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Tra Comunicazione Tecnologica e Biologica.


Uno dei lavori più difficili del nostro tempo, segnato apparentemente dalle nuove tecnologie in campo comunicativo, è sicuramente quello di sviluppare nella nostra società un valido “dialogo umano”.Sicuramente siamo tutti molto tecnologici in fatto di abilità comunicative informatiche ed elettroniche, ma molto meno abili, quando siamo chiamati a cimentarci con tecnologie comunicative biologiche, sicuramente più sofisticate e complesse di qualsiasi altra tecnologia, quelle comunicazioni che includono le relazioni interpersonali “face to face” tra gli esseri umani, con il solo ausilio dei nostri mezzi comunicativi di cui siamo dotati dalla nascita: cervello, sistema nervoso, ovvero corpo e mente. La differenza sta nella grande capacità di destreggiarci agevolmente manualmente tra tasti di telefoni cellulari e tastiere di computer, con gli ultimi linguaggi informatici interfacciati e proiettati in uno schermo di piccolissime o grandissime dimensioni, in una sorta di decodificazione del messaggio che passa attraverso un codice binario che non è altro che la rappresentazione di due cifre numeriche:  “1” e “0”; e nella incapacità di crearci soddisfacenti relazioni interpersonali durature. Non ci rendiamo forse conto, ma tutta questa tecnologia elettronica, comuqnue molto utile per certi versi, anziché farci progredire nelle capacità comunicative interpersonali, ci allontana dalla possibilità di creare un terreno fertile su cui sviluppare la capacità e l’abilità di comunicare con empatia ed assertività, non solo razionalmente, ma con una parte del nostro essere che ha una valenza maggiore nei rapporti con i nostri simili e nel nostro scambio di messaggi verbali e non. Tanto più abbiamo bisogno di capirci, di attivare una comunicazione a due o più vie, di condividere realmente quello che pensiamo e di proporre soluzioni che modifichino i problemi attuali, tanto più dobbiamo apprendere la “disciplina naturale” di un dialogo qualificante. E' importante sviscerare le problematiche che si incontrano nell’interazione tra esseri umani e apprendere  alcune tecniche che possano insegnarci a dialogare e a discutere in maniera qualificata. La ricerca della qualità comunicativa e relazionale, è un viaggio volto al “dialogo emotivo” fondato sui principali meccanismi e trappole che spesso ci impediscono, quasi sempre inconsciamente, di dialogare liberamente. C'è sicuramente una differenza tra il dialogo emotivo e razionale. Scoprire le competenze e le fasi fondamentali che si instaurano nel processo comunicativo e relazionale, ci offre l'opportunità di rielaborare appunto alcuni processi psicoemotivi, che sfuggono alla nostra mente razionale. Apprendere quindi le dinamiche che si innescano nei processi comunicativi e relazionali attraverso i nostri linguaggi verbali e non, ci permette di evitare di cadere nelle "trappole mentali" in cui possiamo scivolare senza rendercene conto e per cui poi attribuiamo spesso, razionalemnte, la responsabilità di quanto accaduto a qualcosa o qualcuno che in realtà non hanno niente a che vedere con la natura del nostro stesso comportamento. CordialmenteMassimo Catalucci