i convenevoli, un come Va…e due tre parole per scaldarci da

questo lungo inverno

mi chiedi se sono felice.

È un albero che cade all’improvviso …senza che ci sia il vento.

Un calcio sui coglioni.

E alla sorpresa si aggiunge la paura.

Era da tempo che non ci pensavo più .

Ti ho risposto “Si”

E qualche secondo dopo “No”

Ci ho pensato tutta la notte……ed anche il giorno dopo.

Non ho più tempo per queste stronzate…voglio solo stare bene.

 
 
 

ieri

Post n°104 pubblicato il 21 Febbraio 2009 da forseungiorno

 

 

 

Sai…

ho un ricordo bellissimo…ed era d’estate.

Non mi portavi al mare…perché non era stato ancora inventato.

C’erano le fiumare….le campagne ricche di frutta.

Le trappole per gli uccelli

Le tane per i granchi

La fionda

E tu che cantavi le canzoni di Villa.

Aspettavamo con ansia “massaru peppe”

Ci faceva fare un giro su quella pedana fatta di rami e corde trascinata dai buoi

Serviva per rompere le zolle dell’aratro…e noi bambini…facevamo da peso

Era polvere

Era odore di terra

Era diventare …irriconoscibili

Era cadere e ridere….ridere e cadere

I grandi ci guardavano….lavorare

E tu li…sorridevi

.con i tuoi occhioni grandi…e i riccioli neri.

Eppure …rimani l’unica donna della mia vita alla quale ho sempre mentito.

Oh si!!!….ho mentito anche ad altre….ma mai con la stessa intensità e convinzione.

E non pensare che ne sia pentito……

È amore anche questo.

 

 
 
 

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